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Conflitto in Israele e FOMC fanno valore dei Treasuries
Dopo settimane di vendite continue, al punto di parlare di uno dei peggiori periodi nella storia dei bond americani, il valore delle obbligazioni statunitensi si è ripreso velocemente nel corso di mercoledì. Il rally intraday è stato il più forte dai tempi del collasso di Silicon Valley Bank, con gli investitori che hanno cercato rifugio verso asset sicuri a causa delle turbolenze geopolitiche di questi ultimi giorni. Gli analisti citano soprattutto la guerra in Israele come causa scatenante di questo improvviso recupero, soprattutto per via del rischio che il conflitto possa allargarsi e includere altre regioni come Libano e Iran.
Nello stesso momento, anche il FOMC -il comitato che guida le decisioni di politica monetaria- ha favorito il recupero dei Treasuries. Alcuni membri hanno iniziato a mostrare un atteggiamento più cauto riguardo alla possibilità di alzare ancora i tassi nel corso dei prossimi mesi. E tra i motivi dietro a questa previsione c’è proprio il fatto che un crollo del valore delle obbligazioni governative, di fatto, agisce parzialmente come un aumento dei tassi centrali. Il valore dei bond a 10 anni è aumentato di oltre l’1% in una singola giornata di scambi, in attesa del report sull’inflazione USA che uscirà più avanti nel corso della settimana.
Gli investitori vanno in cerca di beni rifugio
In questo momento di incertezza per la situazione in Israele, molti investitori locali e internazionali hanno iniziato a ribilanciare i loro portafogli con strumenti meno rischiosi. Le obbligazioni del governo americano rimangono considerate lo strumento più sicuro su cui si possa investire, per cui i flussi di capitali si sono mossi verso il mercato obbligazionario locale e su altri beni rifugio come l’oro. Anche se il conflitto rimane attualmente circoscritto a Israele e Gaza, gli investitori cominciano a prezzare la possibilità che possa coinvolgere altre nazioni o causare uno scontro -anche solo economico, fatto di sanzioni- tra grandi potenze non direttamente coinvolte.
Inoltre è da notare che l’aumento dei rendimenti dei bond americani è stato molto significativo nelle ultime settimane: i rendimenti interessanti possono sicuramente avere attirato l’attenzione degli investitori. Attualmente i Treasuries decennali offrono un rendimento del 4,58% annuo, che sarebbe stato impensabile fino a due anni fa. Malgrado tutto ciò, sembra che i grandi hedge funds che hanno puntato sul calo del valore dei bond USA nelle ultime settimane non abbiano cambiato le loro previsioni o le loro posizioni.
I commenti del FOMC sostengono il rally
La ricerca di beni rifugio non è l’unico motivo dietro al forte trend rialzista di mercoledì. Raphael Bostic, presidente della Fed di Atlanta, ha fatto notare che a suo avviso potrebbe non essere necessario continuare con i rialzi dei tassi d’interesse per calmierare l’inflazione. Diversi analisti hanno sottolineato questa correlazione tra bond e inflazione nelle ultime settimane, ma questa è la prima volta che il commento proviene direttamente da un membro del FOMC. Sempre nel corso di oggi sono state pubblicate le bozze della riunione di politica monetaria del FOMC, in cui si legge che l’economia sta seguendo un andamento “altamente incerto” e che la Fed desidera “procedere con attenzione” nelle sue decisioni sui tassi.
Sembra che la Federal Reserve stia tentennando sulla possibilità di alzare ancora i tassi, dopo che il mercato ha quasi fatto il suo lavoro. Quando i bond americani rendono di più, anche i mutui diventano più cari e tutte le altre obbligazioni vedono tassi più alti. Di conseguenza il mercato del credito si restringe e meno denaro entra nell’economia, esattamente l’effetto che si desidera ottenere quando una banca centrale alza i tassi. L’evento più atteso della settimana, però, rimangono i prossimi dati sull’inflazione negli Stati Uniti: ci si aspetta che questo sia il segnale più importante per la previsione delle prossime mosse della Fed.