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Australia, pappagallo minaccia campo eolico da $1.6 miliardi

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Il pappagallo panciarancio è una specie a rischio, endemica dell’Australia del Sud. L’isola di Robbins, che dovrebbe ospitare un nuovo campo eolico da 1.6 miliardi di dollari, è uno degli habitat essenziali per la sopravvivenza di questa specie: ora è pieno scontro tra la società che dovrebbe sviluppare il progetto e la EPA.

La Environment Protection Authority australiana non vuole mettere al bando il progetto, ma chiede che le pale vengano spente per 5 mesi all’anno. Il pappagallo panciarancio è infatti una specie migratoria, uno dei tre tipi soltanto di pappagallo a mostrare questo comportamento. Nei mesi in cui non si trova tipicamente sull’isola le pale potrebbero operare, ma queste dovrebbero altresì rimanere spente nei mesi critici.

La società che sta investendo sul progetto, ACEN Australia, non si trova d’accordo con il piano d’azione. Le condizioni non sarebbero opportune per permettere una redditività congrua del progetto, per cui è pronta ad abbandonarlo nel caso in cui la EPA non cambi la sua posizione. Dall’altra parte sono in gioco gli interessi dei cittadini dell’isola e la transizione ecologica della stessa.

presentazione della notizia secondo cui il campo eolico sull'isola di Robbins potrebbe non venire realizzato
L’impatto delle fonti di energia va valutato anche sul fronte dell’ecosistema locale e della fauna in particolare

Un caso delicato

Robbins Island è un’isola al largo della Tasmania, regione del sud-est dell’Australia. Essendo battuta da forti venti, offre un contesto ideale in cui sviluppare un campo eolico. L’isola in sé ha una popolazione estremamente bassa, ma è comunque molto vicina al corpo principale della Tasmania. Questo significa che l’energia prodotta qui potrebbe facilmente essere trasportata al resto della regione, che conta oltre 500.000 abitanti.

Attualmente circa l’80% dell’energia locale è prodotta attraverso dighe idroelettriche, grazie alla geografia favorevole della ragione. Vicino a Robbins Island sono già presenti delle installazioni eoliche, ma il nuovo campo potrebbe eliminare la parte residua prodotta dal gas e portare la regione vicina al 100% di energia prodotta dalle rinnovabili.

Allo stesso tempo, proprio per via della sua natura isolata, Robbins Island è una delle mete più battute dagli uccelli migratori. Tra questi, il pappagallo panciarancio è una delle più delicate: si pensa che a fine ‘800 fosse una delle specie più diffuse in Australia, ma dal 2011 è diventato necessario istituire un programma apposito per la sopravvivenza della specie.

foto di una mappa che mostra in evidenza la posizione dell'isola di Robbins in Australia
L’isola di Robbins è uno dei punti più a nord della Tasmania

La difficoltà dell’impatto-zero

Quando si pensa all’impatto ambientale dell’energia rinnovabile, spesso, lo si fa esclusivamente pensando al fatto che non produce emissioni di anidride carbonica. La salvaguardia degli animali, però, è un tema ostico: soprattutto quando si tratta di progetti idroelettrici e pale eoliche, non è semplice combinare una produzione su vasta scala con le complesse dinamiche di ogni ecosistema.

Per quanto riguarda l’energia fotovoltaica, invece, spesso i dubbi sorgono in fatto di impatto sul suolo e sulla sua permeabilità. L’installazione dei pannelli richiede lavori di scavo e di messa in opera delle fondamenta, compattando il terreno circostante e rendendolo meno permeabile. Questo aumenta i rischi di alluvione e può avere un impatto su tutto il sistema idrogeologico intorno al progetto.

Il caso dell’isola di Robbins ricorda che l’impatto ambientale dell’energia va oltre la sola emissione di gas serra. I dialoghi sono comunque ancora in corso ed è possibile che emergano nuove soluzioni per portare a termine il progetto senza compromettere la fauna locale.

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