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A maggio crollano le esportazioni via mare di gasolio russo
A maggio, le esportazioni via mare di diesel e gasolio dalla Russia hanno subito una contrazione significativa del 21% rispetto al mese di aprile, scendendo a 3,1 milioni di tonnellate. I nuovi dati di Refinitiv Eikon, pubblicati venerdì, mostrano che questo calo è stato causato da una combinazione della manutenzione delle raffinerie e dell’aumento della domanda interna, che ha ridotto le quantità disponibili per l’esportazione.
I dati sulle esportazioni
Secondo quanto riportato da Reuters, la Turchia e il Brasile si confermano come i principali destinatari delle esportazioni di diesel dai porti russi nel corso di quest’anno. Secondo i dati forniti da Refinitiv, la Turchia ha ricevuto 5,2 milioni di tonnellate di diesel e il Brasile 1,6 milioni di tonnellate nel periodo gennaio-maggio. A titolo di confronto, nel corso dell’intero anno 2022, la Turchia aveva importato 5 milioni di tonnellate, mentre il Brasile solo 74.000 tonnellate.
Nel mese di maggio, le esportazioni di diesel russo verso i paesi africani hanno raggiunto una cifra di circa 0,5 milioni di tonnellate, dopo le 0,9 milioni di tonnellate di aprile. I principali importatori sono risultati essere il Togo, la Libia e la Tunisia, come indicato dai dati analizzati.
Inoltre, a maggio sono stati registrati ulteriori 325.000 tonnellate di diesel provenienti dalla Russia, destinati ai carichi STS (Ship-to-Ship) nei pressi del porto greco di Kalamata, secondo i dati Refinitiv. Le destinazioni finali di tali carichi risultano perlopiù sconosciute, anche se gli operatori commerciali hanno ipotizzato che potessero essere in Asia o nel Medio Oriente.
Infine, in base ai dati di spedizione forniti da Refinitiv, nel mese di maggio sono stati caricati circa 95.000 tonnellate di diesel dai porti russi verso l’Arabia Saudita, in calo rispetto alle 383.400 tonnellate del mese precedente. Mentre altre 170.000 tonnellate erano dirette verso Fujairah, il principale centro di transito e miscelazione dei prodotti petroliferi negli Emirati Arabi Uniti.
Diversi paesi continuano a comprare carburante russo
Nonostante gli sforzi degli Stati Uniti per convincere l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, tradizionali alleati nel Medio Oriente, a partecipare alla lotta contro i tentativi russi di eludere le sanzioni occidentali sul petrolio, questi paesi continuano senza remore ad importare, immagazzinare, commerciare o ri-esportare carburanti russi.
Dopo l’entrata in vigore del divieto dell’Unione Europea sulle importazioni di diesel il 5 febbraio, le scorte di gasolio in Asia hanno registrato un notevole aumento. Ciò ha portato i raffinatori asiatici a dover competere con la Russia per ottenere una fetta del mercato del diesel in Africa.
Secondo le stime di Reuters, a marzo le scorte di gasolio nel centro di Singapore hanno raggiunto il livello più alto degli ultimi anni. Tuttavia, si prevede che tali scorte diminuiranno poiché si prevede una ripresa della domanda nel secondo semestre.
Nel frattempo, l’Europa continua ad aumentare le sue importazioni di diesel dal Medio Oriente e dall’Asia per compensare la perdita dei barili russi. Prima dell’entrata in vigore dell’embargo del 5 febbraio, l’Europa importava circa 600.000 barili al giorno di petrolio russo.