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Le elezioni francesi spingono l’euro in alto. Ora attesa per il secondo turno e per inflazione preliminare
Le elezioni in Francia hanno restituito un quadro che piace ai mercati, o meglio piace sia all’azionario francese, sia all’Euro, che nel corso della mattinata ha piazzato un +0,5% in alcune fasi di trading, facendo registrare un gain nell’intraday che non si vedeva da tempo. Il motivo è presto spiegato: dal primo turno esce vittoriosa dalle urne Marine Le Pen, cosa preventivata dai mercati e che gli stessi temevano. Tuttavia la maggioranza, in attesa del secondo turno, potrebbe non essere sufficiente per avere la maggioranza assoluta dei seggi, cosa che permetterebbe appunto al partito di Le Pen di nominare il primo ministro da solo.
Una buona giornata dunque per i mercati e anche per chi era long sull’euro contro il dollaro, aspettandosi risultati migliori di quelli preventivati dai mercati, per un esito elettorale che è marginalmente migliore di quanto i mercati avevano computato, per le ultime due settimane che sono state all’insegna delle forti preoccupazioni anche sul fronte del Forex. Reazione knee jerk, istintiva da parte dei mercati. La paura di fondo, che è poi la stessa che aveva permesso l’allargamento dello spread tra Parigi e Berlino era quella di un partito fortemente anti-europeista a capo del Parlamento e in grado di esprimere il primo ministro, che per quanto conti “poco” nell’assetto istituzionale francese, sarebbe stato un messaggio chiaro anche contro l’area euro.
Per i mercati pericolo scampato in Francia: euro pimpante sui mercati
Se dovessimo commentare in una frase quanto venuto fuori dalle urne della Francia potremmo parlare, almeno secondo la lettura che ne hanno dato i mercati, di pericolo scampato. Per quanto manchi ancora il secondo turno, che terrà tutti impegnati il prossimo 7 luglio. Sembra ci sia la volontà del solito, storico, classico patto per tenere fuori l’estrema destra dalle stanze dei bottoni e tanto basta ai mercati per far rimbalzare l’euro e per dare una spinta decisa anche a CAC 40, il più rappresentativo degli indici della borsa francese.
Tutto questo mentre comunque manca l’ufficialità dell’accordo – per quanto sembri questione ormai di ore – e per quanto si dovrà comunque tornare alle urne per il secondo turno, che potrebbe riservare ancora delle sorprese.
Per il momento però tutto è bene quel che finisce bene, ancora una volta nell’interpretazione dei mercati di questo momento, con le principali preoccupazioni che sembrerebbero essere svanite e che dovrebbero quantomeno contribuire a scacciare le nubi più cupe sul futuro dell’euro, anche in termini di movimento di mercato.
Prima delle elezioni, tanti dati macro
Ci sarà domani il dato preliminare sull’inflazione in Europa, dal quale non ci si aspettano miglioramenti significativi. Il divario comunque tra le aspettative, al 2,5% per la CPI classica e al 2,8% per la Core, potrebbero contribuire a rinforzare il trend oppure a tarpargli le ali già sul nascere, mentre appunto monteranno nuove analisi sul possibile esito definitivo che verrà fuori dalle urne francesi.
Una situazione complessivamente di grande preoccupazione che per il momento sembrerebbe essere sopita, sempre però in attesa anche dei tanti dati – principalmente sullo stato di salute del mercato del lavoro negli USA – che potrebbero avere un impatto significativo sulla seconda parte della coppia, ovvero appunto sul dollaro USA.
Chi si aspettava un 2024 noioso sul fronte del Forex è stato smentito, chi ama la volatilità, anche improvvisa, innescata da notizie fondamentalmente esterne al mercato, ha vissuto una prima metà del 2024 interessante e probabilmente ne vivrà una non peggiore in questa seconda metà. Ora però occhi puntati in due direzioni: il primo a Francoforte per i dati sull’inflazione, il secondo a Parigi per capire quanto solido sarà l’eventuale accordo in attesa della seconda tornata elettorale.