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Powell e il taglio dei tassi, a preoccupare è l’aumento dei senza lavoro

Si apre una settimana decisiva per comprendere se Powell taglierà il costo del denaro negli Usa

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Proprio oggi lunedì 15 luglio 2024 Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, dà il via a quella che può essere considerata, a tutti gli effetti, una delle settimane cruciali e più importanti per i commenti dei funzionari della banca centrale statunitense. L’occasione è ghiotta, perché viene fatto il punto della situazione sul rallentamento dell’inflazione e si inizierà a capire quale possa essere il comportamento della Fed circa il taglio dei tassi.

Il 30 ed il 31 luglio la Federal Reserve si riunirà per decidere se modificare o meno i tassi d’interesse. Le regole imposte dalla stassa banca centrale, a ogni modo, impongono ai membri del board di non rilasciare delle dichiarazioni relative alla politica monetaria a partire da sabato 20 luglio fino al venerdì successivo alla riunione.

Powell, quale sarà la politica monetaria

La domanda che si pongono gli investitori, a questo punto, è quale possa essere la politica monetaria che potrebbe intraprendere Powell. L’inflazione si sta avvicinando all’obiettivo del 2% e le preoccupazioni su quanto ancora il mercato del lavoro possa continuare a rimanere forte se la Fed dovesse continuare a frenare l’economia potrebbero portare a dare delle indicazioni per un potenziale taglio dei tassi. O a giustificare i motivi per i quali una decisione del genere non sia stata presa.

Nel corso degli ultimi giorni le aspettative sembrano orientarsi verso un un taglio dei tassi da parte della Fed: l’inflazione, provocata dalla pandemia sarebbe, finalmente sotto controllo.

Gli analisti di Citi si aspettano, a luglio, un forte segnale da parte di Powell: i tagli, comunque vada, potrebbero arrivare nel corso della riunione di settembre.

Molti analisti non si aspettano che Powel abbassi i tassi di riferimento nel corso della prossima riunione. I recenti report deboli sull’inflazione, ad ogni modo, potrebbero indurre i membri del board della Fed a modificare la loro dichiarazione politica in modo che possa indicare un possibile taglio dei tassi proprio a settembre. I commenti di questa settimana saranno analizzati per verificare come gli ultimi dati siano riusciti a plasmare le opinioni dei decisori politici.

L’indice dei prezzi al consumo è sceso a giugno dopo essere rimasto invariato a maggio, mentre un rapporto di venerdì sui prezzi all’ingrosso ha mostrato un rallentamento delle pressioni sui prezzi in settori come l’assistenza sanitaria, il che dovrebbe rafforzare ulteriormente le argomentazioni per una politica monetaria più accomodante.

Per Powell i dati sono abbastanza buoni?

Jerome Powell parlerà all’Economic Club di Washington alle 18.30 italiane. Nel corso della scorsa settimana aveva affermato che essere in possesso di dati più attendibili potrebbe aprire la porta ad una revisione dei tassi. Anche se non ha indicato quando questa decisione potrebbe essere presa.

L’affermazione di Powell, però, è arrivata prima della pubblicazione dei report CPI e Producer Price Index mettessero in evidenza che l’indice dei prezzi delle spese per i consumi personali – che viene utilizzato dalla Fed per stabilire il suo obiettivo di inflazione – è sceso sotto il 2,5% a giugno dal 2,6% di maggio. I dati PCE di giugno saranno pubblicati il ​​26 luglio.

Powell e altri funzionari della Fed affermano di voler iniziare a tagliare i tassi prima che l’inflazione raggiunga effettivamente il 2%, poiché l’impatto della politica monetaria impiega del tempo per avere un effetto evidente sull’economia. Il timore è che aspettare troppo a lungo la possa rallentare più del necessario.

Le osservazioni di Chris Waller, governatore della Fed, a un evento della Federal Reserve di Kansas City potrebbero essere di particolare rilievo. Waller è sempre stato una voce importante nel dibattito sull’inflazione, considerato un falco per temperamento. Anche se qualcuno ha notato che, stando ad alcune sue analisi, il mercato del lavoro si sarebbe ulteriormente indebolito. Questa situazione potrebbe portare a un rapido aumento del tasso di disoccupazione.

I funzionari della Fed ritengono che il raffreddamento del mercato del lavoro sia stato finora assorbito in gran parte dal calo del massiccio numero di posti vacanti pubblicati dalle aziende in risposta alla forte domanda di beni e servizi derivante dalla pandemia.

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