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L’Ucraina lotta per ristrutturare il debito: gli obbligazionisti aspettano $20 miliardi di pagamenti
C’è un fronte, ma non militare, che preoccupa il governo ucraino: quello delle obbligazioni. L’invasione russa risale a due anni fa, e inizialmente non molti analisti si aspettavano che sarebbe durata così a lungo. Per ottenere liquidità in tempi brevi, Kiev ha venduto miliardi di dollari in bond che i paesi alleati sono stati felici di acquistare per dare un sostegno finanziario allo sforzo bellico del paese. A distanza di due anni, però, c’è una montagna di debiti in scadenza che l’Ucraina non ha i fondi per pagare: in questo momento il governo affronta la scadenza di $20 miliardi in obbligazioni da ripagare entro la fine di agosto, altrimenti arriverà ufficialmente il default.
Le opzioni sul tavolo sono due: pagare i debiti o ristrutturarli. Pagare i debiti, considerando che oltre il 50% della spesa pubblica ucraina in questo momento è utilizzata per finanziare il conflitto, sarebbe possibile esclusivamente ottenendo altri prestiti con cui ripagare quelli in scadenza. Ristrutturare il debito implicherebbe invece la dilazione dei termini di pagamento, una cosa che gli investitori internazionali potrebbero concedere, ma il tempo per intavolare i negoziati è ormai poco. In un mondo estremamente sofisticato a livello finanziario, questa è la prima volta in cui un paese dilaniato dalla guerra si trova a compiere un’operazione di ristrutturazione del debito di questa portata.
Sul tavolo un congelamento del debito
L’ipotesi più accreditata in questo momento è che il governo ucraino decida di congelare il pagamento di tutti i debiti per almeno due anni, decisione che gli investitori internazionali sembrerebbero disposti ad accettare secondo quanto divulgato fino a questo momento. La notizia arriva a poche ore di distanza da quella della Bielorussia, che ha annunciato nuove esercitazioni militari legate al dispiegamento di una possibile arma nucleare. Anche se nel corso degli ultimi mesi le potenze occidentali sono state meno disposte a finanziare lo sforzo bellico ucraino, nessuno si aspetta realmente che l’amministrazione riesca a fare i pagamenti prima della scadenza dei bond.
L’Ucraina ha già degli accordi con il Fondo Monetario Internazionale: il FMI ha chiesto al governo di ristrutturare i debiti ma di non stralciarli, pur senza imporre un limite sulle scadenze alle quali il debito potrà essere ristrutturato. Kiev vorrebbe mantenere accesso al mercato dei capitali, soprattutto considerando che in questo momento nessuno può sapere con certezza fino a quando il conflitto potrebbe andare avanti. Se però dovesse entrare ufficialmente in default, in futuro sarebbe molto più difficile provare a ottenere nuovi prestiti dai partner internazionali.
JP Morgan prepara un piano
In questo momento i bond ucraini vengono scambiati da 0,30$ sul dollaro, cioè un bond emesso a un valore nominale di 100$ è acquistabile sul mercato secondario per 30$. Questi sono livelli tipici di obbligazioni “junk”, con emittente molto vicino a un evento di default. Sembra che l’economia russa non sia stata granché colpita dagli effetti della guerra, ma quella ucraina ne sta uscendo in ginocchio. Nel frattempo rimane sempre l’ipotesi di poter usare gli asset russi congelati come riparazioni di guerra, ma fino a questo momento il governo americano ha deciso di non prendere questa decisione che porterebbe a un’escalation pressoché garantita con il Cremlino.
JP Morgan suggerisce invece di costruire un piano di ristrutturazione per spostare le scadenze dei debiti a un periodo tra il 2028 e il 2039, collegando il piano anche alla situazione del conflitto e all’andamento del PIL. Attualmente l’economia ucraina si trova ad aver perso oltre un terzo del PIL rispetto a prima del conflitto; dopo l’allargamento dell’età che può essere soggetta a leva militare obbligatoria, ci si aspetta anche che l’economia possa andare peggio di così nei prossimi trimestri.