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Per lo yen è collasso totale. Persa quota 158 contro il dollaro. Short mai così alti da parte dei fondi. Cosa succederà?

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È collasso per lo yen: la divisa nazionale giapponese ha finito per perdere anche la soglia dei 158, con i dati che arrivano dal posizionamento dei fondi hedge che non promettono nulla di buono, per quanto non siano necessariamente un’anticipazione di quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni. Il weekend forse aiuterà a portare consiglio, per quanto nelle ultime ore siano maturate delle convinzioni che sono sia solide, sia fonte di enorme preoccupazione per quella che è la valuta nazionale di Tokyo. Una valuta che storicamente aveva sempre offerto delle performance importanti proprio nei momenti di massima crisi per i mercati (e per il mondo in generale) e che oggi invece appare sempre di più come il grande malato del mondo Forex.

In pochi si sarebbero immaginati di dover fare i conti con uno yen così debole. In tanti, tra gli operatori di mercato e anche tra gli analisti, si aspettavano una corsa ribassista di questo livello, in particolare dopo che per settimane si sono susseguiti annunci da parte sia di Bank of Japan, sia da parte invece del Ministero delle Finanze a tutela del valore dello yen stesso. Annunci però che sono rimasti lettera morta e ai quali non è stato fatto seguire in alcun modo un impegno fattivo, concreto e più in generale un intervento a mercato da parte delle suddette autorità.

Collasso totale per lo yen giapponese

JPY fa tremare il mondo: break per il weekend può aiutare?

Le preoccupazioni sono di quelle importanti: tutte le principali testate che si occupano di economia e finanza aprono parlando di una crisi senza fine per lo yen giapponese. Contro il dollaro statunitense, la divisa nazionale di Tokyo ha perso poche ore fa anche quota 158, una possibilità che avevamo indicato già nell’approfondimento di ieri, dopo che Tokyo aveva deciso di lasciare i tassi invariati. Una mossa attesa, che però ha testimoniato in concomitanza che di spazio per fare manovre a mercato ce n’è poco, che non si utilizzeranno i tassi di interesse per difendere il valore dello yen e che in realtà gli annunci sarebbero rimasti appunto… annunci.

Una situazione sulla quale si aggiunge l’enorme aumento dei contratti short acquistati dai fondi hedge: un posizionamento che in molti avrebbero ritenuto come anomalo soltanto pochi giorni fa, quando lo yen era ancora in quota 155, già ritenuta una sorta di Linea Maginot che avrebbe dovuto tenere agli assalti degli shorter, i ribassisti sullo yen che non hanno mai creduto alla possibilità che Tokyo intervenisse sul serio.

Lo yen perde oltre il 4% da inizio anno

Le salvaguardie ci sono davvero?

L’altra domanda alla quale i mercati stanno rispondendo i modo negativo è la presenza di quelle salvaguardie la cui esistenza era stata fatta intendere proprio dalle autorità giapponesi. Dalla possibilità di intervenire direttamente sui mercati, fino invece alla possibilità di coordinarsi con Washington proprio a tutela della stabilità dei cambi. Non sembrerebbe sia venuto fuori nulla di buono anche dalla discussione al G7 proprio sullo stesso tema.

Con gli short che sono a livelli mai visti prima, con l’assenza di possibilità di intervento che è ormai considerata un assunto molto vicino alla realtà dal grosso dei trader, è difficile immaginare per ora che possa esserci un’inversione di trend per JPY, per una crisi che – vuoi anche per ragioni storiche – preoccupa più di quelle di altre valute.

Certo non stanno aiutando anche le performance dell’indice DXY, l’indice che confronta il dollaro USA con un paniere delle principali valute internazionali, tra le quali comunque lo yen è la peggiore, con una perdita da inizio 2024 che supera il 4%. Il weekend, con i mercati che saranno chiusi, potrebbe aiutare a portare consiglio. Da lunedì però potrebbe aprirsi un altro fronte di guerra, che è quello che preoccupa maggiormente i mercati.

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