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Fotovoltaico, ancora licenziamenti: è il turno di SolarEdge

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La domenica non è trascorsa tranquillamente per i dipendenti di SolarEdge, uno dei maggiori player americani nel mondo dei pannelli fotovoltaici. La società ha infatti comunicato di star intraprendendo un piano di licenziamenti, che dovrebbe riguardare addirittura 900 dipendenti. Si tratta del 16% della forza lavoro della società, che ne uscirà quindi sensibilmente ridotta. SolarEdge è la quarta grande impresa di pannelli fotovoltaici che decide di tagliare il suo organico tra dicembre e oggi, cosa che dimostra quanto le condizioni avverse del mercato in questo momento stiano pesando sui produttori. La responsabilità è attribuita soprattutto a nuove leggi passate in California, ai tassi d’interesse elevati e alla concorrenza cinese.

Secondo il comunicato della società, maggiori dettagli verranno forniti durante la presentazione dei risultati trimestrali del Q4 2023, in programma per febbraio. Nel frattempo il CEO Zvi Lando ha fornito una dichiarazione che cerca al tempo stesso di dare l’addio oltre un settimo dei dipendenti della società senza far preoccupare gli azionisti. Ha dichiarato che la misura fa parte di un piano di ristrutturazione dei costi, ma che SolarEdge rimane ottimista sulla direzione del mercato dell’energia rinnovabile e sulle prospettive dell’energia fotovoltaica nei prossimi anni. In sostanza, la dichiarazione cerca di non far preoccupare troppo i mercati riguardo alla traiettoria dell’azienda.

Attualmente 6 delle 7 maggiori imprese produttrici di pannelli solari sono cinesi

Un altro colpo duro per il fotovoltaico

Le difficoltà di SolarEdge erano diventate note al pubblico durante lo scorso trimestre, quando durante l’appuntamento con gli azionisti Zvi Lando aveva già fornito una previsione ben sotto le attese per i ricavi del periodo successivo. La società aveva detto di attendersi ricavi per 300-350 milioni di dollari per il quarto trimestre dell’anno, ovvero la metà di quelli previsti dagli azionisti di Wall Street. Dopo quella dichiarazione, le azioni SolarEdge avevano perso il 22,3% del loro valore prima ancora che i mercati aprissero nella giornata successiva. Il fatto che ora SolarEdge abbia deciso di tagliare il personale potrebbe indicare che il calo dei risultati non sia legato a un singolo trimestre.

L’azienda di origini israeliane, poi cresciuta soprattutto negli USA, non è la sola che si sta trovando in questa situazione. Sia SunPower che Palmetto hanno licenziato un numero non confermato di persone a dicembre e a gennaio, cosa che si evince solo dal fatto che i costi di buona uscita delle due società abbiano avuto un’impennata di recente. Nel frattempo anche il colosso Enphase Energy ha tagliato il 10% della forza lavoro, circa 350 dipendenti. Per quanto SolarEdge si dica ottimista per il 2024, considerando che il quadro macroeconomico dovrebbe migliorare nel corso dell’anno, in questo primo trimestre ci sono diversi fattori che stanno remando contro alle imprese del fotovoltaico.

La valutazione di SolarEdge è scesa del 80% rispetto al suo massimo storico

Un po’di California e molta Cina

A dicembre la California ha rivisto la sua normativa sui pannelli fotovoltaici residenziali che non veniva ritoccata da ben 26 anni. La regolamentazione precedente prevedeva un compenso piuttosto generoso per ogni kW di potenza che i clienti residenziali immettevano nella rete, mentre ora questo incentivo è stato fortemente ridimensionato. La domanda da parte dello Stato più soleggiato degli USA ne ha immediatamente risentito, con gli ordini calati a picco e diverse proteste da parte di chi traeva più beneficio dalle normative precedenti.

Al di fuori degli Stati Uniti, poi, SolarEdge aveva sempre trovato terreno fertile nel mercato europeo. Questo oggi si trova stretto tra due forze che remano totalmente contro alla società: un’inondazione di pannelli fotovoltaici cinesi a prezzi estremamente bassi, con cui nessuna società occidentale può competere, e la volontà della Commissione Europea di passare nuove leggi per promuovere le vendite di pannelli prodotti in Europa. Storicamente SolarEdge aveva prodotto anche in Cina, ma lo scorso anno aveva deciso di chiudere il suo stabilimento e di cominciare a rimpatriare la produzione negli USA in vista degli incentivi dell’Inflation Reduction Act.

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