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Bank of England aggressiva sui bond. E se fosse il bottom?
Bank of England è la più aggressiva tra le banche centrali che stanno liquidando, in termini di bond stabali, quanto accumulato durante l’ultimo ciclo di politiche monetarie espansive. E questa aggressività nello sbarazzarsi di un monte titoli di enormi proporzioni sta già facendo discutere gli analisti. Qualcuno, tra quelli di buona memoria ricorda infatti quanto accaduto in occasione di una grande vendita, sempre per opera di BoE.
Quella volta ad essere protagonista delle svendite di fine stagione fu una parte importante della dotazione di oro della banca centrale inglese. E in quel caso, ricordano ancora i dotati di buona memoria, la cosa segnalò il bottom per il mercato dell’oro. Che sia lo stesso ora in occasione della grande svendita di bond?
Montano le pressioni sui gilt
La pressione sui gilt – il nome in codice per i bond di Londra – continua a montare. BoE, la Banca Centrale d’Inghilterra, continua, ha già intrapreso un piano di vendita di asset piuttosto aggressivo a mercato, che si aggiunge ad ulteriori pressioni su questi titoli che derivano da un prolungato periodo di tassi alti e inflazione alta. Cosa che non sembrerebbe però essere di ostacolo alle manovre restrittive e di quantitative tightening che BoE sta perseguendo.
Una situazione che potrebbe trasformarsi però in opportunità almeno per i più audaci degli investitori, che ricorderanno quanto avvenuto tra il 1999 e il 2002 con la vendita di 401 tonnellate d’oro sulle 715 nei forzieri della Bank of England. Un momento che segnò il bottom per l’oro sulle piazze internazionali.
Ignote le motivazioni di un tightening tanto aggressivo
L’intenzione di Bank of England è chiaramente quella di raffreddare i mercati il prima possibile e di tornare più vicini possibili al target di inflazione al 2% nel più breve tempo possibile.
Intanto le manovre aggressive di BoE sono già costate 150 miliardi di Sterline, secondo le stime del Tesoro. Somme importanti – che potrebbero avere anche dei risvolti politici decisivi dalle parti di Londra.
Che tipo di opportunità potrebbe materializzarsi?
Si punta sull’assoluta incapacità di Bank of England di avere un timing corretto per le proprie vendite – e di subire eccessive pressioni da parte dei falchi che pur abitano ai piani alti di una delle più importanti banche centrali del mondo.
L’esempio di quanto avvenuto per l’oro è certamente un buon ricordo e un buon punto di partenza. Questa volta però ci saranno anche altri tipi di forze all’opera: i rendimenti dei bond saranno oggetto di agitazioni molto importanti a livello globale – con gli stati che dovranno fare i conti con costi di rifinanziamento del debito non sostenibili sul medio e lungo periodo.
E non è chiaro neanche per quanto tempo i falchi avranno il via libera. Le pressioni politiche stanno montando – e non solo nel Regno Unito. Diverse istituzioni omologhe hanno infatti già tirato i remi in barca per quanto concerne i tassi di interesse, con BCE, Fed ed altre che dovrebbero concedersi almeno un turno di pausa. In condizioni di questo tipo per le economie globali, avrà ancora senso una politica di QT così aggressiva?