Obbligazioni, gli investitori preferiscono la Spagna alla Francia

Obbligazioni, gli investitori preferiscono la Spagna alla Francia
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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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La Spagna è meglio della Francia? È la domanda che si pongono molti osservatori dando uno sguardo a come si muove chi investe in obbligazioni. È partita, infatti, la corsa alla richiesta di risarcimenti per i prestiti effettuati a Parigi, colpevole di non aver rimesso in ordine le sue finanze in difficoltà. E iniziando a premiare, allo stesso tempo, l’economia di Madrid, ritenuta più solida.

Gli investitori, che già in precedenza preferivano muoversi nel mercato delle obbligazioni spagnolo, hanno trovato conferma alle proprie aspettative con le elezioni francesi inaspettate di giugno-luglio, che hanno modificato le aspettative di ripresa.

È opportuno scommettere sulle obbligazioni in Spagna? Gli investitori, almeno fino a dieci anni fa, ritenevano l’economia di questo paese una delle più deboli della zona euro. Oggi come oggi sembra che stia diventando una scommessa più sicura della Francia.

Obbligazioni, come si muove il mercato in Spagna

La scorsa settimana – per la prima volta dal 2008 – il rendimento dei Titoli di Stato francesi a 10 anni è salito sopra a quello spagnolo. Martedì 24 settembre 2024 era due punti base sotto a quello spagnolo. Inutile negarlo, siamo davanti ad un dato molto importante, se si considera che il divario tra i due è aumentato di 500 punti base al culmine della crisi del debito della zona euro nel 2012, quando le banche spagnole sono state salvate.

Gareth Hill, gestore di portafoglio presso Royal London Asset Management, ha spiegato che recentemente molte persone si sono trasferite in Spagna dalla Francia. Secondo Hill la Spagna da sempre è considerata la periferia più povera della zona euro: adesso potrebbe assumere lo status semi-core tra quanti investono in obbligazioni. Questa etichetta, fino ad oggi, era attribuita alla Francia: l’elevato rating creditizio e la liquidità l’hanno resa il più grande mercato obbligazionario in termini di debito in circolazione. I Titoli di Stato francesi rendono più di quelli portoghesi, mentre il divario con Italia e Grecia si è ridotto notevolmente.

Ma cosa condiziona il mercato delle obbligazioni e il comportamento dei risparmiatori? Il deficit di bilancio della Francia rischia di superare il 6% della produzione, il doppio del limite del 3% dell’Unione Europea. Gli investitori vedono scarsi miglioramenti sotto un governo di minoranza che ora si affretta ad imporre dei tagli alla spesa e degli aumenti delle tasse, mettendone in dubbio la longevità.

Al contrario, l’UE prevede che il deficit della Spagna raggiungerà il 3% quest’anno e non raccomanda misure disciplinari come ha fatto con la Francia. 

La Spagna ha tagliato il suo debito molto più velocemente della Francia dopo la pandemia. Il suo governo prevede un calo a meno del 103% della produzione quest’anno, da circa il 120% nel 2020. Lo scorso anno il debito pubblico della Francia era pari al 111%, rispetto al 115% del 2020, ma l’Unione europea ha previsto che potesse salire al 114% nel 2025, prima delle elezioni.

L’effetto della crescita

L’economia spagnola sta crescendo più rapidamente di quella francese grazie al vivace turismo e a un solido mercato del lavoro, favorito dall’immigrazione. La sua espansione del 2,7% l’anno scorso è stata quasi sette volte più rapida della media della zona euro. Giusto per avere un parametro di confronto basti pensare che la crescita in Francia è stata pari all’1,1%. Il governo francese prevede la stessa crescita anche quest’anno. A differenza della Spagna, la cui banca centrale prevede una crescita del 2,8% quest’anno, molto più alta dell’1,9% previsto per l’inizio del 2024.

Jens Eisenschmidt, capo economista europeo di Morgan Stanley, spiega che è difficile immaginare che la Spagna entri in una fase di overdrive fiscale o di profondo consolidamento. Ma ciò che aiuta è semplicemente un’elevata crescita.

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