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Inditex mette il turbo: crescono ricavi, margini e vendite

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Il peggio sembrerebbe essere alle spalle. Inditex, il gruppo che tra le altre possiede anche Zara, ha infatti comunicato al pubblico una quantità di vendite importanti all’inizio di quella che è storicamente la stagione degli acquisti festivi. +14% rispetto all’anno precedente sulle sei settimane passate, segno importante della ripresa per un settore che durante la pandemia COVID19 è stato tra i maggiormente colpiti. Ottimi anche i dati per per i profitti nei primi nove mesi del 2023: 4,1 miliardi di euro di profitti netti, con una crescita di oltre il 30% rispetto all’anno precedente.

Dati importanti mentre, tra le altre cose, Zara si trova a combattere almeno virtualmente contro Shein, che si sta preparando alla quotazione e che per molti analisti potrebbe essere il prossimo cavallo sul quale puntare, una sorta di alfiere del fast fashion 2.0 che potrebbe lasciare di parecchio indietro i gruppi storici che avevano invece inventato la versione 1.0 di questo nuovo modo di produrre e vendere abbigliamento.

Ottimi dati per Inditex

Dati positivi dopo una stagione di riorganizzazione

L’altro aspetto positivo per chi ha investito in Inditex e per chi guarda a questo settore come parziale termometro del comportamento dei consumatori è che la ricetta per la ripresa indicata tempo fa dal gruppo sembrerebbe aver prodotto i primi risultati. Una ricetta che ha previsto anche la chiusura di punti vendita (i più angusti) con qualche anno sulle spalle e vendite non eccezionali, a favore di venue più importanti per posizione e per dimensioni. Una ricetta che ha fruttato 75 punti base per quanto riguarda i margini.

La posizione di Zara e più in generale di Inditex sembra, dopo 2 anni di crisi importante per tutto il comparto, invidiabile: aumenta la quota di mercato, nonostante in molti si siano dimenati per l’arrivo di Shein, e aumenta anche la profittabilità del business in quanto tale. Aumenti anche per i profitti lordi, che sono tornati su livelli che non si vedevano dal 2015, segno quasi inequivocabile di una crisi del comparto ormai quasi completamente alle spalle.

Shein? Potrebbe non essere un problema: le quote di mercato che sta conquistando sono per la fascia più bassa del mercato, che a Zara interessa relativamente e che ha progressivamente allontanato anche con politiche di prezzi al rialzo. Dalla regia dicono che si sta puntando sulla qualità, mentre qualche analista ricorda che la recessione però potrebbe esporre maggiormente chi si è collocato nella fascia di mercato scelta da Zara e Inditex.

La ricetta di Inditex e Zara funziona

Il ritorno, prepotente, del tessile

Il 2024 potrebbe essere il ritorno dell’attenzione su diversi titoli del comparto tessile retail, che molti analisti avevano, forse colpevolmente, abbandonato nello scomparto degli investimenti da non rivisitare mai più. I buoni risultati di Inditex potrebbero essere seguiti da altre aziende del comparto. Tutto, lo ricordiamo, in quello che potrebbe essere l’anno dell’arrivo in borsa di Shein, una IPO che sta già attirando attenzioni sia da parte dei grandi investitori, sia invece da parte dei piccoli investitori retail.

Una situazione complessivamente interessante, sul quale però peserà anche l’outlook non entusiasmante per quanto riguarda le principali economie mondiali, che sono in fin dei conti poi i mercati di riferimento per Inditex e per i brand del gruppo.

Fin qui però tutto bene. Che sia poi quanto afferma chi è in caduta libera e non si è ancora schiantato, oppure l’inizio di una ripartenza forte potremo vederlo soltanto tra qualche settimana.

Ora occhi puntati al FOMC, che ci sarà questa sera alle 20:00, con conseguente discorso di Powell che aiuterà a capire almeno che aria tira negli States, economia che continua a credere – con qualche dato a supporto – in un soft landing.

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