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Bank of America, al via nuovo round di licenziamenti

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Bank of America, la banca statunitense più storica nel mercato retail, continua a soffrire gli effetti dei tassi di interesse in rialzo e dei mercati finanziari in una fase di forte volatilità. La società non ha dato un comunicato ufficiale, ma secondo Bloomberg provvederà presto a un nuovo round di licenziamenti che vedrà coinvolti impiegati di diversi settori. In particolare, la sezione del wealth management e quella relativa ai prestiti. Una mossa che non sorprende, soprattutto in un momento come questo in cui il ciclo economico sta attraversando la fase di tassi di interesse in rialzo.

Solitamente i tassi in aumento sono una buona notizia per le banche, che possono ottenere margini più alti sui prestiti e sui depositi dei clienti. Allo stesso modo, però, questo tipo di politica monetaria rende più bassa la domanda di mutui e altre forme di prestito: quando gli interessi diventano più alti, molte persone rinunciano al credito o rimandano questo tipo di decisione al futuro. Anche se Bank of America rimane un istituto di credito estremamente solido, indubbiamente le mosse della Federal Reserve pesano anche su questo colosso.

presentazione della notizia secondo cui bank of america farà nuovi licenziamenti
Per le banche diventa sempre più evidente l’effetto dei tassi di interesse in aumento

Un tema comune per le banche nel 2023

Bank of America è soltanto l’ultima delle grandi banche ad annunciare tagli al personale. Tra il 2022 e l’inizio del 2023, con i tassi in aumento, già altri grandi nomi di Wall Street hanno provveduto a rivedere il numero di risorse umane. Tre nomi in particolare sono da menzionare: quelli di JP Morgan, Wells Fargo e Goldman Sachs. Tutte e tre sono tra le 10 banche più grandi degli Stati Uniti, ma tutte e tre hanno dovuto fare tagli al personale nel corso degli ultimi mesi; le posizioni aperte sono poche e sono soprattutto per aree che non hanno a che fare con il core business, come il dipartimento informatico e quello legale.

Tra le persone soggette alla ristrutturazione di Bank of America, non tutte saranno licenziate. Sempre secondo le persone vicine alla materia che hanno parlato con Bloomberg, circa 200 dipendenti riceveranno offerte per essere spostati in altri ruoli all’interno di BofA. A loro verrà offerto di mantenere lo stesso salario attuale, ma con una revisione dei bonus e degli obiettivi necessari per ottenerli.

Nel frattempo, altri settori che offrono lavori altamente specializzati iniziano a vedere tagli importanti: nel comparto tech, tutti i grandi nomi dell’industria -inclusi Facebook, Google e Amazon- hanno fatto tagli molto importanti al personale. Non migliore la situazione nel ramo della consulenza, con Accenture che ha da poco annunciato il licenziamento di ben 19.000 persone nei suoi vari uffici di tutto il mondo.

sede di BofA
La sede centrale di Bank of America a Charlotte, North Carolina

L’impatto della politica monetaria

La decisione di provvedere ai licenziamenti non sembra legata né al tracollo di Silicon Valley Bank né al successivo caos che ha riguardato Credit Suisse. Più che una risposta ai fatti delle ultime settimane, questa sembra essere una mossa coerente con il clima generale dell’economia in questo momento. Un clima che vede tassi in aumento, con conseguente calo delle richieste di prestiti, oltre che di calo dell’attività degli investitori.

Quello che sarà interessante scoprire ora, dopo questa ondata di licenziamenti che si estende ben oltre Bank of America, sarà la tenuta del mercato del lavoro. Come ribadito nell’ultimo meeting sulla politica monetaria, per la Federal Reserve la priorità rimane l’inflazione. Finché il tasso di inflazione non ritornerà al suo target del 2% anno, la banca centrale continuerà ad aumentare i tassi -anche se questo volesse dire meno occupazione e meno crescita-. Gli effetti ora cominciano a essere più visibili anche in settori tradizionali dell’economia, non soltanto nel mondo tech.

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