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Ambiente: UE prevede calo di produzione domestica di carne

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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La Commissione Europea prevede che il prossimo decennio sia segnato da un cambiamento importante nella distribuzione della produzione agricola europea. Sono notizie che potrebbero non piacere all’Italia: Bruxelles prevede che cali in particolare la produzione di carne, vino e zucchero. Secondo la Commissione, per una questione di sostenibilità e welfare animale, la produzione agricola verrà spostata sempre di più verso le proteine vegetali. Si prevede anche che la produzione di cereali cali per via del cambiamento climatico e delle restrizioni sui pesticidi, anche se di recente è fallito il tentativo di far approvare un forte pacchetto di limiti ai pesticidi al Parlamento Europeo.

Di conseguenza si prevede che il settore agropecuario andrà verso colture come la soia, i fagioli e il mais, colture ad alta intensità di proteine vegetali o di carboidrati che possono essere fermentati per produrre combustibili sostenibili. Con il nuovo report, la Commissione Europea non intende direttamente influenzare le regolamentazioni ma semplicemente indicare la direzione che si attende per il futuro. Un futuro che potrebbe non strizzare l’occhio a un’economia che ha fatto della buona carne e del buon vino una gran parte del suo export agricolo, come quella italiana.

presentazione della notizia su previsioni della Commissioni UE sul calo della produzione di carne

Giù sia i consumi che la produzione

La Commissione Europea prevede che entro il 2035 la produzione europea di carne sarà complessivamente calata del 5% rispetto ai livelli attuali. Il calo maggiore si prevede per la carne di manzo e quella di maiale, che complessivamente dovrebbero vedere l’output scendere del 9% entro la metà del prossimo decennio. La previsione tiene in conto anche il mercato per i prodotti processati, come salumi e insaccati. Nel frattempo si prevede anche un cambio delle abitudini dei consumatori, che dovrebbero complessivamente acquistare il 7% in meno di carne e derivati rispetto ai livelli attuali.

Lo stesso calo si prevede per il vino, visto soprattutto che le nuove generazioni tendono a consumarne di meno e a fare più attenzione alla dieta. Un trend che inevitabilmente si rifletterà anche sul mercato dello zucchero, sempre più sostituito dai dolcificanti artificiali. In questo caso, la notizia positiva per i coltivatori è che si prevede comunque un aumento della produzione e del consumo di etanolo e metanolo che possono essere impiegati come combustibile. Complessivamente si prevede che il mercato del vino si riduca del 7% e quello dello zucchero dell’1%, nuovamente entro il 2035.

foto di maiali tenuti in un allevamento

Previsto boom della soia

Le colture da cui si prevede un vero e proprio boom sono la soia e i legumi. In questo caso, si nota un grande aumento della domanda soprattutto da parte delle società che elaborano le materie prime per trasformarli in prodotti alternativi alla carne tradizionale.

La dieta europea sarà sempre più composta da proteine vegetali e sempre meno da proteine animali secondo la Commissione Europea, ma non tutti sono d’accordo. L’Unione Europea è il principale esportatore mondiale di carne suina, ma i produttori sono in rivolta per la mancanza di sussidi in un momento in cui i prezzi dell’energia e i focolai di influenza suina stanno rendendo molto difficile continuare a mantenere questa leadership. La rivista francese Cyclope, dedicata alle commodities, parla addirittura di “cambiamento strutturale”: secondo gli esperti, nel mercato si sta verificando una delocalizzazione sempre maggiore. Il centro mondiale della produzione di carne suina andrà sempre di più verso altri paesi, dove le regolamentazioni sono inferiori e i costi sono più bassi.

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