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Dazi UE per i veicoli cinesi: si parte da giovedì 31 ottobre. Ufficialità da portavoce Commissione UE
Pechino e Bruxelles non si mettono d’accordo. Dazi operativi da giovedì.
È fallimento totale nelle trattative tra Pechino e Bruxelles. Da giovedì prossimo saranno in vigore in tutta l’UE i dazi aggiuntivi sui veicoli elettrici made in China. Secondo quanto è stato riportato da AP, non sarebbe stato possibile trovare una soluzione concordata tra Repubblica Popolare Cinese e Unione Europea, cosa poi confermata da Olof Gill, che è portavoce per la Commissione Europea. Si apre così un altro capitolo di un’intensa guerra commerciale tra UE e Cina, che si installa su un più ampio tema di schermaglie fortunatamente solo commerciali tra i due blocchi, quello occidentale da una parte e quello di Pechino dall’altra.
Soltanto ieri il Ministero dell’Economia messicano ha consegnato al Dipartimento del Commercio USA una lettera di rimostranze per il ban di hardware e software cinese sui veicoli connessi alla rete che circoleranno negli USA, altro capitolo questo di una guerra commerciale che in realtà vede diversi paesi emergenti nel tentativo di tenere il piede della vendita nelle economie così sviluppate e quello dei finanziamenti da, appunto, Pechino.
Una misura protezionistica?
Non secondo Bruxelles. Le vendite dei veicoli cinesi sono passate nel giro di 3 anni dal 3,9% del mercato delle auto elettriche ad un ben più sostanzioso 25%, secondo l’UE grazie ad aiuti di stato a pioggia che permettono al Made in China di essere enormemente più competitivo sul mercato.
Secondo quanto è stato riportato da Olaf Gill, i dazi aggiuntivi saranno in vigore per almeno 5 anni, per quanto sarà comunque possibile continuare a trovare una soluzione tra le parti che porti alla riduzione o alal rimozione delle stesse.
Soluzione che per il momento però sembrerebbe lontanissima: la Cina non sembrerebbe avere alcuna intenzione di interrompere i finanziamenti ritenuti aiuti di stato secondo gli ispettori dell’UE. I dazi saranno diversi da brand a brand, a seconda della quantità di aiuti ricevuti.