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Cina toccherà il picco del consumo di carbone nel 2025
La Cina si sta avvicinando al momento in cui il consumo nazionale di carbone dovrebbe toccare il picco, lasciando poi finalmente spazio a un molto auspicato phase-out. Questa è la previsione di Sinopec, gigante cinese del settore energetico controllato dallo Stato. Secondo la società, intorno alla metà del 2025 si dovrebbe raggiungere il picco storico del consumo di carbone. Si prevede poi che il phase-out sia piuttosto rapido, grazie al boom degli investimenti del governo sulle rinnovabili. Proprio pochi giorni fa, è arrivata la conferma che la capacità di produzione da fonti rinnovabili in Cina ha superato il 50% del fabbisogno energetico totale nazionale.
Pechino ha fissato l’obiettivo di lungo termine di arrivare al net zero entro il 2060, un obiettivo che richiede necessariamente di spegnere le centrali a carbone il prima possibile. Fino a questo momento si sono fatti grandi progressi nell’aumentare la quota di rinnovabili nel mix energetico, ma altri passaggi della transizione sono stati relativamente trascurati: l’utilizzo di energia nucleare o di gas naturale, ad esempio, è decisamente inferiore rispetto a quanto avviene in Occidente. Questo significa che per il momento esiste una forte spaccatura nelle fonti di energia cinesi: una leadership mondiale sul fronte dell’energia pulita, ma al tempo stesso ancora una grandissima dipendenza dal carbone.
Picco di carbone a oltre 4 mld di tonnellate
Secondo il recente report di Sinopec, il picco di consumo annuo di carbone in Cina dovrebbe toccare 4,37 miliardi di tonnellate nel 2025. Considerando che bruciare 1 kg di carbone libera mediamente 2,52 kg di CO2, significa che complessivamente la Cina emetterà oltre 10 miliardi di tonnellate di anidride carbonica -il gas principalmente responsabile del cambiamento climatico e del surriscaldamento globale- nel solo 2025. Ma se queste cifre possono far pensare alla Cina come a un “eco-mostro”, bisogna anche compensarle con i dati molto positivi sulla produzione di energia rinnovabile. Sempre secondo Sinopec, soltanto attraverso l’energia eolica e fotovoltaica la Cina dovrebbe essere in grado di produrre l’energia equivalente a bruciare 3 miliardi di tonnellate di carbone ogni anno entro il 2025. Attualmente oltre il 15% dell’energia consumata in Cina è prodotta a partire da fonti rinnovabili, contro il 13,1% degli Stati Uniti.
Entro il 2030, picco nel consumo di petrolio
Alcune delle informazioni più interessanti del report di Sinopec riguardano gli altri combustibili fossili, di cui la Cina è un grande importatore. Mentre Pechino riesce a essere grossomodo autosufficiente per quanto riguarda la produzione di carbone, la gran parte del petrolio e del gas naturale sono importati: il primo prevalentemente da Russia, Kuwait e Qatar, il secondo principalmente da Russia e Australia. Xi Jinping vorrebbe che si arrivasse presto a ridurre la dipendenza da questi partner internazionali, puntando di più sull’indipendenza energetica. Per la Cina le rinnovabili non sono solo una questione di transizione climatica, ma anche di autarchia e di abbassamento dei costi del mix energetico.
Per quanto riguarda il consumo di petrolio, Sinopec si attende che il picco dovrebbe arrivare tra il 2026 e il 2030 con un consumo totale di 800 milioni di tonnellate all’anno. La previsione è stata anticipata rispetto al report dello scorso anno, citando un trend di adozione delle auto elettriche più rapido del previsto. Inoltre, considerando che già attualmente la Cina consuma circa 760 milioni di tonnellate di petrolio ogni anno, significa che i consumi non tenderanno ad aumentare granché prima di iniziare poi a scendere. Ci vorrà invece molto più tempo per uscire dalla dipendenza del gas naturale, per il quale si prevede che il consumo dovrebbe raggiungere l’apice nel 2040 e poi scendere molto lentamente. A lungo termine, Sinopec si aspetta che il gas rappresenti circa il 13% dell’energia prodotta complessivamente in Cina ogni anno.