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Arrivano i dati sull’inflazione USA: +2,5% vicino alle aspettative. Core statica

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Fuori i dati sull’inflazione USA, che i mercati attendevano per anticipare i prossimi movimenti del FOMC in termini di politica monetaria. Il dato che arriva, +2,5%, è inferiore rispetto a quello del mese precedente, quando l’inflazione aveva fatto registrare 2,9%. Il consenso delle previsioni si era invece attestato al 2,6% mediano. Questo per quanto riguarda l’inflazione classica.

L’inflazione Core, ritenuta più importante in questa fase perché non tiene conto né del settore alimentare, né di quello energetico (entrambi con un’alta volatilità) si attesta invece a 3,2%, in linea con la precedente lettura, che era stata sugli stessi livelli. Le previsioni anticipavano un’inflazione Core statica rispetto al mese precedente, con le previsioni che indicavano allo stesso modo +3,2%. Sono dati ai quali i mercati stanno già reagendo, sul Forex e sul pre market azionario, con le reazioni che poi continueranno una volta che sarà aperta la seduta alle 15:30 delle borse statunitensi.

Un dato buono per il 18 settembre

Il dato ora accende il dibattito sulle prossime mosse del FOMC, la riunione che negli Stati Uniti stabilisce le decisioni di politica monetaria. Il dibattito è sulla possibilità che Federal Reserve, approfittando di un’inflazione che si sta riavvicinando al 2%, decida di tagliare dello 0,50%, contro un più prudente taglio dello 0,25%.

Oltre al dato sull’inflazione, conteranno anche i dati sul mercato del lavoro che arriveranno domani e dopodomani. Giovedì sarà inoltre il turno anche del PPI, ritenuto da Fed un indicatore in questo momento affidabile dell’andamento dell’inflazione – e forse più interessante per anticipare l’andamento del livello dei prezzi.

Un livello dei prezzi che è stata la maggiore preoccupazione per le principali economie del mondo e che ora sembrerebbe riavviarsi, non senza qualche fatica, verso la normalità del 2%. Il pivot, ad ogni modo, ci sarà. Ora sta al FOMC decidere di quanto, anche con l’obiettivo di non trasmettere ai mercati eccessive preoccupazioni.

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