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Kazakistan, azioni legali contro società energetiche
Il Kazakistan ha dichiarato di aver avviato un procedimento arbitrale internazionale contro le major energetiche, tra cui ExxonMobil e Shell, per oltre 16,5 miliardi di dollari (15,2 miliardi di euro) di costi detratti dai ricavi di due giacimenti petroliferi. In particolare, il procedimento è stato avviato contro le società che sviluppano i suoi giacimenti petroliferi di Kashagan e Karachaganak, rispettivamente per oltre 13 miliardi di dollari e 3,5 miliardi di dollari di costi detratti, come parte di accordi di partecipazione agli utili.
Il governo accusa inoltre le società di aver violato le procedure di gara in entrambi i progetti e di non essere riuscite a consegnare i lavori completi in particolare a Kashagan. Se il governo dovesse vincere la causa, potrebbe ricevere una quota maggiore delle entrate provenienti dai due giacimenti.
I due giacimenti offshore
Il giacimento offshore di Kashagan, che si trova nel nord del Mar Caspio e rappresente una delle più grandi scoperte degli ultimi decenni, è stato sviluppato da Eni, Shell, TotalEnergies, ExxonMobil, KazMunayGas, Inpex e CNPC. Eni, Shell e KazMunayGaz sono partner anche in Karachaganak, insieme a Chevron e LUKOIL.
I due giacimenti producono entrambi circa 400.000 barili di petrolio al giorno e rappresentano il secondo e il terzo maggior produttore di petrolio nel Kazakistan, la cui economia dipende fortemente dalle esportazioni di energia.
Entrambi i progetti sono coperti da accordi di condivisione della produzione: ciò vuole dire che le aziende possono detrarre determinati costi dal reddito prima di dividerlo con il governo ed è proprio l’entità delle detrazioni a determinare poi la quantità di reddito da dividere. Secondo un report pubblicato da Bloomberg questo mese, le azioni legali sono state intentate facendo riferimento ad un periodo che va dal 2010 al 2018 per Kashagan e dal 2010 al 2019 per Karachaganak.
Il Ministro dell’Energia, Almasadam Satkaliyev, ha dichiarato che le azioni legali sono state prese nell’interesse del popolo del Kazakistan.
Il governo aumenta il prezzo del carburante
Il governo del Kazakistan ha annunciato un aumento del prezzo del carburante: a partire da domani 12 aprile, il costo di riferimento della benzina aumenterà dell’11% mentre i prezzi del diesel saliranno del 20%. Il primo ministro Alikhan Smailov ha affermato che si tratta di una decisione non facile ma necessaria per evitare che nel prossimo futuro il Paese possa avere problemi di carenza di carburante.
Il Kazakistan ha infatti un tasso di consumo di diesel particolarmente elevato, pari a 370 litri all’anno pro capite, e ciò rappresenta un fattore chiave del deficit del Paese, poiché nessuno in Asia centrale ha un tassp più alto. Persino i consumatori di carburante in Russia, Paese ricco di energia, consumano solo 225 litri di gasolio all’anno.
Il Paese ha fatto affidamento per molti anni sul suo status di grande produttore di petrolio per mantenere i prezzi del carburante su un livello equilibrato in modo da evitare l’instabilità interna. Il carburante del Kazakistan contribuisce però alle economie dei Paesi vicini a scapito degli interessi nazionali: per questo motivo, al fine di stabilizzare la situazione sul mercato dei carburanti e dei lubrificanti, è necessario ridurre la differenza di prezzo.
Tuttavia, come dichiarato dal premier, il governo cercherà di evitare shock nel settore agricolo mantenendo il livello dei prezzi del carburante fino al completamento della stagione agricola primaverile.