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USD/CAD, dollaro canadese in rialzo dopo dati su inflazione
Il dollaro canadese guadagna terreno rispetto al dollaro americano e alle altre principali valute internazionali, dopo la pubblicazione dei dati nazionali sul tasso di inflazione. Il dato sull’indice dei prezzi al consumo ha indicato una rilevazione inferiore alle attese, portando a un’iniezione di fiducia degli investitori. Nel frattempo, i dati americani sul mercato immobiliare non sono stati favorevoli alla battaglia della Fed contro l’inflazione: i prezzi delle case sono aumentati dello 0.7% nel corso dell’ultimo mese, secondo i dati pubblicati ieri dall’Office of Federal Housing. Questo porta l’aumento complessivo dei prezzi degli immobili negli States al 3.1% su base annua.
Per quanto riguarda il dollaro canadese, invece, la rincorsa รจ cominciata giร nelle settimane scorse quando la Bank of Canada รจ tornata ad alzare i tassi di interesse dopo una pausa durata diversi mesi. I segnali sono tutti incoraggianti per la valuta canadese, da un tasso di inflazione contenuto fino ai dati sulla crescita economica che mostrano uno stato di salute ottimo per l’economia locale. Il dollaro canadese e il franco svizzero, fino a qui, sono state le due valute che hanno dimostrato piรน resilienza all’inflazione e piรน capacitร di mantenersi forti contro le altre monete principali.
Cala ancora l’inflazione in Canada
La pressione sui prezzi in Canada continua a scendere, senza che l’economia dia segni di cedimento. Il calo del tasso di inflazione si รจ dimostrato continuo in questi mesi, ed รจ stato confermato dai dati di ieri: gli analisti si attendevano una variazione del 3.9% dell’indice dei prezzi al consumo, in calo rispetto al 4.1% del mese precedente. Il dato attuale รจ stato ancora piรน basso, mostrando che l’inflazione canadese si attesta in questo momento al 3.7% annuo. Al pari della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea, la Bank of Canada vorrebbe riportare il tasso di inflazione intorno al 2% annuo. Rispetto alle altre due, perรฒ, la banca centrale canadese รจ giร decisamente piรน vicina al suo obiettivo.
Malgrado la pressione sui prezzi sia scesa in modo considerevole nel corso degli ultimi mesi, i tassi centrali in Canada non sono particolarmente alti. In questo momento si trovano al 4.75%, piรน bassi di quanto siano ad esempio negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Malgrado ciรฒ e malgrado il calo del tasso di inflazione, i mercati stanno scontando la quasi certezza del fatto che arriveranno altri aumenti dei tassi centrali nel corso delle prossime riunioni sulla politica monetaria. Fino a qui, la Bank of Canada sembra essere uscita a bilanciare perfettamente la tenuta dell’economia con la missione di riportare l’inflazione entro i limiti desiderati.
I mutui trainano l’inflazione canadese
Come sempre, รจ utile analizzare il paniere che forma il dato complessivo sull’inflazione per avere un’idea piรน chiara di come si stiano muovendo i prezzi. Il Canada inserisce, all’interno del paniere usato per calcolare l’indice dei prezzi al consumo, anche il costo dei mutui. Questo รจ un fattore controintuitivo: la banca centrale deve alzare i tassi per abbassare l’inflazione, ma facendolo porta inevitabilmente a un aumento dei prezzi dei mutui. Questi ultimi vanno a incidere sull’inflazione, rendendo parzialmente annullati gli effetti della politica monetaria. Per questo motivo, diversi analisti scorporano il prezzo dei mutui dai dati canadesi sul tasso di inflazione.
Se si scorpora questo dato dal paniere dei prezzi al consumo, il risultato รจ che attualmente il tasso di inflazione canadese si attesta al 2.5%. Giร estremamente vicino al target della banca centrale del 2% e soprattutto in netto calo rispetto al 3.7% registrato ad aprile. Questo significa che giร entro fine anno รจ molto probabile che il tasso effettivo di inflazione -scorporando il dato sui mutui- sia giร al di sotto del 2% desiderato dalla Bank of Canada. Questa previsione diventa ancora piรน verosimile quando si considera che attualmente il mercato sconta un 50% di probabilitร di un aumento dei tassi nella prossima riunione sulla politica monetaria e quasi il 100% di probabilitร che questo aumento arrivi al piรน tardi entro settembre.
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Sullo yen domina ancora l’incertezza e registra un misero +0,28%. Riflettori puntati sulla BOJ e la Fed
Le quotazioni dello yen sono dominate dall’incertezza. I riflettori, ora come ora, sono puntati sulla BOJ e sulla Fed.
A pesare sulle quotazioni dello yen continuano ad essere i risultati delle elezioni in Giappone, dove la coalizione di governo ha perso la maggioranza parlamentare. Un cambio di passo politico che ha aumentato una serie di incertezze sulle prospettive politiche e monetarie del Paese.
Il dollaro, invece, si รจ rafforzato e ha raggiunto il suo recente massimo in vista della pubblicazione di una serie di dati importanti nel corso della settimana, che potrebbero condizionare la politica della Federal Reserve.
Lo yen registra un misero +0,28%
Lo yen ha registrato un +0,28% scambiato a 152,86 dollari, dopo che nella giornata di ieri (28 ottobre 2024) รจ crollato ad un minimo di 153,885, il livello piรน debole da luglio: le incertezze sulla composizione del futuro governo in Giappone pesano sui mercati valutari.
Katsunobu Kato, Ministro delle Finanze giapponese, ha spiegato che le autoritร continueranno ad essere attente alle oscillazioni dei tassi di cambio.ย
Sono in molti ad attendersi un periodo contraddistinto da delle lotte per garantire una coalizione, dopo che il Partito Liberal Democratico e il suo partner Komeito sono riusciti a conquistare solo 215 seggi alla Camera Bassa: per ottenere la maggioranza ne erano indispensabili almeno 233.
Carol Kong, stratega valutario presso la Commonwealth Bank of Australia, ha spiegato che nel complesso i rischi sembrano essere orientati verso una politica fiscale piรน accomodante rispetto a quella adottata dal governo uscente. Carol Kong ritiene che insieme ai solidi dati economici degli Stati Uniti e alle maggiori prospettive di una vittoria di Trump, l’incertezza politica in Giappone potrebbe spingere al rialzo il cambio dollaro/yen nelle prossime settimane.
Ma non solo. Carol Kong aggiunge che l’elevata volatilitร dei mercati finanziari potrebbe anche incoraggiare la Banca del Giappone (BOJ) a mantenere invariato il tasso di interesse di riferimento per un periodo piรน lungo di quanto attualmente previsto.
Lo yen si รจ avvicinato al minimo degli ultimi tre mesi e si รจ attestato a 165,24 contro lโeuro e 198,12 contro la sterlina.
La BOJ, nel corso della giornata di giovedรฌ, annuncerร la sua decisione di politica monetaria e sono in molti ad aspettarsi che la banca centrale decida di mantenere i tassi invariati.
Il dollaro continua a rimanere forte
Il dollaro si รจ stabilizzato e ha oscillato in un intervallo ristretto. Gli investitori sono stati titubanti nell’assumere nuove posizioni prima della pubblicazione dei dati; l’indice del dollaro รจ rimasto pressochรฉ invariato a 104,29.
L’euro รจ rimasto invariato a 1,0811 dollari, mentre la sterlina รจ scesa dello 0,07% a 1,2963 dollari.
Una serie di dati economici che sottolineano la resilienza dell’economia statunitense hanno rafforzato il dollaro statunitense nel corso dell’ultimo mese, cosรฌ come sono aumentate le scommesse di mercato su una vittoria del candidato repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi della prossima settimana.
Le politiche di Trump in materia di tariffe, tasse e immigrazione sono considerate inflazionistiche, quindi negative per i titoli di Stato e positive per il dollaro.
L’attenzione รจ rivolta anche alla lettura dell’indice dei prezzi alla produzione di beni di consumo personali di settembre negli Stati Uniti (la misura preferita della Fed per l’inflazione) che uscirร giovedรฌ, seguito dall’attento rapporto sulle buste paga non agricole di venerdรฌ.
Ray Attrill, responsabile della strategia FX presso la National Australia Bank, spiega che i dati sull’occupazione di venerdรฌ – se il PCE sarร pari allo 0,2% o allo 0,3% – saranno piuttosto importanti. Anche se le elezioni sono probabilmente il fattore piรน importante per la prossima settimana e potrebbero portare ad un aggiustamento dei prezzi.
Per quanto riguarda le altre valute, il dollaro neozelandese รจ sceso dello 0,13% a 0,5973 dollari, mentre il dollaro australiano รจ scivolato al suo livello piรน debole in oltre due mesi a 0,65602 dollari.
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Lo yen crolla condizionato dalle elezioni in Giappone. Si teme un governo debole
A condizionare in maniera negativa lo yen sono le elezioni in Giappone, che potrebbero determinare una certa instabilitร politica.
Lo yen giapponese, in mattinata, รจ sceso al minimo degli ultimi tre mesi: gli investitori ritengono che la perdita della maggioranza parlamentare da parte della coalizione di governo in Giappone potrebbe rallentare l’aumento dei tassi dโinteresse. Il dollaro, invece, si รจ proiettato verso un guadagno mensile beneficiando dellโaumento dei rendimenti dei Titoli del Tesoro statunitensi.
Nel corso della sessione asiatica lo yen si รจ indebolito, raggiungendo quota 153,88 dollari e 166,06 euro, che corrispondono al valore piรน basso registrato su entrambi i fronti dalla fine del mese di luglio. In valori percentuali, lโultimo calo dello yen รจ stato pari allo 0,7% rispetto al dollaro – da ottobre รจ stata registrata una discesa del 6,4% – il piรน grande di tutte le valute del G10. Gli investitori e gli analisti temono che possa aprirsi, in Giappone, un periodo contrassegnato da lotte politiche il cui obiettivo sarebbe quello di garantire una coalizione dopo che il Partito Liberal Democratico e il suo alleato Komeito hanno vinto 215 seggi alla Camera bassa, rimanendo al di sotto della maggioranza prevista (233 seggi).
Yen e i timori sul futuro della politica monetaria
A condizionare il futuro dello yen รจ la stabilitร politica del Giappone. Gli operatori di mercato ritengono che le elezioni potrebbero portare alla formazione di un governo privo della forza politica necessaria per gestire lโaumento dei tassi dโinteresse. Ma soprattutto potrebbero inaugurare unโera di leadership a porte girevoli.
Fumio Kishida รจ rimasto in carica poco meno di tre anni. Il suo successore Shigeru Ishiba รจ il quarto primo ministro del Giappone in poco piรน di quattro anni: come se questo non bastasse, si prevede unโulteriore instabilitร politica che potrebbe portare la Banca Centrale giapponese a muoversi con cautela (si deve riunire questa settimana per stabilire i tassi).
Bart Wakabayashi, direttore della filiale di Tokyo di State Street, spiega che un’altro fattore da considerare. quando si guarda all’economia. รจ se nel corso dei prossimi ci possano essere una nuova serie di primi ministri: situazione che non farebbe bene allo yen.
Gli analisti della BNY hanno affermato che il prossimo obiettivo immediato per il cambio dollaro/yen sarร 155, con 160 come probabile limite che richiederebbe l’intervento del ministero delle finanze.
Come si sta muovendo il dollaro
Dando uno sguardo a quanto sta avvenendo negli Stati Uniti, il dollaro brilla ed รจ sulla buona strada per registrare il piรน importante aumento mensile degli ultimi due anni e mezzo. Questo รจ, indubbiamente, un segnale di forza dell’economia statunitense. Le scommesse sulla vittoria di Donald Trump alla presidenza hanno sollevato i rendimenti statunitensi in previsione di politiche che potrebbero ritardare i tagli dei tassi di interesse.
A 1,0790 dollari, l’euro รจ rimasto stabile ma รจ sceso di oltre il 3% nellโarco dellโultimo mese. La sterlina viene scambiata a 1,2952 dollari e ha registrato un calo del 3,1% fino a ottobre.
I rendimenti dei titoli del Tesoro decennali sono aumentati di 40 punti base a ottobre, rispetto a un aumento di 16 punti base per i bund decennali e di 23 punti base per i gilt.
Un’ulteriore frenata dovuta alla delusione per i piani di stimolo della Cina ha messo sotto pressione il dollaro australiano e quello neozelandese, che sono scesi ai minimi degli ultimi 2 mesi e mezzo lunedรฌ. Le vendite hanno portato il kiwi a 0,5958 dollari e una perdita del 6% per ottobre, mentre l’Aussie รจ sceso a 0,6579 dollari e ha perso il 4,6% a ottobre.
L‘indice del dollaro USA รจ salito del 3,6% a 104,46 nel mese di ottobre, registrando il rialzo mensile piรน netto da aprile 2022.
La settimana che ci attende sarร densa di dati: dati sull’inflazione in Europa e Australia, dati sul prodotto interno lordo negli Stati Uniti e indici dei responsabili degli acquisti in Cina.
I dati del fine settimana hanno mostrato che gli utili industriali in Cina sono crollati a settembre, con un calo annuo del 27,1%. Lo yuan ha toccato il minimo da fine agosto, attestandosi a 7,1355 per dollaro.
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Euro e yen recuperano terreno rispetto al dollaro. La moneta unica registra un +0,2% sul biglietto verde
L’euro e lo yen riescono a recuperare terreno nei confronti del dollaro. Scopriamo come si stanno muovendo le principali valute a livello globale.
Riflettori puntati sullo yen giapponese e sullโeuro, che sono saliti dai recenti minimi. Il dollaro, invece, ha registrato una vera e propria battuta dโarresto dopo una crescita inarrestabili, che lo ha portato a sfiorare il massimo da tre mesi a questa parte. Il biglietto verde, inoltre, รจ sostenuto dalle aspettative di un ritmo piรน lento nei tagli dei tassi dโinteresse da parte della Fed.
Lโeuro si รจ quindi rafforzato registrando un +0,2% scambiato a 1,080075 dollari, dopo aver sfiorato il minimo da quattro mesi a questa parte fissato a 1.07612 dollari. A settembre lโattivitร commerciale della zona euro si รจ nuovamente bloccata. La contrazione in Germania, perรฒ, รจ stata meno ripida rispetto a quella registrata ad agosto.
Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire cosa sta accadendo.
Come si sta muovendo la Zona Euro
Kenneth Broux, responsabile della ricerca aziendale FX e tassi presso Societe Generale, ritiene che stiamo assistendo a un leggero rimbalzo. Questo, ad ogni modo, non impedisce al mercato di prezzare ulteriori tagli da parte della Bce.
Il mercato sembra credere alla possibilitร di ulteriori e piรน consistenti tagli dei tassi da parte della Banca Centrale Europea, che potrebbero avere delle ripercussioni negative sullโeuro giร da questo mese. A pesare sullโandamento della moneta unica sono le affermazioni di alcuni membri del board della Bce che hanno messo in guardia sul rischio di non raggiungere l’obiettivo di inflazione del 2% fissato dalla Bce. Siamo davanti ad un netto cambiamento di tono dopo una campagna durata due anni per frenare la crescita dei prezzi.
Christine Lagarde, presidente della Bce, si รจ dimostrata cauta, affermando che i vari responsabili politici devono prestare attenzione nel momento in cui rilasciano delle affermazioni pubbliche. Il collega Mario Centeno ha suggerito che i tassi potrebbero essere tagliati di 50 punti base nella prossima riunione della banca centrale del 12 dicembre.
Soffermandosi sulle prospettive dellโeuro, Broux ha spiegato che il rischio รจ di ribasso in vista delle elezioni statunitensi, poichรฉ saranno in molti a posizionarsi a favore della reflazione di Trump, il che significa rendimenti statunitensi piรน elevati rispetto a quelli tedeschi.
L’indice del dollaro, che misura il biglietto verde rispetto ad altre sei valute, tra cui euro e yen, si รจ attestato a 104,20, non lontano dal massimo notturno di 104,57, un livello registrato l’ultima volta il 30 luglio.
Secondo FedWatch del CME Group, una serie di solidi dati economici e alcuni commenti aggressivi da parte dei funzionari della Fed hanno moderato le speranze di un allentamento monetario negli Stati Uniti nei prossimi mesi.
Le aspettative sono per un totale di 50 punti base di riduzione dei tassi nelle restanti due riunioni della Fed del 2024 si attestano intorno al 70%. I trader stanno puntando il 95% di possibilitร su un taglio dei tassi di un quarto di punto alla prossima riunione di novembre della Federal Reserve e non scommettono su una riduzione piรน ampia di 50 punti base. Questo rispetto a una divisione del 60%-40% che pendeva a favore di un taglio piรน ampio un mese fa.
Lo yen riesce a trovare un po’ di tregua
Lo yen ha avuto un po’ di tregua, dopo essere crollato ai minimi di fine luglio, mentre il ministro delle finanze giapponese ha affermato che i funzionari stanno osservando i movimenti del tasso di cambio con maggiore vigilanza, invocando il rischio di un intervento. L’ultima volta che la valuta giapponese รจ stata scambiata รจ stato a 151,925 per dollaro.
Secondo recenti sondaggi , il governo di coalizione giapponese, guidato dal nuovo Primo Ministro Shigeru Ishiba, rischia di perdere la maggioranza del parlamento alle elezioni di domenica; inoltre, qualsiasi aumento dell’incertezza politica complicherebbe ulteriormente i piani della Banca del Giappone per la normalizzazione della politica monetaria.
Kazuo Ueda, governatore della BOJ, ha detto durante la notte che ci vuole ancora tempo per raggiungere in modo sostenibile l’obiettivo di inflazione del 2% della banca centrale, e ha segnalato che gli aumenti dei tassi saranno fatti con cautela e gradualmente.
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Dollaro, la forte economia statunitense e gli impulsi di Trump gli danno vigore
Il dollaro beneficia della forte economia statunitense e delle aspettative relative alla possibile vittoria di Donald Trump.
Il dollaro รจ salito mentre i Bitcoin hanno raggiunto il massimo da tre mesi a questa parte. I mercati, ad ogni modo, sembrano essere influenzati piรน che altro dallโaumento dei rendimenti obbligazionari statunitensi e dalle imminenti elezioni presidenziali.
La scorsa settimana i movimenti valutari hanno cavalcato il taglio dei tassi dโinteresse della Banca Centrale Europea e hanno beneficiato dei solidi dati provenienti dagli Usa, che hanno ridimensionato le aspettative sulla rapiditร attraverso la quale la Fed possa decidere di farli scendere. In particolare nel caso in cui donald trump dovesse vincere le elezioni
Lโindice del dollaro, che misura il biglietto verde rispetto alle principali valute rivali, รจ salito dello 0,17% a 103,65. Venerdรฌ risulta essere sceso dello 0,3%: il motivo รจ da ricercare nella propensione al rischio che รจ aumentata dopo che la Cina ha fornito maggiori dettagli sul suo ampio pacchetto di stimoli. Ma nel corso della settimana ha registrato guadagni dello 0,55%.
Sceso dello 0,16% l’euro scambiato a 1,0849 dollari, mentre la sterlina ha perso lo 0,18% a 1,3025 dollari.
In cosa consiste la forza del dollaro
Erik Nelson, stratega macroeconomico di Wells Fargo, spiega che la forza del dollaro รจ stata condizionata in gran parte dai tassi ed รจ stata una questione di crescita relativa. Secondo Nelson ci sono stati alcuni dati relativamente solidi negli USA, a partire dal rapporto sull’occupazione di inizio mese. Ma non solo: ci sono state le vendite al dettaglio decenti, il PIL che sta seguendo un andamento piuttosto buono in questo trimestre. D’altra parte l’Europa non sta andando altrettanto bene, la Bce รจ dalla parte dei accomodanti: รจ stata questa storia di divergenza.
Ad aiutare il dollaro, secondo molti analisti, ci sono anche i sondaggi che indicano un aumento delle probabilitร che Donald Trump vinca le elezioni il prossimo 5 novembre. Le sue proposte di politica tariffaria e fiscale sembrerebbero destinate a mantenere elevati i tassi di interesse statunitensi e a danneggiare i partner commerciali.
Bitcoin ha ricevuto una spinta, poichรฉ ci si aspetta che l’amministrazione Trump adotti una linea piรน morbida sulla regolamentazione delle criptovalute. L’ultima volta รจ sceso dello 0,1% a 68.333 dollari dopo aver toccato in precedenza 69.487 dollari, il suo massimo da fine luglio.
A scendere รจ lo yen giapponese
Scende dello 0,24% lo yen, che รจ scambiato a 149,89 dollari, dopo che in passato a superato il livello di 150, cosa che ha fatto brevemente la scorsa settimana per la prima volta da inizio agosto.
Chris Weston, responsabile della ricerca presso il broker online australiano Pepperstone, ha spiegato che il modo piรน chiaro per esprimere il rischio tariffario di Trump era acquistare dollari anzichรฉ euro, franchi svizzeri e pesos messicani. Secondo Weston i trader devono decidere se questo รจ il momento giusto per iniziare a piazzare operazioni elettorali con maggiore convinzione.
La scorsa settimana, lo yen รจ sceso dello 0,3%, l’euro dello 0,6% e la sterlina รจ rimasta invariata. Il peso messicano รจ sceso del 3%. L’euro รจ sceso di oltre il 3% in tre settimane, ha superato la media mobile a 200 giorni e si รจ attestato vicino al minimo degli ultimi 2 mesi e mezzo.
Il divario tra i rendimenti dei titoli di Stato americani e tedeschi a 10 anni si รจ ampliato fino a circa 189 punti base (bps), poichรฉ i rendimenti statunitensi sono aumentati nelle ultime settimane, mentre quelli tedeschi sono diminuiti.
Anche in Gran Bretagna i rendimenti si sono mossi contro la sterlina questo mese, a causa di dati piรน deboli sull’inflazione e delle aspettative che il ministro delle Finanze Rachel Reeves annuncerร un bilancio favorevole alle obbligazioni il 30 ottobre.
Lo spread tra i rendimenti dei titoli di Stato statunitensi e quelli dei titoli di Stato รจ passato da 24 punti a favore della sterlina a 3 punti negativi.
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L’euro guarda alla Bce, ma il mercato ha giร prezzato tre tagli dei tassi
Euro sorvegliato speciale questa mattina: rimane in attesa della decisione della Bce, ma ha giร prezzato tre tagli dei tassi.
A condizionare lโandamento dellโeuro, questโoggi, รจ il previsto taglio dei tassi da parte della Bce. Il dollaro, invece, ha sfiorato il massimo da undici settimane a questa parte, galvanizzato dalla prospettiva che Donald Trump possa vincere le elezioni e possa mettere in atto le sue politiche, che il mercato ritiene piรน rialziste.
Ha faticato a mantenere quota 150 dollari lo yen e si รจ attestato intorno a 149,765. Rispetto allโeuro la sterlina si รจ rafforzata, scambiato a 83,54 penny, anche se la valuta inglese รจ riuscita a tenersi vicina ai minimi da due mesi a questa parte raggiunti nella giornata di mercoledรฌ nei confronti del dollaro, grazie principalmente ai dati sullโinflazione inferiori alle attese nel Regno Unito.
L’euro guarda alla riunione della Bce
A tenere sotto scacco lโeuro, questa mattina, sono stati principalmente i deboli dati economici e i commenti accomodanti della Bce, che hanno convinto la maggior parte degli investitori che la Banca Centrale Europea possa fare un terzo taglio dei tassi a partire da giugno. Sono in molti, infatti, a ritenere che possano essere tagliati i tassi sui depositi di un quarto di punto.
Roberto Mialich, stratega forex di UniCredit, ritiene che la Bce non si voglia impegnare in ulteriori tagli dei tassi e non ritiene che lโimpatto sullโeuro possa essere drammaticamente negativo.
Al momento i mercati valutari sembrano aver giร scontato altre tre riduzioni fino a marzo 2025 per contenere lโonda lunga dellโinflazione nellโUnione europea.
Mialich ha spiegato che l’euro รจ diventato molto piรน fragile, soprattutto perchรฉ continua ad avvicinarsi a 1,08 o 1,0780: una rottura definitiva al di sotto di questi livelli rappresenterebbe la completa cancellazione dei guadagni realizzati da agosto e potrebbe aumentare la pressione di vendita.
Nel mercato piรน ampio, il dollaro ha raggiunto il massimo delle ultime 11 settimane rispetto a un paniere di valute analoghe, attestandosi a 103,65.
Il dollaro ha tratto sostegno da una serie di dati positivi sull’economia statunitense, che a loro volta hanno spinto i trader a ridurre le aspettative sui tagli dei tassi da parte della Fed, ma anche sulle maggiori probabilitร di una vittoria del candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump alle elezioni di novembre.
Thierry Wizman, stratega globale per i tassi e i cambi di Macquarie, spiega che le sue politiche fondamentali in materia di tariffe, immigrazione e tasse determinerebbero una prospettiva piรน inflazionistica negli Stati Uniti, riducendo le possibilitร di tagli aggressivi dei tassi da parte della Fed nel corso del ciclo.
Gli analisti prevedono un rafforzamento del dollaro in caso di vittoria di Trump e una pressione sui titoli obbligazionari.
Cosa sta accadendo in Cina
Dallโaltra parte del mondo, in Cina, una conferenza stampa si concentrata sulle misure volte a sostenere il settore immobiliare del paese. Anche se, sostanzialmente non รจ riuscita ad entusiasmare il mercato: le autoritร , in estrema sintesi, hanno confermato il loro impegno a rilanciare il mercato immobiliare. Ma non sono state fornite delle indicazioni aggiuntive sulle misure che intendono adottare. Lasciando a bocca asciutta la maggior parte degli operatori.
Lo yuan onshore ha invertito i guadagni iniziali e ha ceduto lo 0,05% a 7,1225 per dollaro, mentre la sua controparte offshore รจ salita di poco a 7,1358 per dollaro.
Jeff Zhang, analista azionario di Morningstar, ritiene che nella conferenza stampa di oggi siano state annunciate poche politiche incrementali per aumentare la domanda di immobili residenziali, poichรฉ il ministro ha ribadito l’autonomia dei governi municipali nell’allentare le restrizioni agli acquisti.
Il dollaro australiano, spesso utilizzato come valuta sostitutiva dello yuan, ha guadagnato solo lo 0,2%, attestandosi a 0,66780 dollari, poichรฉ la delusione proveniente dalla Cina ha compensato parte dei forti guadagni della valuta antipodea derivanti da un rapporto positivo sull’occupazione in patria.
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