Cina: fondi hedge intrappolati nello short. Problemi a borsa Shanghai portano al caos

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Quando le mosse delle banche centrali e dei ministeri delle finanze sono a sorpresa, rischiano di scottarsi anche gli investitori con le spalle più larghe. Lo hanno imparato a loro spese i fondi hedge che erano short sullo yen dopo la sorpresa di fine luglio con il rialzo dei tassi firmato Kazuo Ueda, e lo stanno imparando di nuovo, sempre a loro spese, con il programma di forte sostegno all’economia rivelato, in più parti, durante la settimana a Pechino.

Secondo uno scoop di Bloomberg sarebbero diversi i fondi quant intrappolati negli short sulle azioni cinesi, dopo che le borse cinesi hanno fatto registrare la migliore performance da diversi anni a questa parte. A pesare sarebbero gli short sui futures sui principali indici della borsa cinese, secondo rivelazioni di fonti che preferiscono non rivelare la loro identità. E a peggiorare la situazione, ci sarebbe stato un malfunzionamento degli scambi a Shanghai che avrebbe reso impossibile vendere titoli per coprire le margin call. Una storia di ordinaria follia che ricorda però al mondo come anche i più solidi, i più intelligenti e i più strutturati gestori di fondi possono compiere errori imperdonabili.

Un colpo dopo l’altro

La situazione descritta da Bloomberg è delle peggiori: in mezzo a questa storia di ordinaria follia sarebbero finiti fondi hedge che avevano già subito perdite importanti a febbraio, con il crollo del settore azionario cinese, crollo che era stato uno dei primi campanelli d’allarme di una stagione complicata per la finanza e l’economia cinesi. Anche in quel caso però ci fu lo zampino delle autorità, che cercarono di limitare la speculazione sulle azioni small cap quotate sulle principali borse cinesi.

Una storia ricca di particolari certamente divertenti per chi è in grado di cogliere il romantico che avviene ai piani alti della finanza, con diversi broker che avrebbero accordato estensioni delle margin call per i fondi intrappolati nelle loro stesse posizioni, complice appunto anche un malfunzionamento della borsa di Shanghai che avrebbe reso pressoché impossibile liquidare asset per coprire appunto le chiamate che nessun investitore vorrebbe mai ricevere.

Un mix di leva, sorprese delle autorità e problemi tecnici

Una sorta di tempesta perfetta che ha finito per travolgere diversi dei principali operatori per questo tipo di strumenti sulla borsa cinese. Le strategie che implementano in DMA – sempre secondo quanto riporta Bloomberg – prevedono infatti investimenti su azioni singole e short sull’indice di riferimento, in entrambi i casi con leve importanti.

La combo che ha atterrato diversi degli operatori più smart è stata quella di indici che correvano molto più delle azioni singole che avevano in portafoglio.

Tutto questo mentre entrare sulle azioni più forti del momento era reso impossibile dai problemi della borsa di Shanghai. Una combinazione di fattori evidentemente in grado di atterrare anche i più preparati tra gli operatori finanziari. Con il centro nevralgico delle piazze che – come aveva ricordato anche Bank of Japan – rimane però la decisione di autorità che hanno piena libertà di operare come meglio credono. Senza curarsi dei risultati di strategie complesse e rischiose implementate dai quant.

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