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Fed alle manovre impossibili. In settimana CPI e verbali FOMC

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I dati che arrivano dal mercato del lavoro USA raccontano di un’economia degli States ancora forte e ancora – questo è quanto interessa i mercati – in grado di sopportare rialzi dei tassi. In alternativa, di sopportare la permanenza dei tassi di riferimento imposti da Federal Reserve su livelli alti più a lungo. Il ragionamento è semplice: Federal Reserve ha scarsi incentivi a tornare su politiche monetarie più accomodanti se l’economia reale si mostra ancora così forte.

I segnali che sono arrivati dal mercato del lavoro si prestano però a equivoci: cresce il numero degli occupati, le aziende stanno evitando di licenziare nel timore di trovare più avanti rimpiazzi, ma il dato aggregato potrebbe non raccontare l’intera storia. Bisognerà vedere che tipo di lavori continuano a essere aggiunti (molti sono part-time secondo i dati più recenti) e che tipo di crescita potranno imprimere all’economia USA. Pur apparendo l’economia degli States come quella maggiormente in salute, i rischi di una recessione angosciano anche Washington.

Sarà una settimana a alta tensione

Per Federal Reserve è un complicato gioco di equilibri

Federal Reserve tenterà un atterraggio morbido su una pista che è corta e che presenta problemi di visibilità. La lotta all’inflazione, ancora lontana dal termine, sta procedendo per il verso giusto. È difficile calcolare per ora quando ci sarà il ritorno al target del 2%, ma è innegabile che si sia fatto già molto e che si stia tornando alla normalità. Anche la crescita dei salari in termini reali si è arrestata e arrivano segnali di raffreddamento progressivo degli indicatori più importanti.

I recenti dati sul mercato del lavoro USA hanno aumentato le probabilità, prezzate sul mercato dei futures, di un rialzo di 25 punti base dei tassi di interesse di riferimento, portandole al 27% secondo il FedWatch Tool di CME. 24 ore fa si era al 20%, una settimana fa al 18%, un mese fa però al 43%. Segno che anche se la maggioranza continua a ritenere più probabile un’altra hawkish pause da parte di Federal Reserve, l’incertezza regna sovrana e le aspettative dei mercati possono cambiare rapidamente.

Federal Reserve al centro delle analisi

Federal Reserve naviga a vista

Parte dell’incertezza che domina tanto il mercato azionario quanto il mercato dei bond dipende anche dall’imprevidibilità delle prossime mosse di Federal Reserve. Le ultime uscite pubbliche di membri del FOMC – il comitato che decide sui tassi e che riunisce diversi direttori delle divisioni locali di Fed – hanno segnalato la possibilità di un rialzo, o anche di due rialzi e più in generale una confusione che sembra regnare sovrana anche a Washington.

Confusione della quale Jerome Powell ha sempre affermato di non volersi assumere le responsabilità: si decide da tempo riunione per riunione, con i tassi che sono indirizzati dai dati più recenti di cui Federal Reserve è in possesso. Il momento è illeggibile – e anche dalla più grande banca centrale del mondo non ci si può aspettare di più.

L’incertezza – per ineludibile che sia – continuerà a tenere i mercati sulle spine, anche innescando delle reazioni di pancia più che di ragione, proprio come avvenuto ieri sul mercato azionario, prima a picco dopo i dati sul mercato del lavoro poi invece in recupero netto e con chiusura della settimana in territorio green. Un segnale, più che della forza degli stessi, di quanto confusa sia la situazione e di quanto rapidamente potrebbe cambiare il sentiment.

Mercoledì 11 ottobre ci saranno due importanti eventi da segnare sul calendario: avremo i dati dell’inflazione USA e anche i verbali dell’ultima riunione del FOMC. Combinazione di eventi che potrebbe rendere ancora più agitata la situazione sui mercati, in particolare su quello dei bond e su quello azionario – già in situazione di forte stress.

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