News

L’UE denuncia la Polonia per restrizioni al commercio di gas

Published

on

La Commissione dell’Unione Europea ha annunciato giovedì l’apertura di un procedimento contro la Polonia, per aver imposto restrizioni sul commercio del gas naturale. Secondo la Commissione, la legislazione nazionale polacca del gas impone limitazioni alle aziende che utilizzano strutture di stoccaggio fuori dal paese, mentre esenta i fornitori che usano le strutture in Polonia. Queste misure potrebbero distorcere il mercato europeo del gas e minacciare la sicurezza delle forniture. Il Ministero del Clima polacco ha dichiarato di non essere d’accordo con il procedimento, considerandolo “incomprensibile e inadeguato”. Per la Polonia, le sue misure sono giustificate dalla necessità storica di mantenere scorte minime di gas, per garantire le forniture a discapito della dipendenza dalle importazioni russe.

L’Europa attualmente affronta sfide significative nel settore del gas, alimentate in primo luogo dalla necessità di abbandonare il gas russo. Inoltre l’UE è in piena transizione energetica, cercando di passare sempre di più a un’economia basata su fonti di energia rinnovabili. L’inverno 2023 si è aperto con infrastrutture di stoccaggio pressoché piene e nuovi grandi terminal per ricevere gas naturale liquefatto, prospettando un inverno decisamente migliore rispetto a quello dello scorso anno. Con l’avvicinarsi dell’inverno e l’aumento delle esigenze energetiche, però, qualsiasi squilibrio nel settore del gas potrebbe causare problemi maggiori per il continente.

L’UE chiede di cambiare le normative polacche

La disputa tra l’Unione Europea e la Polonia riguarda una specifica legislazione relativa allo stoccaggio e al commercio del gas naturale polacco. La Commissione Europea contesta le misure implementate dalla Polonia, dove la legislazione richiede che le aziende che utilizzano impianti di stoccaggio del gas fuori dal paese riservino capacità di trasporto per importare il gas nel territorio nazionale. A meno che non si verifichino delle situazioni d’emergenza, alle società non è permesso vendere il gas mantenuto in stoccaggio all’estero nemmeno se le forniture non fossero necessarie al mercato polacco. Questo essenzialmente significa che la Polonia sta obbligando alcune aziende a importare del gas non necessario sul mercato nazionale, impedendole di venderlo ad altre nazioni europee che potrebbero davvero averne bisogno.

La Commissione Europea sostiene che questa disparità nelle restrizioni metta a rischio la stabilità del mercato interno del gas, proprio in un periodo storico dove la collaborazione tra gli Stati Membri è essenziale per assicurare a tutti le forniture necessarie. Questo procedimento è quindi centrato sul tentativo dell’UE di garantire un mercato del gas naturale più equo, sicuro ed efficiente, mirando a ridurre eventuali distorsioni e a garantire una distribuzione equa delle regole tra le aziende operanti nel commercio del gas nella regione. Bruxelles ritiene che ci siano ormai i presupposti affinché la Polonia non abbia più bisogno di “aggrapparsi” alle forniture di gas mantenute all’estero, e che al tempo stesso non sia un comportamento giusto nei confronti delle altre nazioni europee.

Il nuovo maxi-terminal sotto una pioggia di critiche

Il mercato polacco del gas naturale si sta preparando all’apertura di un nuovo grande progetto, legato a un terminal per l’importazione di gas naturale liquefatto al nord del paese. Questo dovrebbe essere il modo più diretto per assicurare nuove forniture non più provenienti dalla Russia, che consentano al governo polacco di mantenersi più indipendente anche dai partner commerciali europei.

Una settimana prima che l’Unione Europea iniziasse il procedimento contro la Polonia sulle restrizioni nel commercio del gas, però, Greenpeace ha lanciato una campagna ambientalista contro i piani del governo polacco di costruire un nuovo terminal di gas naturale liquefatto galleggiante nel porto di Danzica.

L’organizzazione sostiene con forza che il progetto aumenterebbe significativamente la dipendenza del paese dai rifornimenti esterni di gas, oltre a mettere in luce gli impatti negativi sul clima. Inoltre Greenpeace evidenzia le minacce alla vita selvatica nell’area, sottolineando che il terminal proposto si trova all’interno della rete di protezione Natura 2000 dell’Unione Europea. La voce è stata raccolta dall’opposizione polacca, che avrebbe voluto maggiori investimenti in energia rinnovabile anziché in un nuovo terminal per il GNL.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version