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Exxon Mobil potrebbe acquisire Pioneer Natural Resources

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Exxon Mobil Corporation, una delle principali compagnie petrolifere statunitensi di importanza mondiale, ha avuto un colloquio preliminare con Pioneer Natural Resources Company, una società americana impegnata nell’esplorazione di idrocarburi con sede a Irving, in Texas, per una possibile acquisizione del produttore statunitense del cosiddetto petrolio di scisto, un petrolio non convenzionale prodotto dai frammenti di rocce di scisto bituminoso mediante i processi di pirolisi, idrogenazione o dissoluzione termica.

Secondo quanto riferito venerdì 8 aprile dal quotidiano Wall Street Journal, citando persone che hanno familiarità con la questione, le discussioni tra le due società su un potenziale accordo sono state informali, aggiungendo che i dirigenti della Exxon hanno discusso di un potenziale legame con almeno un’altra società.

Exxon sta studiando il potenziale acquisto del perforatore di scisto Pioneer

Una potenziale fusione a lungo vociferata

Le voci di una potenziale acquisizione del grande produttore del bacino del Permiano Pioneer Natural Resources da parte di Exxon Mobil circolano periodicamente ormai da anni, molto prima che Pioneer decidesse di diventare una società cosiddetta “pure play”, focalizzata esclusivamente sulla regione più prolifica di petrolio e gas degli Stati Uniti.

In parte ciò potrebbe avere a che fare con il fatto che le sedi centrali di entrambe le società sono state a lungo ospitate proprio di fronte all’autostrada, nel sobborgo di Dallas di Las Colinas, un’enclave compatta in cui i dirigenti delle società senza dubbio si incrociano regolarmente.

Non sorprendono, quindi, le voci sui colloqui di fusione in corso.

Exxon Mobil starebbe tentando di dominare il bacino del Permiano

Dopo aver registrato profitti record nel 2022, quando ha guadagnato la cifra record di 55,7 miliardi di dollari grazie ai prezzi altissimi del petrolio e del gas e ha chiuso l’anno con 29,6 miliardi di dollari di liquidità ed equivalenti, Exxon è ora piena di liquidità.

Pertanto, secondo persone che hanno familiarità con i piani della società, ha esplorato opzioni che potrebbero rimodellare una fascia dell’industria petrolifera e del gas statunitense spingendo Exxon più in profondità nel petrolio di scisto del Texas occidentale.

Questa settimana, inoltre, il più grande produttore di petrolio statunitense ha segnalato che i suoi profitti operativi del primo trimestre sono calati di circa il 25% rispetto al quarto trimestre dello scorso anno, a causa del calo dei prezzi del petrolio e del gas e dell’aumento dei costi di manutenzione delle raffinerie. I risultati del trimestre conclusosi il 31 marzo dovrebbero essere comunicati il 28 aprile.

Exxon considera, dunque, Pioneer un obiettivo primario per mettere a frutto i suoi “profitti inattesi”, secondo quanto si legge nel rapporto, aggiungendo che i colloqui potrebbero non sfociare in trattative formali e che Exxon potrebbe infine puntare su un’altra società.

L’unione di questi due colossi petroliferi avrebbe siti di trivellazione incentrati sul bacino del Permiano che supererebbe qualsiasi altro operatore del bacino

Pioneer è il più grande proprietario di leasing nella parte del bacino del Midland della grande regione del Permiano negli Stati Uniti. Quando a metà 2019 ha ceduto le ultime attività non strategiche, è sembrato a molti osservatori che la dirigenza della società si stesse preparando a diventare un obiettivo primario per un’acquisizione e che le voci di lunga data di un’eventuale fusione con Exxon Mobil potessero concretizzarsi. Tuttavia, a più di tre anni di distanza, Pioneer è ancora il re figurativo del petrolio e del gas di Midland, in Texas.

La dirigenza di Exxon Mobil, d’altra parte, non ha fatto mistero di avere piani di crescita aggressivi nel bacino del Permiano e ha recentemente presentato un budget di capitale rafforzato per la regione per il 2023 e oltre.

L’unione di questi due colossi petroliferi avrebbe una base di asset e una serie di potenziali siti di trivellazione incentrati sul bacino del Permiano che supererebbe qualsiasi altro operatore del bacino. Le rispettive aree di proprietà detenute dalle società hanno un elevato grado di connettività, caratteristica sempre desiderata da qualsiasi acquirente che voglia massimizzare i guadagni di efficienza e le economie di scala.

Sia Exxon Mobil che Pioneer hanno rifiutato di commentare la notizia.

A differenza delle aziende concorrenti, Exxon Mobil è, però, rimasta lontana dall’utilizzo di energie rinnovabili come il solare e l’eolico. Per questo motivo, sta cercando ora di implementare i suoi piani di transizione energetica, che si basano sulla riduzione delle emissioni di carbonio derivanti dalle proprie operazioni. Per fare ciò, si prevede che l’azienda spenderà circa 10 miliardi di dollari entro il 2027, secondo quanto dichiarato recentemente da Darren Woods, l’amministratore delegato di Exxon Mobil.

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