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Inflazione tedesca al 2%. Domani Italia, Euro e Francia decidono per BCE

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La Germania torna al 2,0% di inflazione, in pieno target, per quanto riguarda l’inflazione standard, dal 2,6% del mese precedente. Sono dati che fanno tra le altre cose il paio con quelli arrivati da Madrid, dove l’inflazione ha fatto registrare i dati più bassi dell’anno. Una situazione ideale per le colombe all’interno di BCE, che potranno così fare affidamento ad una situazione inflativa rientrata ampiamente sotto controllo, per quanto manchino ancora i dati di Italia e di Francia, che arriveranno invece venerdì 30 agosto.

La situazione è di massima tensione sui tagli, con i membri votanti di BCE che sono divisi tra falchi e colombe rappresentando però quelli che sono atteggiamenti storicamente diversi dei singoli paesi in termini di politica monetaria. A giocare a favore dei tagli potrebbe anche pesare una situazione economica che in Germania, al netto dell’inflazione, sembrerebbe se non compromessa comunque in forte rallentamento. Dall’altro lato chi predica il pugno duro o l’high for long ricorda che potrebbero esserci dei rimbalzi come quelli che si sono avuti a inizio 2024 e che dunque la battaglia contro l’inflazione potrebbe essere tutto fuorché vinta.

I dati tedeschi forniscono un assist agli atteggiamenti dovish

Sono ormai mesi che all’interno della Banca Centrale Europea si consuma una guerra di basso profilo, tra chi vorrebbe tagli progressivi ormai da tempo – vedi l’italiano Fabio Panetta – e chi invece sostiene che di rischi per un rimbalzo ce ne siano ancora diversi. Certo è che con Italia e Germania ormai in target (a meno di clamorose sorprese) e con il dato a livello europeo che ne sarà ovviamente condizionato, sarà difficile sostenere la necessità di mantenere i tassi ancora su livelli alti.

Tra le altre cose peserà sulla decisione anche Federal Reserve, che al netto dell’ottimo risultato del PIL USA, finirà per tagliare di almeno 25 punti base i tassi di interesse il prossimo 18 settembre. E con il pivot che inizia a Washington, sarà difficile a livello europeo prendere un’altra strada, per quanto BCE abbia già deciso in completa autonomia il primo dei tagli ai tassi.

Saranno giorni di fuoco quelli che ci accompagneranno al 12 settembre, quando comunque BCE sarà destinata a decidere prima di Federal Reserve e con dati che sembrano lasciare pochi appigli anche intellettuali ai falchi.

Un calo inaspettato

Il calo dell’inflazione in Germania è stato inaspettato e maggiore di quanto aveva previsto il consenso che si era formato intorno a un’inflazione del 2,3%. Ci sarà però da essere prudenti: un miss così importante da parte del consenso potrebbe anche segnalare una stagionalità del calo o comunque questioni non completamente risolte e che potrebbero tornare a breve di essere di grande attualità.

Occhi puntati comunque sui dati di Italia e Francia, che arriveranno nella mattinata di domani e che avranno impatto certamente almeno sui listini di riferimento. Quelli francesi arriveranno alle 08:45 ora italiana. I dati italiani e europei arriveranno invece alle 11:00 a borse aperte – e saranno di grande importanza per capire in che direzione si andrà dalle parti di Francoforte. Sempre alle 11:00 ci saranno i dati sulla disoccupazione, anche quelli importanti per le prossime decisioni sui tassi.

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