domenica, Ottobre 6, 2024

Inflazione, in Gran Bretagna sale al 2,2%. Al di sotto delle attese

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Per la prima volta nel 2024 l’inflazione in Gran Bretagna è aumentata. Anche se meno delle attese: i prezzi dei servizi, costantemente sotto la lente d’ingrandimento della Banca d’Inghilterra, sono aumentati più lentamente.

Entrando nel dettaglio risulta essere aumentato al 2,2% il tasso di inflazione dei prezzi al consumo. Ricordiamo che la banca centrale britannica ho posto l’obiettivo al 2%. Il dato, ad ogni modo, risulta essere leggermente migliore rispetto alla linea mediana fissata al 2,3% prevista da un sondaggio tra gli economisti effettuato da Reuters.

Inflazione in aumento in Gran Bretagna, l’impatto sull’economia

I dati sull’inflazione hanno avuto un impatto immediato sulla sterlina, che è calata bruscamente rispetto al dollaro statunitense dopo la loro pubblicazione. I mercati finanziari avevano scontato una probabilità del 44% di un taglio dei tassi di un quarto di punto da parte delle BoE a settembre (prima della pubblicazione dei dati la percentuale era ferma al 36%).

La Banca d’Inghilterra, quando aveva tagliato i tassi d’interesse dal massimo degli ultimi sei mesi del 5,25%, aveva sottolineato che i dati dell’inflazione al 2% registrati a maggio e giugno, con ogni probabilità, avevano segnato uno dei punti più bassi per il costo della vita.

Le previsioni della BoE erano che l’indice dei prezzi al consumo potessero salire al 2,4% nel corso del mese di luglio. E che si sarebbe attestato a quota 2,75% entro la fine dell’anno, beneficiando dell’attenuarsi del brusco calo dei prezzi dell’energia avvenuto nel 2023.

Martin Sartorius, economista capo della Confederazione dell’industria britannica, ha spiegato che i dati odierni forniranno al Comitato di politica monetaria della Banca un certo grado di fiducia nel fatto che le pressioni sui prezzi interni abbiano meno probabilità di ostacolare un ritorno sostenibile all’obiettivo del 2%.

L’inflazione britannica ha raggiunto il picco massimo degli ultimi 41 anni dell’11,1% nell’ottobre 2022, trainata da una vera e propria impennata dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari dopo l’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, nonché dalla carenza di manodopera e dall’interruzione della catena di approvvigionamento dovute al Covid 19.

L’inflazione dei prezzi al consumo è ancora inferiore rispetto alla zona euro, dove la Banca centrale europea ha tagliato i tassi di interesse a giugno, e agli Stati Uniti, dove si prevede che la Federal Reserve possa iniziare a tagliare i tassi il mese prossimo.

Inflazione, calano i prezzi degli alberghi

Le pressioni inflazionistiche a lungo termine continuano a rimanere sotto la lente d’ingrandimento della BoE. Sotto i riflettori sono finiti prima di tutto i prezzi dei servizi e dei salari, oltre che una generale debolezza del mercato del lavoro.

I dati resi noti quest’oggi mettono in evidenza che l’inflazione annuale dei prezzi dei servizi è scesa al 5,2% di luglio dal 5,7% del mese di giugno. Percentuale ben al di sotto delle previsioni contenute in un recente sondaggio effettuato da Reuters. ricordiamo che lo staff della BoE aveva previsto un calo al 5,6%.

Il calo dell’inflazione dei prezzi dei servizi riflette un’inversione di tendenza rispetto al forte aumento registrato a giugno nei costi degli alberghi, nonché la pressione al ribasso esercitata dalle tariffe aeree, dai servizi di soccorso stradale, dai pacchetti vacanze e dai servizi culturali, tra cui la musica dal vivo.

Molti economisti hanno attribuito parte dell’aumento dei prezzi di giugno ai tour di concerti in Gran Bretagna, tra cui quello della cantante statunitense Taylor Swift, sebbene l’ONS abbia affermato che non è possibile stabilire un collegamento chiaro.

I mercati finanziari hanno scontato ulteriori 0,49 punti percentuali di tagli da parte della BoE nel resto dell’anno, in aumento rispetto agli 0,46 punti percentuali registrati prima della pubblicazione dei dati.

Pierpaolo Molinengo
Pierpaolo Molinengohttps://www.pierpaolomolinengo.com/
Laureato in materie letterarie e giornalista pubblicista iscritto all'Albo dal 2002 [Link di verifica iscrizione all'Albo]. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin da subito, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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