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Volkswagen, gli utili sono crollati del 42% nel terzo trimestre. E si parla di chiusure in Germania

Nel terzo trimestre 2024 gli utili di Volkswagen sono letteralmente crollati, mettendo in dubbio il futuro della stessa azienda.

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Gli utili del terzo trimestre di Volkswagen sono calati del 42%, raggiungendo il livello più basso degli ultimi tre anni. La divisione automobilistica dell’azienda è alle prese con dei costi elevati e una domanda debole in Cina. I problemi maggiori si registrano in Germania, dove si corre il rischio di potenziali chiusure di stabilimenti.

In queste settimane Volkswagen sta affrontando una vera e propria battaglia con il sindacato, dato che ha allo studio una revisione pianificata che, per la prima volta nel corso dei suoi 87 anni di storia, prevede la chiusura di alcuni stabilimenti in Germania. Questo è il motivo per il quale i colloqui tra Volkswagen e il sindacato tedesco IG Metal saranno realmente tesi, anche perché il presidente del consiglio d’azienda ha minacciato di interrompere i colloqui e indire nuovi scioperi.

Volkswagen, i risultati sono deludenti

Deludenti i risultati di Volkswagen, che hanno messo in evidenza come il rendimento operativo delle vendite nel settore delle autovetture sia sceso al 2% dal 3,4% nei primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2023.

Arno Antlitz, responsabile finanziario del gruppo automobilistico, ha spiegato che questo mette in evidenza l’urgente necessità di significative riduzioni dei costi e di guadagni di efficienza.

Il mercato automobilistico europeo si è ridotto di circa 2 milioni di veicoli dall’inizio della pandemia: ogni anno Volkswagen vende qualcosa come 500.000 unità in meno ogni anno. I principali concorrenti – come Tesla e le case automobilistiche cinesi che offrono modelli più economici – hanno guadagnato quote di mercato in Europa.

Volkswagen, invece, ha perso delle quote di mercato in Cina, perché le case automobilistiche locali offrono modelli più economici. La situazione è stata aggravata dall’economia cinese, che ha rallentato a causa della crisi immobiliare.

Le consegne di Volkswagen in Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo, sono diminuite del 15% a 711.500 veicoli nel terzo trimestre. Ciò ha trascinato verso il basso la cifra globale, che è scesa a 2,176 milioni di veicoli.

Il direttore finanziario Antlitz ha affermato che un aspetto positivo nei guadagni di Volkswagen è stato il miglioramento degli ordini in Europa occidentale tra luglio e settembre, con l’immissione graduale di nuovi modelli sul mercato, che ha fornito un impulso positivo per l’ultimo trimestre.

L’EBIT è sceso a 2,86 miliardi di euro nel periodo luglio-settembre, ampiamente in linea con la stima media di LSEG di 2,80 miliardi di euro.

Come si muovono le azioni Volkswagen

Da inizio anno, le azioni Volkswagen hanno perso circa un quinto, con una performance inferiore al calo del 10% registrato dall’indice automobilistico paneuropeo.

A settembre, la principale casa automobilistica europea ha tagliato le sue previsioni annuali per la seconda volta in meno di tre mesi, unendosi ai rivali BMW e Mercedes-Benz nel segnalare le difficoltà.

Proprio oggi i sindacati hanno annunciato dei potenziali scioperi alla Volkswagen, a meno che la casa automobilistica non sia disposta a escludere la chiusura degli stabilimenti dal suo piano di ristrutturazione, mentre le due parti si scontrano per la seconda volta su salari e potenziali chiusure di fabbriche.

Thorsten Groeger, capo negoziatore del potente sindacato IG Metall, ha affermato che i lavoratori si aspettano un futuro per tutti i siti tedeschi grazie alla ristrutturazione, che potrebbe essere la più grande nella storia recente dell’azienda.

Daniela Cavallo, presidente del consiglio aziendale, all’inizio di questa settimana ha minacciato di interrompere i colloqui, affermando che la dirigenza della Volkswagen aveva posto fine a un approccio consensuale consolidato nei rapporti con i lavoratori.

La dirigenza sostiene che gli stabilimenti tedeschi sono molto più costosi da gestire rispetto alla concorrenza, a causa degli elevati costi per i lavoratori e per l’energia, mentre il mercato automobilistico europeo si è ridotto rispetto ai livelli pre-pandemia e la domanda, un tempo robusta, in Cina è diminuita.

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