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Australia: record di produzione di energie rinnovabili

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La produzione di energia rinnovabile in Australia ha registrato un’impennata nel trimestre conclusosi a marzo, abbassando i costi dell’energia, portando le emissioni di anidride carbonica ai minimi storici e contribuendo a sostituire l’energia generata da carbone e gas, ha dichiarato venerdì 28 aprile l’operatore del mercato energetico del Paese.

Secondo l’ultimo rapporto trimestrale dell’Australian Energy Market Operator (AEMO), infatti, la fornitura di energia rinnovabile al National Electricity Market (NEM), il mercato nazionale dell’elettricità, ha raggiunto un record del 66% nel primo trimestre del 2023.

Il record di rinnovabili contribuisce a ridurre i prezzi dell’energia e le emissioni in Australia

Gli enormi passi avanti del famigerato ritardatario climatico

Secondo AEMO, i prezzi spot all’ingrosso del NEM sono stati in media di 83 dollari australiani per megawattora (circa 55 dollari statunitensi), in calo di oltre un decimo rispetto al trimestre di dicembre e di due terzi rispetto alla media record di 264 dollari/MWh del trimestre di giugno dell’anno scorso.

La sola produzione solare su tetto ha raggiunto una media di quasi 3GW nel trimestre di marzo, con un aumento del 23% rispetto all’anno precedente. Questo aumento ha contribuito a far scendere la domanda operativa nel NEM a una media di 14,38GW, la più bassa dal 2005. I record di bassa domanda sono stati stabiliti in Victoria, New South Wales e South Australia.

Inoltre, le unità solari ed eoliche nuove e di recente messa in funzione hanno aumentato la produzione in media di 330MW e 134MW, rispettivamente. La produzione è stata in media di 4,65GW, ovvero l’11% in più rispetto al trimestre di marzo del 2022.

Per mezz’ora, il 5 marzo, le rinnovabili hanno fornito il 65,8% della generazione NEM, una quota record per il trimestre, superando di 4,4 punti percentuali il precedente massimo stabilito un anno prima. Le emissioni NEM, sia in totale che per MWh, sono scese ai minimi storici per il primo trimestre dell’anno.

L’energia elettrica rappresenta circa un terzo dell’inquinamento da carbonio in Australia, la quota maggiore dell’economia. Nel primo trimestre, le emissioni sono state pari a 28,8 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente, in calo del 5,1% rispetto all’anno precedente.

Al contrario, la generazione a carbone e a gas è diminuita di 710MW rispetto all’anno precedente. Il gas, tipicamente il combustibile più costoso per la produzione di elettricità, ha fornito la quota di forniture più bassa del primo trimestre dal 2005. La domanda complessiva di gas nell’Australia orientale è scesa del 9%, con un consumo domestico che è sceso al minimo del trimestre di marzo dal 2016, ha dichiarato AEMO. La produzione di carbone nero, invece, è diminuita dell’1,3%, mentre la lignite è scesa del 7,4%.

I rapporti trimestrali sull’energia dell’AEMO offrono un’istantanea della traiettoria del settore elettrico. Nel suo ultimo aggiornamento trimestrale, l’ente ha inoltre dichiarato che i dati sottolineano anche la necessità di maggiori investimenti in nuove linee di trasmissione, per collegare un maggior numero di parchi eolici e solari alla rete elettrica nazionale.

L’amministratore delegato dell’AEMO, Daniel Westerman, ha infatti affermato in un comunicato che questi dati rafforzano la necessità di investimenti critici nella trasmissione, al fine per condividere con i consumatori l’energia rinnovabile a basso costo e a basse emissioni.

Tuttavia, secondo il Clean Energy Council, un’associazione australiana per le rinnovabili, il ritmo di avanzamento delle energie rinnovabili non è ancora sufficiente per raggiungere gli obiettivi di emissione dell’Australia.

L’Australia, un tempo famigerato ritardatario climatico, si prepara a un cambiamento epocale verso l’energia rinnovabile

Il rapporto dell’AEMO è arrivato nel giorno in cui l’Australia ha ritirato una delle sue più vecchie centrali a carbone. La centrale elettrica di Liddell, a tre ore di auto a nord di Sydney, faceva parte di una serie di vecchie centrali a carbone destinate a chiudere nei prossimi anni e ha fornito circa il 10% dell’elettricità utilizzata nel New South Wales, lo stato più popoloso dell’Australia.

Il proprietario di Liddell, AGL, ha dichiarato venerdì che ci vorranno circa due anni per demolire l’enorme impianto, che libererebbe il sito per nuovi progetti di energia pulita come una centrale elettrica a idrogeno. Inoltre, più del 90% dei materiali nella centrale sarà riciclato, ha aggiunto la società.

Oltre ad essere inefficiente, altamente inquinante e costoso da riparare, infatti, il continuo uso diffuso di centrali elettriche a carbone renderebbe quasi impossibile raggiungere gli obiettivi climatici dell’Australia.

Inoltre, il record riportato dall’AEMO arriva a meno di un anno dalla salita al potere del partito laburista, che ha promosso progetti di energia pulita e si è impegnato a investire 20 miliardi di dollari australiani (pari a 13,3 miliardi di dollari) per ricostruire e ammodernare la rete elettrica nazionale, nell’ottica di ridurre le emissioni di carbonio del 43% entro il 2030 e di raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050.

L’Australia continua, così, il suo impegno verso un futuro sempre più sostenibile. Lo scorso mese, infatti, il Paese ha raggiunto un obiettivo storico nel mondo delle rinnovabili: una nuova cella solare con un’efficienza energetica del 30%.

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