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Fed decide tra poco tra 25 e 50 bps, ma venerdì tocca anche Tokyo

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I mercati giocano d’attesa per quella che sarà la riunione più incerta di sempre del FOMC, il comitato interno a Federal Reserve che prende le decisioni per quanto riguarda la politica monetaria degli Stati Uniti. Mentre il grosso delle banche d’affari indica i 25 punti base come più probabili e più giusti, i mercati continuano a prezzare con maggiore convinzione l’arrivo di tagli da 50 punti base. E sarà non solo una giornata, ma una settimana esplosiva, perché venerdì arriveranno anche le decisioni di Bank of Japan, che in combinazione con quelle di Federal Reserve saranno di impatto anche sul carry trade dei carry trade, quello che arriva dallo yen e finisce per riversarsi sulle borse USA.

Dubbi sulla convenienza del trade in questione, nati dopo gli ultimi rialzi di Tokyo, furono in parte responsabili del grande crash di borsa del 5 agosto 2024. E il terrore per i mercati è che decisioni estreme da parte delle due banche centrali possano creare una situazione simile, per quanto un taglio da 50 punti base dovrebbe far tornare – da libro di economia del primo anno – un po’ il buonumore sui mercati, sempre ingordi di liquidità e di prestiti a tassi molto bassi.

Una settimana di fuoco: aprirà le danze Jerome Powell

Dopo i dati sull’inflazione europea, che non hanno mosso di molto le aspettative dei mercati (tant’è che in Europa il trading è assai blando), arriva l’evento degli eventi, ovvero la decisione del FOMC sui tassi di interesse USA. Per quanto Jamie Dimon di JPMorgan si affretti a ricordare a tutti che non saranno 25 punti di differenza a cambiare il verso in cui gira il mondo, c’è chi correttamente ritiene questo un evento nell’evento.

Oltre ai tassi di interesse infatti verranno fuori anche i dot plot, che segnaleranno le aspettative degli stessi membri del FOMC. Così come arriverà la conferenza stampa di Jerome Powell, che per quanto durante i precedenti appuntamenti non abbia riservato alcuna sorpresa, questa volta potrà essere diversa.

Diversa perché dovrà giustificare l’una o l’altra decisione, con entrambe che appariranno almeno ad una parte dei mercati come fortemente ambigue. E questo potrebbe portare il leader della banca centrale più potente del mondo a impegnarsi per delineare un percorso che non sia solo dipendente dai dati che arriveranno. Ci sarà recessione? Si può credere ancora nel soft landing? Le preoccupazioni dei mercati sono eccessive? Quanti altri tagli si dovranno prezzare da qui a fine 2024? Domande in cerca di una risposta, che questa volta dovrà inevitabilmente arrivare.

Venerdì la scheggia impazzita che risponde al nome di Kazuo Ueda

Kazuo Ueda, a capo di Bank of Japan, è di gran lunga il più imprevedibile dei banchieri centrali. E questo carica di ansie anche un altro appuntamento settimanale, quello della notte tra giovedì e venerdì, quando la banca centrale del Giappone dovrà prendere una nuova decisione sui tassi di interesse.

La decisione del 31 luglio, con un rialzo a sorpresa, è stata foriera di enormi scompensi sul mercato, in particolare per chi non sapendo fare di conto teme per la fine del carry trade che tiene in piedi, almeno in parte, le borse americane. Le aspettative sono per un no rialzo, con i tassi che in Giappone dovrebbero rimanere allo 0,25%. Anche Ueda sembrerebbe aver indicato una strada simile, se non fosse che i suoi segnali sono stati spesso di senso contrario rispetto a quanto poi è stato effettivamente deciso.

Una settimana decisamente non adatta ai cuori deboli, come poche se ne vedono non durante l’anno, ma nella storia della finanza.

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