News

Terrore USD: La Valletta chiama i tagli, il Vietnam propone intervento e il Giappone aspetta di nuovo Godot

Published

on

È stato un passaggio assai rapido quello del dollaro da bullish a bullo dei mercati internazionali. Le preoccupazioni – complice anche una situazione geopolitica ricca di tensioni – continuano a aumentare e nulla è cambiato, se non in peggio, rispetto alle condizioni che abbiamo descritto poche ore fa. Dall’Europa – e in particolare da Edward Scicluna – in BCE per conto di Malta – parte un ulteriore allarme, che ricorda che la situazione invero assai preoccupante non è limitata all’Asia. Nel caso in cui dovessero tardare i tagli a Washington e a Francoforte, ha indicato infatti Scicluna, per l’Europa potrebbero montare problemi per il momento difficili da quantificare, ma ben al di sopra della soglia di allarme.

Quello che in molti avevano ignorato è tornato – come fa la realtà – prepotentemente a farsi sentire: un dollaro così forte e difficoltà così importanti di accesso al mercato del debito, possono avere e certamente avranno delle ripercussioni non solo negli USA, ma a livello globale, con tante economie che sembrano essere già con l’acqua alla gola, mentre diverse banche centrali tenteranno – e in realtà stanno già tentando – il tutto per tutto per tenere a galla le proprie divise.

Il dollaro forte terrorizza oriente e occidente

Il mix esplosivo tra geopolitica e pivot ritardato

Il mix è di quelli esplosivi: da un lato il dollaro continua nel suo trend rialzista, complice un pivot che si allontana sempre di più, complici condizioni economiche che da un lato permettono di osare e dall’altro ricordano dell’inflazione ancora troppo alta per pensare a tagli sul breve periodo. Tutto ok, se non fosse che il dollaro USA non opera in un vuoto pneumatico e c’è chi, da tempo, comincia a subire gli effetti di questa forza straordinaria del greenback.

Il Giappone, con il suo yen mai così debole da 30 anni a questa parte, continua a minacciare interventi che – come abbiamo già scritto su queste pagine – ricorda un po’ quel Godot che arriverà sempre domani e mai oggi. Il Vietnam, che ha promesso interventi poche ore fa. L’Indonesia che lo ha già fatto. L’Europa che – questo il sentore comune tra gli analisti – non sa che pesci pigliare.

Ci sarà con ogni probabilità una divergenza tra le politiche monetarie di Washington e quelle di Francoforte, cosa che i mercati hanno già scontato e che però non sembrerebbe essere ancora certa, dato che proprio da Francoforte – e in questo caso da La Valletta – arrivano ancora richiami all’ordine. O forse al disordine, per chi crede che sia precoce anche in Europa parlare di pivot.

Il pivot si allontana, insieme all’inversione di trend di USD

Da Malta l’ultimo appello disperato

Senza tagli sarà un disastro. È questo il messaggio che Edward Scicluna ha lanciato poche ore fa. Si tratta del governatore della banca centrale di Malta, che a nostro avviso correttamente individua un doppio problema per la tenuta dell’economia UE.

Da un lato urgono tagli ai tassi di interesse in Europa, cosa sulla quale BCE ha quasi completamente il controllo e sulla quale non dovrebbe tardare. Dall’altro c’è una parte della questione la cui soluzione non è nelle disponibilità di BCE: ovvero le prossime decisioni di Washington.

Se Washington dovesse tardare eccessivamente con i tagli, con quel pivot che è diventato parola ammantata di sacralità rituale, gli effetti finiranno per ripercuotersi anche su Francoforte e sulle economie dell’area euro.

Una situazione di alta tensione sulla quale insistono anche preoccupazioni di carattere geopolitico. Nel cuore della notte, ora italiana, Israele ha risposto al primo attacco diretto dell’Iran, e per quanto la situazione sembri essere rientrata, almeno per ora, la tensione rimane. E continuerà a dominare i mercati, anche del Forex, ancora per diverse settimane.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version