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Gas e petrolio, Exxon riporta crollo di margini e domanda

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ExxonMobil, la più grande azienda americana quotata in Borsa nel settore di gas e petrolio, lancia l’allarme sul petrolio e sul gas naturale. L’azienda ha diffuso un comunicato stampa per aggiornare gli investitori sull’andamento del core business, in anticipazione dei prossimi dati trimestrali che verranno pubblicati a fronte della chiusura del Q2 2023. L’aggiornamento non è stato accolto con favore da Wall Street, con le azioni Exxon che hanno chiuso la giornata a -2.2% e il settore energetico che ha trainato i ribassi dei listini azionari statunitensi.

Gli investitori hanno iniziato ad aggiustare le proprie previsioni riguardo alla pubblicazione dei dati del secondo trimestre. Non soltanto quelli di ExxonMobil, ma quelli di tutte le principali aziende coinvolte nell’estrazione e nella raffinazione delle materie prime energetiche. Exxon ha specificato che l’utile d’esercizio di marzo-giugno risentirà di un calo di $2.2 miliardi dovuto ai margini inferiori sui prodotti raffinati, mentre i prezzi in calo del petrolio causeranno un ulteriore danno di $100 milioni. RBC Capital è stata la prima grande società di analisi a rivedere le proprie previsioni, aspettandosi ora che Exxon chiuda il Q2 con un profitto di $7.5 miliardi. Per avere un riferimento, nello stesso periodo dello scorso anno gli utili avevano superato gli 11.4 miliardi di dollari.

Dopo dati record nel corso del 2022, per gas e petrolio il 2023 si è aperto con una forte nota ribassista

Deludono le attese per il futuro a breve termine

Exxon non ha riportato problemi specifici interni all’azienda. La riduzione prevista per i margini e per la domanda, sia nei dati prossimi alla pubblicazione che nelle previsioni a breve termine, è legata a fattori che toccano l’intero mercato del petrolio e del gas naturale. Citando il commento degli analisti di Bloomberg, ci si aspetta un rallentamento dei profitti sulle operazioni di gas e petrolio che sarà al tempo stesso più grande e più rapido di quanto previsto.

Paradossalmente i fattori legati in modo specifico a ExxonMobil sono in miglioramento. L’azienda ha investito molto negli ultimi mesi sullo sviluppo di nuovi progetti di estrazione in Guyana. La nazione sudamericana, fino a poco tempo fa, non figurava affatto tra i produttori di petrolio; a distanza di tre anni dall’annuncio dei primi grandi progetti, ora è diventato uno dei paesi da cui ci si aspetta la maggior espansione della produzione nel corso dei prossimi dieci anni.

Malgrado Exxon stia facendo un buon uso dei flussi di cassa extra generati l’anno scorso, con i prezzi in impennata dovuti alla guerra in Ucraina, la qualità del management non basta a compensare un mercato in difficoltà segnato da un contesto macroeconomico non favorevole.

La trivellazione offshore in Guyana sta portando a rivedere le stime sull’offerta di petrolio mondiale nel corso dei prossimi anni

Notizie contrastanti nella giornata di giovedì

I future sul petrolio WTI hanno chiuso la giornata essenzialmente in parità giovedì, ma dopo una giornata di scambi molto volatile che ha visto un forte cambio di tendenze nel corso della giornata. In un primo momento i futures sono precipitati del 2% in pochi minuti, dopo la pubblicazione dei dati sull’occupazione negli Stati Uniti. I dati mostrano un aumento superiore alle attese dei posti di lavoro generati dall’economia americana; ora Wall Street si attende che nella prossima riunione sulla politica monetaria, la Fed torni ad alzare i tassi. Questo danneggerebbe la produzione industriale, le vendite di veicoli e indirettamente i prezzi del petrolio.

Dall’altra parte, però, i produttori si sono mossi per influenzare il fronte della domanda. L’Arabia Saudita ha aumentato i suoi prezzi di riferimento per i clienti di tutto il mondo, mentre la Russia ha tagliato la produzione giornaliera di 500.000 barili. Entrambe le decisioni hanno l’obiettivo di portare i prezzi a salire di nuovo, dopo che più di una volta nel corso del 2023 i tagli alla produzione del cartello OPEC non sono bastati a causare un trend rialzista. Le notizie hanno finito per bilanciarsi, con i prezzi che sono rimasti stabili: vista la quantità di novità che circolano sul mercato, però, è molto difficile che lo status quo possa protrarsi nel corso del tempo.

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