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La Spagna approva l’addio alle centrali nucleari

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La giornata di mercoledì è stata una giornata di svolta e di forti discussioni per il comparto energetico spagnolo, con il governo che ha approvato la dismissione delle centrali nucleari del paese a partire dal 2027. Questo era un piano già formulato dai governi precedenti al tempo della pandemia, poi finito nell’occhio del ciclone durante le ultime elezioni. Una grande fetta dell’opposizione avrebbe voluto mantenerle attive per almeno un altro decennio, dopo che lo scoppio della guerra in Ucraina ha causato una forte impennata del prezzo dell’energia in tutta Europa. Alla fine, però, il governo è andato avanti con la sua linea e ha confermato l’addio all’energia nucleare. Tutte e sette le centrali nazionali, la prima delle quali è in attività dal 1968, verranno dismesse entro i prossimi quattro anni.

Insieme alla decisione di chiudere le centrali nucleari, il governo spagnolo si è anche mosso sul fronte delle rinnovabili. In particolare è stato approvato un importante pacchetto di misure per incentivare lo sviluppo dell’energia eolica nel paese, con incentivi maggiori e un efficientamento delle procedure di appalti. La Spagna ha ufficialmente preso l’impegno di investire fortemente sulla propria transizione energetica, e sarà interessante scoprire quali saranno i risultati nel corso del tempo.

La Spagna è una delle nazioni UE più avanzate nella transizione energetica

Confermato il 2027 come data di dismissione

Entro la fine del 2027, in Spagna non ci saranno più centrali nucleari attive. Questo pone il problema di smaltire le scorie nucleari presenti nei reattori, un problema valutato 20.2 miliardi di euro. Alla fine si è deciso che a coprire questi costi sarà un fondo gestito da tutte le principali società che si occupano di energia nucleare nel paese, evitando qualunque tipo di costo per i cittadini. Malgrado questa decisione fosse già presente nel programma di governo fin dall’insediamento dell’attuale amministrazione, gran parte dell’opinione pubblica si aspettava che la decisione sarebbe stata rinegoziata per andare incontro alla forte pressione degli altri partiti per estendere la vita delle centrali nucleari spagnole.

Le centrali nucleari, attualmente, sono una fonte molto rilevante di energia elettrica per la Spagna. Complessivamente coprono il 21% del fabbisogno nazionale, che sta anche aumentando per via della crescente elettrificazione del parco veicoli nazionale. Questo significa che rimangono 4 anni di tempo per sostituire oltre un quinto della capacità energetica spagnola, e il governo è assolutamente convinto di poterlo fare in tempo e in un modo totalmente sostenibile. Fin dall’inizio, la decisione di dismettere le centrali nucleari è stata presa con l’intenzione di sfruttare i costi più bassi offerti dalla generazione di energia eolica.

Ci sarà tempo per smantellare le centrali fino al 2040

Nel frattempo si accelera sulle rinnovabili

Sostituire il 21% della produzione energetica nazionale non è una sfida da poco. Per questo, contemporaneamente alla firma sulla dismissione delle centrali nucleari, è stato approvato un nuovo pacchetto di misure che dovrebbe aiutare lo sviluppo delle rinnovabili. La misura dovrebbe aiutare soprattutto l’energia eolica, dal momento che il fotovoltaico in Spagna gode già di una grande popolarità e di condizioni molto vantaggiose. I nuovi progetti eolici godranno di un tempo maggiore per presentare la documentazione necessaria a ottenere un permesso di costruzione, e si velocizzeranno i tempi per le approvazioni degli step burocratici.

Uno dei grandi punti emersi nel nuovo regolamento è il fatto di voler dare più importanza ai criteri sociali che determinano il piano per un progetto. Cose come aiutare una comunità locale che si trova collegata in modo precario alla rete elettrica principale; molto interessante anche il fatto che verrà data precedenza ai progetti che dimostreranno di utilizzare delle componenti europee al posto di prodotti importati. Considerando l’attuale dominio cinese nel mondo delle pale eoliche, questa è una mossa interessante che potrebbe essere replicata anche da altri paesi UE.

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