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Gas naturale, l’Arabia Saudita aumenterà la produzione del 60% entro il 2030
Il mercato del gas naturale continua a vedere annunci di aumenti significativi della produzione. Dopo che il Qatar ha annunciato un maxi-piano per aumentare la produzione del 50% la sua produzione nazionale entro la fine del decennio, arriva anche l’Arabia Saudita. Attraverso Aramco, la società nazionale che gestisce il business del gas e del petrolio arabo, è stato annunciato un piano d’investimenti che dovrebbe portare il paese a aumentare del 60% la sua produzione di gas entro il 2030. L’aumento è calcolato rispetto ai livelli di produzione del 2021, comunque simili a quelli attuali. Per farlo sarà necessaria una grande espansione delle operazioni di estrazione, che potrebbe vedere coinvolte anche imprese italiane nei lavori.
Amin Nasser, presidente e CEO di Aramco, ha annunciato questo piano poco dopo i risultati trimestrali in cui la società ha presentato agli azionisti il suo secondo utile netto più alto della storia: $121,3 miliardi nel 2023, una parte consistente dei quali ridistribuita agli azionisti sotto forma di dividendi. Un’altra parte importante di questi fondi verrà però utilizzata per reinvestire nel business dell’azienda e in particolare sulla produzione di gas naturale, considerata una delle aree in cui l’Arabia Saudita ha più margine per crescere nel corso dei prossimi anni.
Piani ambiziosi per Aramco
Il progetto principale dell’Arabia Saudita per espandere la produzione di gas naturale verte intorno al Hawiyah Unayzah Gas Reservoir Storage, una grande infrastruttura pensata per aumentare la capacità di immagazzinamento del gas. Attualmente il limite principale non è infatti la produzione stessa, quanto la capacità di stoccaggio e di liquefazione per poter vendere più GNL ai mercati esteri. Il grande bacino produttivo di Hawiyah Unayzah ha già avviato l’attività di estrazione del gas, ma l’ambizione di Aramco sarebbe quella di aumentare la produzione a 56 milioni di tonnellate di gas naturale entro la fine di quest’anno. Con l’ampliamento delle infrastrutture di stoccaggio, poi, il mercato dell’export sarà facilmente raggiungibile.
Il primo investimento dell’Arabia Saudita nel gas naturale liquefatto è arrivato appena nel 2023, ma oggi la società riconosce l’importanza di accelerare sul GNL. In questo modo Aramco sarebbe più facilmente connessa con i mercati asiatici, quelli da cui ci si attende il maggiore aumento della domanda di gas naturale nel corso dei prossimi anni. Lo stesso Qatar, il grande rivale dell’Arabia Saudita nelle forniture di GNL, sta puntando soprattutto sulla Cina e sull’India come principali mercati di export. Aramco vede anche delle opportunità interessanti nel mondo dell’idrogeno blu, quello prodotto a partire dal gas naturale, che viene ampiamente utilizzato nell’industria dei fertilizzanti.
I progetti per crescere nel settore LNG
Dopo aver fatto il suo primo investimento nel gas naturale lo scorso anno, Aramco ha comprato MidOcean Energy per $500 milioni. L’acquisizioni avrebbe dovuto garantirle le tecnologie necessarie per accelerare la sua transizione verso il mercato del GNL. Non solo, ma l’Arabia Saudita con questa acquisizione si sta anche assicurando di avere una presenza internazionale; MidOcean Energy è già in trattative avanzate per comprare quattro grandi infrastrutture di gas naturale liquefatto in Australia e una in Perù. Sembra che il piano sia soprattutto quello di utilizzare l’espansione della produzione naturale di gas per il mercato domestico e per l’immessione nei gasdotti. Invece la crescita nel mondo del gas liquefatto proverrebbe proprio dalle operazioni internazionali di MidOcean, con l’Australia in particolare che rappresenta un polo molto attraente per il gruppo saudita.