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UK, dati su lavoro e salari positivi per il tema inflazione

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Nelle prime ore di martedì mattina, il National Office For Statistics del Regno Unito ha pubblicato alcuni importanti dati sull’andamento dell’economia. Questi hanno riguardato tanto l’andamento dei salari dei lavoratori quanto il tasso di disoccupazione, entrambi elementi importanti per valutare l’impatto della politica monetaria degli ultimi mesi fatta di forti rialzi dei tassi di interesse. I dati sono incoraggianti per il calo dell’inflazione, tema centrale del 2023 che la Bank of England ha più volte confermato essere la priorità per l’anno in corso. Dati meno incoraggianti per quanto riguarda la crescita economica, che spesso è l’elemento da sacrificare per poter far calare l’inflazione.

Bisogna notare che spesso, quando la priorità è ridurre il tasso di inflazione, non è semplicemente possibile farlo mentre l’economia cresce. Per questo motivo, anche se i dati hanno rivelato un lieve aumento della disoccupazione e un aumento inferiore al previsto dei salari, non necessariamente i dati provenienti dal Regno Unito sono negativi per la sterlina inglese. Se la priorità della Bank of England è ridurre la pressione sui prezzi, allora i dati pubblicati stamattina dall’ente nazionale di statistica si possono considerare positivi.

presentazione della notizia su dati di occupazione e salari nel Regno Unito
L’inflazione nel Regno Unito sembra essere più difficile da combattere per la banca centrale rispetto a quanto sta avvenendo nell’Eurozona

Cresce la disoccupazione, rallentano i salari

Per entrare nel dettaglio dei dati pubblicati dalla Bank of England:

  • L’aumento dei salari su base annua è stato del 5,8% come previsto dagli analisti, se si tengono i bonus in considerazione;
  • Escludendo i bonus, l’aumento è stato del 6,7% contro un’attesa del 6,8%;
  • Il tasso di disoccupazione è aumentato al 3,9%, mentre nella rilevazione precedente era al 3,8%.

Complessivamente i dati sono stati in linea con le attese, se non per divergenze minime. Difficile dire che qualcuno di questi dati abbia sorpreso, ma c’è da sottolineare che molto spesso negli ultimi mesi i dati che hanno una correlazione diretta o indiretta con il tasso di inflazione hanno portato a sorprese negative. Da notare anche i dati sono riferiti al mese di marzo, per cui non riflettono esattamente la stessa situazione presente ora all’interno dell’economia.

La reazione iniziale della sterlina inglese sul mercato del Forex è stata ribassista: il cambio con il dollaro è passato in pochi minuti da 1.252 a 1.248. Per quanto la differenza non sia estremamente significativa, lascia pensare che i mercati avrebbero voluto vedere dei dati ancora più ottimisti rispetto all’eventuale calo dell’inflazione.

foto di alcune banconote da 20 sterline
La svalutazione della sterlina dovuta al tasso di inflazione è la priorità di cui la Bank of England si sta occupando in questi mesi

Difficile ribaltare il problema dell’inflazione

Bisognerà aspettare ancora diversi giorni prima che vengano pubblicati i dati sull’inflazione nel Regno Unito, ma da mesi questo è ormai il tema centrale per imprese, consumatori e banchieri. Al pari di Eurozona e Stati Uniti, anche in UK la pressione sui prezzi rimane piuttosto alta; il calo degli ultimi mesi è spiegabile in gran parte dal calo del prezzo dei beni energetici come gas e petrolio, rendendo poco chiaro se i tassi di interesse in aumento abbiano giocato un ruolo rilevante. Nel frattempo, più volte i membri della banca centrale sono tornati a ripetere che l’inflazione è sempre più evidente anche nei salari.

Spesso gli economisti guardano ai salari per capire se il tasso di inflazione stia diventando un fenomeno strutturale all’interno di un’economia. Nel momento in cui i lavoratori guadagnano di più, spingono a loro volta i prezzi a crescere ancora. Il risultato è che combattere l’inflazione diventa ancora più complicato, rendendo necessari ulteriori interventi da parte delle banche centrali. Per questo motivo, il fatto che l’aumento dei salari sia stato più contenuto delle attese e che il tasso di disoccupazione sia in lieve aumento fanno pensare che nelle prossime rilevazioni il tasso di inflazione potrebbe a sua volta rallentare più delle previsioni attuali.

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