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Fitch: bond immobiliari cinesi ancora in difficoltà nel 2024

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Uno dei trend che hanno dominato il 2023 è stato quello delle difficoltà dell’economia cinese, comprovate da risultati decisamente sotto le attese per quanto riguarda crescita e consumi. Difficoltà che hanno avuto alla base la crisi immobiliare in cui la Cina si trova dal 2021, fomentata da un eccessivo indebitamento contratto dagli sviluppatori locali. Dopo le grandi difficoltà di Evergrande e di Country Garden, la situazione secondo Fitch non è ancora risolta: la celebre agenzia di rating si aspetta che i bond connessi al settore immobiliare in Cina continueranno a essere sotto pressione anche nel corso del 2024. Le cose potrebbero andare meglio sul fronte macroeconomico, ma sembra che per le obbligazioni connesse al real estate potrebbero addirittura peggiorare.

Fitch fa notare che, in questo momento, il quadro rimane negativo per tutto il mercato immobiliare cinese. Il numero di compravendite rimane basso e i criteri che le banche applicano ai clienti che intendono ricevere dei mutui sono molto stringenti. Ancora più stringenti sono poi i criteri applicati alle società che sviluppano progetti immobiliari: una situazione difficile per il mercato del credito, che paralizza un mercato già in stato di sofferenza. Gli sviluppatori potrebbero rivolgersi dunque ancora al mercato delle obbligazioni per raccogliere capitali, andando ad aggravare un livello di indebitamento già piuttosto elevato.

Fitch si mantiene pessimista sui bond del real estate in Cina

Fitch prevede un indebitamento in aumento

Stando ai dati di Fitch, nel 2023 le società cinesi si sono trovate a ripagare 255.1 miliardi di yuan in obbligazioni onshore e 4.9 miliardi di dollari in obbligazioni offshore; la previsione per il 2024 è che le stesse aziende si ritrovino con obbligazioni onshore in scadenza per 328.7 miliardi di yuan e obbligazioni offshore per addirittura 6 miliardi di dollari. Un aumento considerevole, dopo un anno in cui molti grandi sviluppatori sono riusciti a stento a evitare il default. Le cose potrebbero migliorare grazie a un intervento del governo o della banca centrale a sostegno del settore, ma fino a quel momento la possibilità di nuove bancarotte di alto profilo rimane elevata.

Fitch suggerisce che le società di proprietà dei governi locali abbiano un indebitamento più basso e meno problematico, mentre le aziende private risultano essere più esposte alla possibilità di default sui debiti obbligazionari. L’agenzia di rating fa notare che gli sviluppatori già in default dovrebbero comunque continuare la loro traiettoria di ristrutturazione del debito, con la previsione di vedere 10.9 miliardi di obbligazioni in yuan ripagate nel corso del prossimo anno. Una piccola frazione del loro debito complessivo, ma comunque un segno di buona fede che potrebbe aiutare gli investitori internazionali a ritrovare fiducia nel mercato immobiliare cinese.

Continuano le difficoltà per l’immobiliare in Cina

Un mercato ancora in difficoltà

A ottobre, per aiutare il mercato immobiliare, il governo cinese ha raccolto $140 miliardi con una nuova emissione di obbligazioni e li ha girati ai governi locali affinché potessero spenderli in nuove infrastrutture. Nel frattempo si stanno intensificando i rumours riguardo a una possibile estensione dei mutui per oltre 1 triliardo di yuan di mutui in corso, cercando di venire incontro alle esigenze dei mutuatari. Nel complesso, però, queste misure riguardano degli importi piccoli rispetto alla dimensione della crisi che il settore immobiliare cinese sta attraversando. A novembre i prezzi sono scesi ancora e il trend di dicembre, fino a questo momento, non sembra in alcun modo diverso. Inoltre i veicoli finanziari messi a disposizione dalla banca centrale per aiutare le società immobiliari a finanziarsi, fino a questo momento, hanno trovato poco utilizzo.

Secondo Donald Low, professore di politiche pubbliche all’Università di Hong Kong, ci vorrebbero 3.2 triliardi di yuan per finanziare il completamento di tutti i cantieri già iniziati. Nel frattempo, l’indebitamento delle famiglie è arrivato al 64% del PIL e sembra che i consumatori, in questo momento, siano concentrati soprattutto sul ripagare i debiti già contratti piuttosto che sul richiedere nuovi mutui e investire in immobili.

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