Investimenti
Il ministro Adolfo Urso: niente incentivi auto. 2,5 miliardi per spostare indotto su difesa e blue economy
Incentivi auto: il ministro Urso delinea il piano per salvare l’indotto.

Nessun incentivo per il mondo dell’auto, verso il quale l’atteggiamento sembrerebbe cambiato già da tempo. Lo ha affermato il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, insistendo sulla necessità, ravvisata dal governo, di intervenire sulla filiera anche aiutandola nella riconversione verso settori più redditizi e con domanda più importante, su tutti la difesa. È un bollettino di guerra dunque sia per le industrie del settore auto sia per quelle della filiera. I bonus, che hanno accompagnato e sostenuto una domanda che è comunque venuta meno, non hanno funzionato.
Questo almeno nell’interpretazione di Palazzo Chigi, che comunque mette sul tavolo 2,5 miliardi, che saranno utilizzati nel complesso per tutelare appunto l’indotto, che sarà più facile riconvertire, date anche le nuove necessità – invero assai impellenti – di riarmo europeo. Un disegno che può funzionare? Dal mondo dell’auto, come prevedibile, arrivano fumate nere. I cordoni della borsa però sono saldamente in mano alla politica e ci si potrà fare davvero poco.
Difesa, Blue Economy e cyberisicurezza: obiettivo ripensare l’indotto del mondo auto
L’obiettivo è certamente ambizioso: riconvertire almeno in parte un indotto auto in grande sofferenza da anni e arrivato al culmine della crisi – inevitabilmente – insieme al settore dei grandi produttori di auto. I settori individuati dal governo – secondo le parole di Adolfo Urso, ministro del Made in Italy – sarebbero quattro. Difesa, aerospazio, blue economy (una sorta di green economy 2.0) e cybersicurezza. Per i primi due aspetti la cosa potrebbe forse essere più semplice sulla carta, per gli ultimi due, dicono dalla regia, ci sarà da lavorare.
L’obiettivo è dirottare addetti e capitali che oggi sono impiegati nel mondo dell’auto verso settori che, verosimilmente, garantiranno più domanda e più profitti.
Intanto si sarebbe ottenuto un invio delle sanzioni del 2025 in merito alle questioni legate al passaggio all’elettrico e anche una revisione possibile dei regolamenti che riguardano i veicoli leggeri. A Roma si canta vittoria, vedremo se lo farà anche un settore, quello auto, ormai dipendente anche da bonus, sgravi e fiumi di denaro pubblico.
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