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Indonesia, primo volo commerciale alimentato a olio di palma
L’olio di palma potrebbe diventare un nuovo combustibile “sostenibile” per l’aviazione: questa è la scommessa dell’Indonesia per trasformare una delle colture considerate più responsabili per la deforestazione in una risorsa dal volto green. Utilizzando un mix di cherosene tradizionale e olio di palma, un Boeing 737-800 operato da Garuda Indonesia ha voltato per 550 chilometri tra Jakarta e Surakarta. Il volo trasportava oltre 100 passeggeri che hanno regolarmente pagato il biglietto, di conseguenza segnando in modo ufficiale l’ingresso dell’olio di palma nel mondo dei combustibili per l’aviazione. L’Indonesia è di gran lunga il principale produttore di olio di palma al mondo, ed è più volte stata accusata dalla comunità internazionale di non badare a sufficienza alle esternalità di questa filiera.
Negli ultimi anni, l’Indonesia è stata anche colpita dalle nuove normative europee che prevedono dei limiti importanti alle importazioni. Soltanto le società che possono provare di aver prodotto l’olio di palma in aree non deforestate dopo il 2020 possono esportare legalmente il loro prodotto dall’Indonesia all’Unione Europea. Così si sono cercati degli utilizzi alternativi per la produzione extra, tra i quali proprio la possibilità di impiegare l’olio di palma come combustibile alternativo. Uno scopo che, però, ha già sollevato diverse critiche sulla sua effettiva sostenibilità: soprattutto l’Unione Europea non è d’accordo sull’uso dell’olio di palma nei SAF, favorendo piuttosto biomasse ottenute dal mais e da altre coltivazioni meno intensive e colpevoli di deforestazione.
Si spinge verso il riconoscimento come SAF
Per il momento l’idrogeno verde e l’elettrico rimangono delle tecnologie non ancora applicabili ai voli su scala commerciale, per cui l’unica soluzione che il settore ha trovato per ridurre rapidamente il suo impatto ambientale sono i combustibili alternativi. I SAF (Sustainable Aviation Fuels), che sono di origine vegetale ed emettono una quantità ridotta di gas serra nel momento in cui vengono bruciati per produrre energia, sono considerati essenziali per portare l’industria dell’aviazione ad arrivare al net zero entro il 2050. Proprio di recente, l’Unione Europea ha aumentato le quantità minime di SAF che le compagnie aeree dovranno utilizzare nel loro combustibile nel corso dei prossimi anni.
L’Indonesia, insieme ad altre nazioni del Sud Est asiatico che sono grandi produttori mondiali di olio di palma, vogliono che l’IAF riconosca l’olio di palma come SAF. Questo perché è rinnovabile e produce meno gas serra nel momento in cui viene bruciato. Al tempo stesso non è una scelta che tante altre nazioni appoggiano, dal momento che le coltivazioni di olio di palma generano un grande problema di deforestazione e di perdita di biodiversità. PT Pertamina, società nazionale indonesiana che si occupa di energia e combustibili, ha già dato il via alla produzione su larga scala del combustibile per l’aviazione composto parzialmente da olio di palma.
L’Asia è a favore, l’Europa è contraria
Nelle nuove normative europee sui combustibili sostenibili per l’aviazione vietano espressamente la produzione a partire da biomasse derivanti da palme da olio. Al tempo stesso, oltre all’Indonesia, anche Singapore è favorevole all’uso di olio di palma come SAF. Si sta gradualmente formando un blocco orientale composto dai maggiori produttori di olio di palma che vorrebbero vedere riconosciuta questa materia prima come combustibile sostenibile, pur con tutte le criticità che ne derivano. L’Indonesia aveva già condotto i suoi primi voli sperimentali ad agosto, e ora è pronta a usarlo per raggiungere il suo obiettivo del 3% di SAF nel mix energetico dell’aviazione nazionale.
Singapore, che di per sé non è una nazione fortemente produttrice di olio di palma, sposa l’uso di questa commodity come SAF per un motivo differente: l’utilizzo sempre più insostenibile di grassi animali nei combustibili per l’aviazione. Anche se può sembrare strano, grandi quantità di grasso suino sono utilizzate attualmente per la produzione dei combustibili “sostenibili” per gli aerei. A conti fatti, ritengono le autorità di Singapore, le esternalità prodotte dall’olio di palma in questo momento sono inferiori a quelle degli allevamenti o dei combustibili fossi.