News, Green Economy

Agenti chimici tossici nell’acqua potabile: patteggiamento da $750 milioni negli Stati Uniti

Avatar di Alessandro Calvo
Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
Scopri i nostri principi editoriali

Johnson Controls si aggiunge all’elenco di aziende americane che dovranno mettere mano al portafoglio per risolvere la situazione PFAS, anche noti come forever chemicals. La situazione sta facendo parlare molto negli Stati Uniti, dove è stato lo Stato del South Carolina a sollevare la questione per primo. Le acque pubbliche sono state contaminate da queste sostanze, note per essere tossiche per la salute umana, ma non è stato chiarito immediatamente il motivo. Dopo una lunga investigazione si è risaliti al fatto che siano tutti elementi contenuti nelle schiume per estintori, portando a una battaglia legale che ha visto lo Stato affrontare tutti i principali produttori di questi materiali.

Johnson Controls non è l’unica azienda a essere finita nel mirino della legge. Il caso principale è quello contro 3M, che da sola dovrà pagare $10,3 miliardi al sistema di trattamento delle acque pubbliche americano per i danni causati dagli PFAS finiti nelle acque pubbliche. Altre società che hanno dovuto rispondere della stessa accusa sono Chemours e DuPont, che lo scorso anno hanno raggiunto un patteggiamento da $1,19 miliardi. La situazione è talmente grave che il giudice federale Richard Gergel, al quale spetta la supervisione del caso, ha dichiarato che questi agenti chimici pongono una “minaccia esistenziale” alle aziende produttrici di estintori e non soltanto.

presentazione della notizia su Johnson Controls che pagherà patteggiamento per PFAS nelle acque pubbliche
Probabilmente altri Stati decideranno di seguire lo stesso esempio

Si raggiunge il patteggiamento

L’accusa a Johnson Controls si è risolta prima del processo, con la società che ha accettato un patteggiamento da $750 milioni per archiviare il caso. Nel report sul patteggiamento si legge comunque che la società “nega ogni malefatta”, un comportamento piuttosto comune negli USA. Le grandi aziende preferiscono, piuttosto che una condanna in tribunale, un patteggiamento privato tra le parti per poter archiviare il caso. Poco fa si è risolto in questo modo anche il patteggiamento di Visa e Mastercard sul caso antitrust delle carte di credito. Questo però suona molto come un’ammissione di colpa, dal momento che un’azienda fiduciosa di vincere il caso davanti a un giudice non avrebbe motivo di accettare un patteggiamento di questa portata.

In particolare, il fatto di non andare in tribunale evita di rivelare un dettaglio molto importante di questa vicenda: se le società che hanno causato l’inquinamento delle acque pubbliche fossero coscienti o meno di poter causare dei danni alla salute dei cittadini. Il risultato è stato comunque celebrato da Paul Napoli, il magistrato che ha gestito l’accusa. Napoli ha definito questo patteggiamento un grande risultato per l’infrastruttura dell’acqua pubblica e ha chiamato una “minaccia emergente” i forever chemicals.

foto di un pompiere che spegne un incendio
Esistono già in commercio delle schiume antincendio che non contengono PFAS

Cosa sono gli PFAS?

Il gruppo dei PFAS include una serie di agenti chimici solitamente trovati nelle schiume antincendio e in altri prodotti domestici, come alcune padelle antiaderenti. Sia in studi animali che sugli umani, queste sostanze sono state associate a patologie gravi: insorgenze tumorali, squilibrio dei livelli ormonali, problemi alla tiroide e al fegato o problemi allo sviluppo del feto in gravidanza.

Sono chiamati “agenti chimici eterni” perché sono quasi impossibili da eliminare, distruggere o metabolizzare. Nelle aree dove questi agenti chimici sono stati riscontrati all’interno dell’acqua potabile, sono poi stati riscontrati anche nel latte materno, nel cordone ombelicale e addirittura nel flusso sanguigno del 98% della popolazione. Di conseguenza il loro uso andrebbe limitato il più possibile, con molte agenzie per la protezione ambientale che chiedono addirittura il divieto totale di utilizzo. Impiegare questi agenti chimici in prodotti antincendio, che vengono poi smaltiti dal sistema fognario, significa un alto rischio di reimmetterli nell’acqua potabile dei rubinetti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *