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Google: sconfitta storica contro Epic Games
Brutte notizie per Alphabet / Google, che ha incassato una pesante sconfitta al termine della causa che la vedeva contrapposta a Epic Games, produttrice del popolare videogioco Fortnite. La giuria ha ritenuto Google colpevole di abuso di posizione dominante, ovvero di aver esercitato un monopolio sul suo Google Play Store, lo shop di applicazioni per i sistemi Android. Al centro, in una causa che è simile a quanto la stessa Epic contesta a Apple, la concentrazione in capo a Google sia dello store delle App, sia del sistema di billing.
La giuria ha ritenuto appunto colpevole Google, che però ha già annunciato che farà ricorso. Nel mezzo un fiume di miliardi, che costituiscono un ricavo importante per i due giganti che gestiscono il proprio shop di App: da un lato Google / Android e dall’altro Apple / iOS, in una battaglia negli USA che è già diventata fondamentale per la sopravvivenza di un business model ricco, ricchissimo e che è quintessenziale per certi rami d’azienda di due dei gruppi più ricchi e importanti del mondo.
Google incassa una sconfitta importante
Google non dovrà preoccuparsi soltanto della precaria situazione economica globale. Ci sono ben altre preoccupazioni, meno generali e più specifiche. La giuria chiamata a decidere del caso contro Epic Games si è infatti espressa a favore di quest’ultima, individuando nelle pratiche di Google l’abuso del monopolio che può esercitare sul proprio Store. Di cosa si discute? Banalmente di denaro. Google Play Store impone una tassa, o per altri taglieggia, gli sviluppatori che ricevono pagamenti per funzionalità aggiuntive vendute tramite le App.
È la stessa questione che aveva portato allo scontro la stessa Epic Games contro Apple che aveva avuto luogo nel 2021. Questa volta però, su termini leggermente diversi, è stata Google a soccombere, per quanto avrà diritto di appello, che ha già dichiarato di avere intenzione di esercitare.
Si dovrà poi aspettare gennaio per individuare le pene e le afflizioni che la corte riterrà opportune, dopo che Epic Games si è vista attribuire la ragione per tutte le questioni sollevate.
Tra le cose più importanti emerse dal processo c’è l’illegalità per Google di aver collegato al Play Store anche i sistemi di pagamento, cosa che costringe gli sviluppatori ad utilizzare entrambi, pena appunto l’esclusione dallo Store che garantisce accesso a miliardi di dispositivi in tutto il mondo in termini di offerta commerciale.
Una sentenza che potrebbe essere storica
Certo, la decisione dovrà essere confermata in appello. Tuttavia, se dovesse essere confermata, il vecchio business model utilizzato da Google potrebbe essere in serio pericolo, perché verrebbe garantita ai gestori e ai produttori di App di ricorrere a metodi di pagamento alternativi, che consentirebbero loro di uscire dalla morsa di Google, anche in termini di commissioni.
Si tratta di guadagni importanti per Google, che consistono mediamente nel 30% di ogni pagamento che passa dallo Store, una fee ritenuta eccessivamente alta dal tribunale e dalla giuria, nonché ulteriore prova dell’ingiustizia del sistema nelle forme in cui funziona oggi.
La giuria ha raggiunto, forse è questa la questione più preoccupante per Google, un giudizio unanime in meno di 4 ore, cosa che certamente conterà anche in sede di appello, per quanto appunto la decisione non sia definitiva.
Epic Games nel frattempo può festeggiare, cosa che non poté fare ai tempi della causa contro Apple, che ebbe esiti assai diversi.
La questione, lo ricordiamo ai nostri lettori, era emersa anche con l’introduzione degli account “premium” su Twitter, con Musk che si lamentò direttamente con Tim Cook di Apple del taglieggiamento ai danni del denaro raccolto dalle App per conto proprio, ma con l’obbligo di farlo appunto tramite i sistemi di Apple.