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Maersk prevede un calo del commercio Europa-Asia del 20% per i limiti al trasporto nel mar Rosso
Secondo un nuovo report pubblicato dalla società di spedizioni navali Maersk, nel secondo trimestre dell’anno è probabile che il traffico di merci tra l’Asia e l’Europa segni un calo del 20% a causa dei problemi che si stanno verificando con il traffico di navi cargo nel mar Rosso. Da quando i ribelli Houthis hanno iniziato ad attaccare le spedizioni che transitano nel mar Rosso per arrivare al canale di Suez, molte navi di Maersk e degli altri grandi gruppi del settore hanno iniziato a seguire la rotta più lunga circumnavigando Città del Capo; questo significa settimane extra di navigazione e fino a $1 milione di costi aggiuntivi per il transito di ogni singola nave. Tra rallentamenti e aggiustamenti delle supply chain, il danno può arrivare a valere miliardi di dollari tanto per l’economia europea quanto per quella asiatica.
In questo momento le forze internazionali, in primis UK e USA -ma anche l’Italia, che partecipa a una missione europea- stanno cercando di mantenere la sicurezza dei traffici nel mar Rosso difendendo il passaggio delle navi cargo con l’intervento della marina militare. Per evitare un’escalation del conflitto tra Gaza e Israele si è preferito evitare un intervento terrestre contro gli Houthis, ma questo ha impedito che si potesse trovare una soluzione rapida ed efficace alle minacce. Ancora oggi, per una nave cargo non è considerato sicuro transitare attraverso il mar Rosso.
L’impatto sui commerci
Per una nave che vuole arrivare da Singapore all’Europa, passare attraverso il canale di Suez implica un viaggio di 8.500 miglia nautiche e 26 giorni di navigazione; per fare lo stesso tragitto circumnavigando Città del Capo in Africa, il viaggio diventa di 11.800 miglia nautiche e 36 giorni. Distanze più lunghe implicano un maggior consumo di carburante e tempi più lunghi implicano il pagamento della flotta per un tempo maggiore, con entrambi i fattori che contribuiscono a rendere complicata la situazione attuale del mercato. Per le spedizioni tra Europa e Asia, i prezzi sono aumentati del 40% e il maggior tempo impiegato nel transito implica che ci siano meno navi disponibili nei porti.
Maersk fa anche notare che nelle ultime settimane i rischi sono aumentati, soprattutto per quanto riguarda la “zona di pericolo“. Se prima gli Houthis stavano colpendo soltanto a piccole distanze dalle coste dello Yemen, ora gli attacchi cominciano a verificarsi sempre più lontano e soprattutto in zone sempre più imprevedibili. Per quanto le marine militari coinvolte stiano facendo un ottimo lavoro nel cercare di abbattere i droni e i missili lanciati dagli Houthis, è una guerra impari: spesso le potenze Occidentali si trovano a utilizzare missili per l’intercettazione da milioni di dollari per fermare dei droni che ne costano poche migliaia. Di conseguenza, anche fermando gli attacchi non si ferma il danno economico.
Problemi almeno fino alla fine del 2024
La previsione di Maersk è che la situazione attuale non vada migliorando in modo significativo almeno fino alla fine del 2024, ed è una previsione che viene condivisa anche da altre grandi società di spedizioni. La tedesca Hapag-Lloyd ha deciso di dirottare tutte le sue spedizioni intorno a Città del Capo, evidenziando come dopo le ultime settimane sia diventato troppo rischioso provare a far transitare le navi nel mar Rosso. Invece la francese CMA CGM ha deciso di continuare a far passare una parte delle sue navi attraverso il canale di Suez, ma ogni imbarcazione viene singolarmente scortata da navi della marina francese o di altri paesi europei che partecipano alla missione di sicurezza. Anche in questo caso, comunque, la gran parte dei traffici continua a essere dirottata intorno a Città del Capo. Con la situazione che per il momento sembra peggiorare anziché migliorare, è difficile vedere cambiamenti all’orizzonte.