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Bolivia, per il governo la crisi Forex è “transitoria”
Il governo boliviano, parlando per voce del Ministro delle Finanze Marcelo Montenegro, cerca di rassicurare i cittadini e gli investitori internazionali sulla situazione del paese. Come abbiamo descritto in un articolo precedente, la nazione sudamericana sta affrontando una crisi di riserve Forex piuttosto grave che ha portato migliaia di cittadini a fare la coda davanti alla banca centrale a La Paz. La nazione continua a cercare di mantenere il suo cambio fisso con il dollaro, ma è evidente che le riserve di valuta estera non bastino per garantire il cambio desiderato di 7 bolivianos per dollaro.
La situazione sta rapidamente precipitando, con i bond boliviani che precipitano sui mercati internazionali e lo spread che aumenta di giorno in giorno. Un caso che ricorda da vicino quello di nazioni come l’Argentina o il Venezuela, dove cercare di mantenere una parità tra la valuta locale e il dollaro ha portato a esaurire le riserve di valuta estera scatenando un’ondata di iperinflazione. Questo tipo di politiche è pericoloso, ma al tempo stesso la Bolivia era un tempo in grado di assicurarsi incassi importanti in dollari attraverso le esportazioni di gas.
Il governo fornisce spiegazioni
Stando alle parole di Montenegro, la banca centrale sarebbe già al lavoro per ricostituire le sue riserve di valuta estera e fare in modo che i cittadini possano nuovamente cambiare i loro bolivianos in dollari al tasso di cambio desiderato. Da notare che, al momento, le banche private sono praticamente prive di valuta estera e i cittadini possono rivolgersi soltanto alla banca centrale per fare operazioni di cambio valuta. Qui si formano quotidianamente lunghe file, dove il tempo di attesa può essere di ore. Gli ultimi dati disponibili sono riferiti al 8 febbraio scorso, quando le riserve ammontavano ad appena 3.5 miliardi di dollari di cui soltanto 372 milioni di dollari disponibili sotto forma di liquidità.
Il Ministro del Tesoro sembra essere ottimista riguardo alla situazione. Il fatto è che la banca centrale non sta più pubblicando dati aggiornati sulla situazione delle sue riserve, cosa che rende ancora più nervosi i mercati. Stando alle parole di Montenegro questa sarebbe una decisione presa per non alimentare ulteriore speculazione, una scusa che suona forse poco convincente. Visto l’andamento dei bond boliviani, i mercati sembrano pensare al contrario: se i dati fossero pubblicati, probabilmente si noterebbe che le riserve di valuta estera sono ormai prossime allo zero.
Risolte le code ma non il problema
Negli ultimi giorni, la banca centrale boliviana ha stabilito che per prelevare dollari sarà necessario iscriversi a un registro e presentarsi su appuntamento, mostrando un apposito codice QR. Questo ha sicuramente reso più efficiente la gestione delle lunghe file che prima si formavano di fronte alla banca centrale, ma non ha cambiato nulla nel problema alla base. I cittadini non credono che il governo abbia i fondi per difendere il cambio e una spirale inflazionista, se non un default, possono arrivare in qualunque momento.
Per difendersi, chi ha dei risparmi cerca di prelevarli in dollari e mantenerli in casa per evitare che possano essere oggetto di misure legali estreme per evitare la bancarotta sul debito internazionale del paese. Il celebrato “miracolo economico” boliviano, quello di una nazione che ha saputo crescere in una maniera esponenziale dal 2006 al 2017, si sta sgretolando di fronte ai cittadini. Le persone hanno capito che se non è più possibile prelevare dollari come e quando si desidera, non possono essere credute al tempo stesso le rassicurazioni del governo. Una situazione difficile, che preannuncia anni duri per questa economia latinoamericana.