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Al via il più grande parco eolico offshore francese

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il Ministero per la Transizione Energetica francese ha annunciato lunedì 27 marzo l’assegnazione dell’appalto per la realizzazione del più grande parco eolico offshore del paese. Si tratta del progetto centre Manche 1, che vedrà l’installazione di pale eoliche al largo della Normandia per una capacità complessiva di 1 GW. L’energia prodotta sarà sufficiente per alimentare 800.000 case, ma la costruzione non sarà completata prima del 2031.

Ad aggiudicarsi l’appalto sono state due società che lavoreranno in joint venture. La prima è EDF Renewables, una controllata del gruppo EDF che si concentra esclusivamente sull’energia rinnovabile; la seconda è Maples Power, azienda inglese con sede a Londra e specializzata proprio sulle pale eoliche offshore. Questa forma di energia sta diventando molto popolare tra Francia e Regno Unito: in UK, secondo le proiezioni del Comitato per il Cambiamento Climatico, è addirittura destinata a diventare la principale fonte di energia nazionale per il paese entro il 2035.

La zona indicata si trova molto vicino al limite della zona economica esclusiva francese, al confine di dove incontra quella inglese

Assegnato l’appalto per il maxi-progetto

L’appalto ha visto una forte concorrenza tra le imprese del settore, con RWE e Total Energies che sembravano le favorite per conquistare l’appalto. Alla fine ha prevalso la joint venture francese-inglese, che tutela anche gli interessi politici vista l’ubicazione del progetto. La Normandia offre le condizioni ideali per lo sviluppo dell’energia rinnovabile, e Centre Manche 1 ne è un chiaro esempio. La regione del nord della Francia presenta correnti marine prevedibili e venti che battono la costa con forza e costanza.

L’idea per il progetto è emersa per la prima volta nel 2019, con l’identificazione di una regione di circa 500 chilometri quadrati al centro del Canale della Manica in cui ubicare le pale eoliche. Oltre a essere una zona valida per la costanza del vento, è anche pensata per tutelare l’ecosistema e minimizzare l’impatto delle pale eoliche sull’ecosistema marino. In seguito la zona è stata ridotta a un’area di 183 chilometri quadrati, che ha preso il nome di Centre Manche 1.

Le pale saranno ubicate a circa 30 chilometri dalle coste francesi. Ne saranno piazzate tra 45 e 95, con una profondità del fondale marino di 40-50 metri nelle zone interessate. In futuro la zona potrebbe essere estesa per l’installazione di altre pale eoliche all’interno della regione inizialmente designata, potenzialmente raddoppiando l’output del progetto. Serviranno comunque ancora diversi studi ingegneristici prima che la costruzione possa prendere avvio: difficilmente i lavori potranno iniziare prima del 2024.

foto della mappa che indica il rischio ecologico del progetto Centre Manche 1
La mappa allegata al progetto ufficiale, che indica le zone in cui le pale eoliche avrebbero più o meno impatto sull’ecosistema marino

Una risorsa per l’Europa del Nord

Le coste oceaniche sono battute da forti venti che permettono ai paesi nordeuropei di sfruttare sempre di più l’energia proveniente dai progetti eolici offshore. Di recente Allianz ha presentato la sua intenzione di investire nel parco eolico di He Dreight nel mare del Nord tedesco, mentre il Regno Unito e l’Irlanda stanno già da anni sfruttando l’energia prodotta da grandi progetti di questo tipo. In Italia, considerando la minore intensità del vento, esistono solo zone isolate dove ubicare piccoli gruppi di pale eoliche.

Allo stesso tempo, per i soleggiati paesi del Sud Europa rimane la possibilità di approfittare dell’energia fotovoltaica. Con lo sviluppo della tecnologia legata alla perovskite, che potrebbe raddoppiare l’efficienza dei pannelli, questa rimane la strada più facilmente percorribile e potenzialmente più redditizia per i paesi del Sud europeo. Ogni nazione cercherà di sfruttare le sue risorse, ma complessivamente la transizione energetica continua a viaggiare a passo spedito in tutti i paesi dell’Unione.

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