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La Croazia punta sul geotermico: investimenti per €400 mln
La Croazia prende una svolta sostenibile, dopo anni in cui la piccola nazione balcanica è rimasta indietro rispetto alle grandi economie europee in quanto a investimento sull’energia rinnovabile. Lo fa concedendo diritti di esplorazione in cinque zone del suo territorio, che potranno essere utilizzate per la produzione di energia geotermica. Con poco vento per pensare all’eolico e un mercato ancora poco sviluppato per la produzione di energia fotovoltaica, la Croazia vede nell’energia geotermica una soluzione per produrre kilowatt a basso costo e con zero impatto ambientale.
L’Agenzia Croata per gli Idrocarburi (CHA) ha identificato 75 aree appetibili nel suo piano a lungo termine per fare della geotermia una delle principali fonti di energia nazionali. Complessivamente ci sono 200 pozzi dislocati sul territorio, inizialmente utilizzati per l’estrazione di petrolio e gas naturale, che ora possono essere riconvertiti vantaggiosamente per la produzione di energia geotermica sfruttando una parte dei lavori già realizzati in passato. Secondo il governo nazionale, ci sarebbe il potenziale per produrre 1 GW di energia dai nuovi impianti. Sarebbe una cifra sufficiente ad alimentare 200.000 abitazioni solo con questo primo appalto, in una nazione da 3,9 milioni di abitanti.
Appalti a società inglesi e turche
Complessivamente sono arrivate 16 proposte, avanzate da 11 società sia nazionali che internazionali. Soltanto una delle aree identificate dalla gara d’appalto non ha ricevuto offerte, portando il governo a ritirare l’offerta di concessione. Le società che si sono aggiudicate i diritti di esplorazione sono IGeoPen, succursale di una grande azienda inglese, e la turca Viola Energy. Alle due aziende va il diritto di studiare i mezzi che ritengono più opportuni per estrarre senza limiti energia geotermica dalle aree aggiudicate con l’appalto. Anche se ci vorranno almeno due anni prima che i pozzi geotermici siano operativi, le attività di esplorazione potrebbero iniziare già tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.
Martina Tuschl, direttrice della CHA, ritiene che con questa mossa la Croazia si sia aggiudicata investimenti dalle società coinvolte per almeno €400 milioni, cosa che porterà anche alla creazione di centinaia di posti di lavoro nell’economia locale. Ci si aspetta che il 40% degli investimenti sia diretto verso lo scavo dei pozzi geotermici e che, già nei primi due anni, si cominci l’attività di produzione attraverso le prime infrastrutture. Il governo aveva a sua volta investito 30 milioni di euro nelle attività di studio e ricerca che hanno portato alla formalizzazione degli appalti.
Opportunità per l’indipendenza energetica
Sempre Martina Tuschl, commentando i risultati della nuova gara di appalto, ha sottolineato il grande potenziale che la Croazia vede nella produzione di energia geotermica. Il paese, al momento importa circa il 40% della sua energia; al pari di altre nazioni europee, è stato molto penalizzato dalle conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina. Secondo il governo, però, l’energia geotermica può essere la soluzione. La Tuschl fa notare che il gradiente geotermico croato è del 60% più alto rispetto alla media europea. Con “gradiente geotermico” si intende l’aumento della temperatura all’aumento della profondità del terreno.
Un gradiente geotermico medio è di 25-30 °C per chilometro di profondità, ma in Croazia si arriva a cifre decisamente più alte. La geologia e la conformazione del terreno hanno un impatto importante su questa variabile, essenzialmente la più importante quando si valuta la fattibilità economica di un pozzo geotermico. Grazie alle centinaia di piccoli giacimenti esausti di petrolio e gas, una parte degli scavi è già stata effettuata e questo contribuisce a ridurre ulteriormente gli investimenti necessari da parte delle aziende interessate a sfruttare l’energia geotermica in Croazia.