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Politica economica USA, CEO di JPMorgan incontra democratici
Jamie Dimon, l’attuale amministratore delegato di JP Morgan Chase & Co., la più grande banca al mondo con una capitalizzazione di mercato di oltre 420 miliardi di dollari, si incontrerà martedì 6 giugno con un gruppo di deputati democratici della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti con l’obiettivo di discutere di questioni riguardanti il settore bancario e l’economia generale del Paese. È quanto è stato riportato lunedì da Bloomberg News, l’agenzia di stampa internazionale tra le più note al mondo, che ha citato persone che hanno familiarità con la questione.
Secondo quando è stato dichiarato, il principale banchiere statunitense si unirà ad un pranzo a porte chiuse con la New Democrat Coalition, un’associazione presente all’interno del Congresso degli Stati Uniti d’America formata da un gruppo di 100 progressisti del Partito Democratico impegnati a favore della crescita economica, dell’innovazione e di politiche finanziariamente responsabili, secondo il rapporto. Sia JP Morgan che i membri della New Democratic Coalition non hanno ancora risposto alle richieste di commento al di fuori dell’orario di lavoro.
Dimon nega le voci di aspirazioni politiche
La notizia arriva dopo che la nota multinazionale di servizi finanziari ha annunciato lunedì che il prominente banchiere americano non ha intenzione di candidarsi per un incarico politico, mettendo fine alle speculazioni degli ultimi giorni sulle sue possibili aspirazioni politiche.
L’amministratore delegato, infatti, è rispettato negli ambienti finanziari per la sua gestione di successo di JP Morgan Chase, che l’ha resa la più grande e redditizia banca degli Stati Uniti. La scorsa settimana, dunque, Bill Ackman, investitore miliardario statunitense, nonché amministratore delegato di Pershing Square Capital Management, una società di gestione di hedge fund, ha pubblicato un tweet in cui sosteneva che Dimon dovrebbe candidarsi alle prossime elezioni del 2024. Questo commento è seguito a una recente intervista in cui lo stesso Dimon aveva espresso il desiderio di servire il suo Paese “in un modo o nell’altro”.
La società, quindi, ha deciso di dissolvere ogni dubbio dichiarando che Dimon è pienamente soddisfatto del suo attuale ruolo e non ha piani per candidarsi a un incarico politico.
Tuttavia, Dimon, che è alla guida di JP Morgan Chase dal 2005, ha alimentato occasionalmente la speculazione. In un incontro informale con gli investitori nel 2018, ha fatto un commento scherzoso sull’ipotesi di sfidare l’allora presidente Donald Trump in una corsa elettorale, ma ha subito dopo dichiarato di essersi pentito di tali affermazioni.
Negli ultimi anni, Dimon ha guidato la sua istituzione verso nuove sfide, cercando di affrontare alcune delle questioni più complesse del Paese, tra cui l’assistenza sanitaria, le disuguaglianze economiche e la decadenza urbana. La sua lunga permanenza alla guida, però, ha sollevato domande sulla pianificazione della successione presso la banca con sede a New York.
Durante l’assemblea annuale degli investitori dello scorso mese, un analista ha chiesto a Dimon per quanto tempo prevedesse di rimanere CEO. L’amministratore delegato non ha fornito una risposta diretta alla domanda, ma ha dichiarato di essere consapevole di non poterlo fare per sempre.