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Giappone: PIL peggiore di proiezioni. Yen tiene, ma…

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Torna, anche se in realtà non è che se ne sia mai andato completamente, il dubbio sulla capacità di Bank of Japan di seguire il piano che ha lasciato intendere ieri e che per ora i mercati hanno interpretato in senso fortemente bullish sullo yen. Yen che rimane nei confronti del dollaro a 144,40 nel momento in cui scriviamo, soltanto in leggerissima perdita rispetto alla chiusura della giornata appena trascorsa. I dati aggiornati sul PIL, che peggiorano rispetto alle già pessime proiezioni di qualche giorno fa.

Nel complesso l’economia giapponese, per il trimestre appena passato, ha subito una contrazione del 2,9%, dato che è il peggiore al mondo almeno tra le economie sviluppate e che sottolinea ulteriormente, se ce ne fosse il bisogno, la gravità della situazione a Tokyo. Bank of Japan sarà chiamata a decidere a breve, secondo i principali analisti già in gennaio, verso il ritorno dei tassi al segno positivo, cosa che certamente avrà un impatto un’economia già in grande sofferenza.

Pil peggiore di proiezioni, ma lo yen tiene

Giappone: dati peggiori delle previsioni. Lo sforzo di Bank of Japan sarà titanico

I mercati non hanno ancora reagito granché, lasciando fondamentalmente lo yen dove lo avevano trovato poco prima dei dati. Tuttavia ci sono diversi segnali che si accumulano e che segnalano che potrebbe tornare anche a stretto giro di posta una volatilità che, tra le altre cose, Bank of Japan potrebbe non avere la forza di contenere.

Il primo dato è che i dati sul terzo trimestre del 2023 per l’economia giapponese segnano un -2,9%, contro dati già impietosi ma comunque migliori di quelli che sono arrivati oggi.

Lo scenario all’interno del quale è arrivato il dato è quello di rialzi molto importanti per lo yen che sono partiti dopo le dichiarazioni pubbliche di Kazuo Ueda, governatore di Bank of Japan, che tutti hanno interpretato come un segnale di ritorno a politiche monetarie più ortodosse. Questo sempre tenendo conto del particolare andamento dei salari.

C’è poi un altro punto del quale si sta parlando poco: una parte rilevante dell’andamento di USDJPY non è nelle mani di Bank of Japan. Dipenderà dai dati che arriveranno dagli USA, che saranno in grado di condizionare la politica monetaria di Washington, per quanto da quelle parti siano in pochi ormai in pochi disposti a sostenere che possano esserci ulteriori rialzi.

Bank of Japan difficilmente sarà padrona del proprio destino

Occhi puntati su Nonfarm Payrolls

Le aspettative sono per un rialzo delle NFP, il cui dato sarà disponibile tra poco. Si tratterà di un dato utile per interpretare l’andamento del mercato del lavoro negli Stati Uniti, uno dei fattori più importanti per Jerome Powell per capire a che punto si è del ciclo restrittivo.

In altre parole, come è stato già scritto qui prima del rimbalzo dello yen, è difficile immaginarsi un Giappone pienamente padrone del proprio destino. Dipenderà tutto da Washington, per quanto il rimbalzo delle ultime ore sia stato dettato da uscite di Ueda che i mercati, incredibilmente aggiungiamo noi, hanno preso sul serio.

Cosa aspettarsi dalla prossima settimana? Dopo i NFP potrebbe riprendere una certa volatilità, anche su livelli insoliti per valute così solide e così blasonate (e con questi volumi).

Il consiglio per chi si appresta al trading è di prestare la massima attenzione e possibilmente far ricorso alla massima cautela. Sgombri dai preconcetti sullo yen, varrà la pena di ricordarsi di una fase di mercato per il Giappone assolutamente imperscrutabile, con preoccupazioni consistenti e che sono diverse da quelle di qualche tempo fa, con BoJ che difficilmente potrà intervenire a controllare la volatilità come ha promesso invece di fare. In altre parole sì, tutto è possibile all’ombra del Fujiyama.

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