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Apple: il Dipartimento di Giustizia prepara la causa
Piove sul bagnato per Apple, azienda che sta vivendo un momento di grande difficoltà sui mercati e che presto potrebbe trovarsi a fronteggiare una situazione difficile anche sotto il profilo legale. Secondo quanto è stato diffuso da The New York Times, l’azienda guidata da Tim Cook potrebbe trovarsi a fronteggiare entro i prossimi sei mesi una causa anti-trust da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America. I preparativi per tale causa sarebbero, sempre secondo quanto è stato riportato dalla popolare pubblicazione, allo stadio finale.
Al centro dell’interesse del Dipartimento di Giustizia ci sarebbe l’intero modello di business di Cupertino: quel sistema che gli specialisti definiscono giardino recintato, all’interno del quale l’integrazione tra i diversi servizi e prodotti di Apple è sempre superiore a quella con i prodotti di terze parti. E ci sarebbero anche questioni che riguardano integrazioni da parte di terzi di iMessage, il servizio di messaggistica che è, per ora, esclusiva appunto dei prodotti dell’azienda di Cupertino.
Ancora problemi legali per Apple: in arrivo una grande causa antitrust
Grossi guai a Cupertino. O forse sarebbe il caso di dire… grossi guai a Washington. Il Dipartimento di Giustizia sarebbe infatti nella fase finale dei preparativi per causa anti-trust contro Apple, il gigante dei computer e della fonia mobile che potrebbe presto veder messo in discussione il suo intero modello di business. Nello specifico, a finire sotto la lente di ingrandimento del Dipartimento di Giustizia ci sarebbero le integrazioni tra diversi servizi che al tempo stesso escludono, direttamente o indirettamente, tanto le possibilità di accesso quanto le integrazioni con servizi terzi. iMessage, ma anche AppStore e tutto l’universo recintato che Apple ha creato negli anni.
E che è parte integrante del suo modello di business. Un modello di business del quale Apple avrebbe già discusso proprio con il Dipartimento di Giustizia, per quanto non sia chiaro per il momento quali siano i risultati di tali incontri.
Sul banco, potenzialmente, potrebbero finire sia la suite di software Apple, sia le integrazioni tra iPhone e Apple Watch e anche sistemi come Apple Pay. Tutto, in sintesi, l’universo redditizio dell’azienda fondata da Steve Jobs.
Il tutto con l’appoggio anche di società concorrenti che contestano il mancato accesso a servizi di base per i prodotti Apple, come iMessage e anche Siri, per quelle che sono almeno secondo i loro avvocati delle pratiche anti-concorrenziali, pratiche contro le quali dovrebbe appunto intervenire il Dipartimento di Giustizia.
Continuano i problemi per Apple
Per Apple non è certamente un momento felice. L’azienda sta affrontando un periodo di vendite lente per iPhone 15, il suo prodotto di punta, vendite lente al punto tale da causare un rallentamento anche per i principali fornitori. Al tempo stesso Apple sta affrontando una complicata questione legale che riguarda il suo Apple Watch e alcuni dei dispositivi integrati, tra i quali quello per la misurazione dell’ossigeno. Problemi legali che hanno temporaneamente costretto alla sospensione della vendita e delle importazioni di questi prodotti negli Stati Uniti.
Un momento assai delicato per un’azienda che è la prima al mondo per il settore tech e che è stata nel corso dell’ultimo decennio una puntata quasi scontata per qualunque investitore e per qualunque gestore di asset. Mentre però tutti hanno un outlook negativo sul futuro di breve periodo di Apple, Financial Times tuona dalle sue prestigiose colonne che forse si sta esagerando.
Apple non morirà di anti-trust e non morirà di scarse vendite. E non crescere, per un anno, come è stato fatto costantemente ogni 12 mesi nel corso degli ultimi 15 anni, non è necessariamente una tragedia. Questo, aggiungiamo noi, a patto che il DoJ non ci metta lo zampino.