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Svizzera: inflazione ancora giù | È tempo per i tagli?

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Il franco svizzero continua a essere il tema di maggiore discussione tra trader e appassionati di finanza. Dopo l’addio a sorpresa di Thomas Jordan, governatore da più di un decennio di SNB, ora tocca all’inflazione lasciare tutti di stucco. I prezzi sono cresciuti soltanto dell’1,2%, facendo registrare il valore più basso da 30 mesi a questa parte. E per quanto si tratti di un risultato marginalmente superiore alle aspettative, questo ulteriore ribasso potrebbe rinforzare il caso che vorrebbe dei tagli ai tassi il prima possibile e con fare piuttosto deciso.

Siamo infatti già molto al di sotto del target massimo che fa da riferimento per la Swiss National Bank, una forbice tra lo 0% e il 2%,che già da tempo però non dovrebbe essere più di ostacolo per tagli ai tassi di interesse che potrebbero aiutare da un lato l’economia, dall’altro a contenere un cambio che è stato, anche per il 2023, al centro di forti discussioni. Tutto questo mentre SNB ha fatto registrare importanti perdite.

Inflazione spingerà a taglio tassi?

In Svizzera inflazione ancora giù: mai così in basso da ottobre 2022

La Svizzera gioca un campionato a parte. È una convinzione di tutti, basta su uno storico secolare, e anche gli ultimi dati sull’inflazione non possono che rinforzare questo convincimento. Il dato è di +1,2% anno su anno, un dato che così basso non si vedeva dall’ottobre del 2022 e che non dovrebbe lasciare spazio a chi pretende di avere tassi alti ancora a lungo. L’inflazione Core, che è lo spauracchio tanto di Washington quanto di Francoforte, è addirittura su livelli più bassi, ovvero all’1,1%, segno che appunto tutto quello che si poteva fare è stato probabilmente fatto e che non ci sarà ulteriore bisogno di una politica monetaria eccessivamente restrittiva.

Missione dunque compiuta per SNB, che potrebbe andare a ritoccare tassi che sono già sensibilmente più bassi rispetto alla controparte americana e alla controparte europea, con i mercati che prezzano a 2/3 la possibilità che ci sarà un taglio alla prima occasione possibile. Taglio che, se dovesse esserci, difficilmente andrà oltre i 25 punti base.

Tutto questo però mentre in diversi invitano ancora alla calma, seguendo quello che è il mantra che ha reso storicamente il Franco Svizzero una delle valute più apprezzate e resistenti anche ai movimenti di mercato più nefasti. Di fretta, con l’economia svizzera che è in un relativo buono stato di salute, non ce ne. Ed è per questo che sia da UBS che da altre grandi banche d’affari arrivano inviti alla calma.

Occhi puntati sul franco svizzero

CHF leggermente debole sui mercati

Il Franco Svizzero, alla diffusione del dato, ha dato segnali di leggera debolezza, conferma del fatto che i mercati iniziano a prezzare la possibilità che si tagli, nella Confederazione, prima che altrove, per quanto i movimenti siano stati in verità assai contenuti. A pesare sul cambio sono sia le convinzioni di una SNB che cercherà di svalutare il franco non appena possibile, sia le perdite accumulate dal balance sheet della stessa.

Rimarrà dunque un Forex che aspetterà dati certi di quanto sta accadendo prima di esporsi e prima di indicare un trend chiaro per le principali coppie che coinvolgono appunto il franco svizzero, senza che il dato di oggi sia decisivo.

D’altronde, come abbiamo visto poco sopra, per quanto la maggioranza si aspetti dei tagli a breve, tali tagli non sono ancora prezzati al 100% sulle piazze che contano. Per il resto, rimarrà da registrare come chi investe su coppie che includono il franco non potrà che continuare a trattare l’economia che sottende a CHF, quella svizzera, come un’economia assai peculiare e almeno in parte sconnessa dall’andamento delle principali su scala globale.

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