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Barclays e Goldman Sachs preparano ondata di licenziamenti

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Barclays e Goldman Sachs starebbero pianificando un’ondata di licenziamenti, secondo quanto riportato a Reuters da fonti vicine ai fatti. Barclays, colosso inglese con una forte presenza anche a Wall Street, starebbe pensando di licenziare almeno il 5% della propria forza lavoro nel corso dei prossimi mesi: ci si attende che centinaia di posti di lavoro saltino già nel corso della prossima settimana, a cominciare dalle divisioni che si occupano di trading e investment banking. Per quanto riguarda la divisione trading, come ogni anno verranno annunciati licenziamenti che riguardano gli underperformers. È pratica comune, presso le grandi banche d’investimento, che ogni anno vengano licenziati i dipendenti che hanno prodotto di meno rispetto ai loro colleghi. Per la parte di investment banking, invece, sembra che il problema sia più ampio rispetto alle normali operazioni di gestione corrente.

Dal 2022 in avanti, l’attività legata a IPO, acquisizioni e fusioni è diminuita in modo significativo. Con i tassi di interesse elevati di questo periodo, anche le emissioni di obbligazioni si sono fatte sempre più rare. L’obiettivo diventa dunque quello di contenere i costi, soprattutto in un momento in cui Barclays è fortemente sotto pressione da parte degli azionisti per mantenere dei buoni margini di redditività. Il problema sembra riguardare anche Goldman Sachs, che storicamente è stata una delle banche commerciali americane più attive nella sottoscrizione di bond sul mercato primario. Il settore sembra cominciare a risentire pesantemente della politica monetaria della Federal Reserve, con i tassi di interesse elevati che rendono decisamente più noiose le giornate nelle divisioni di investment banking dei grandi gruppi internazionali.

presentazione della notizia sui nuovi licenziamenti di Barclays e Goldman Sachs
I margini delle banche d’investimento hanno iniziato a essere sotto pressione per via della scarsa attività di nuove operazioni straordinarie a Wall Street

Tempi difficili per il mondo dell’investment banking

Barclays si trova in buona compagnia: Goldman Sachs sta preparando a sua volta un grande round di licenziamenti, che dovrebbe concludersi nel corso di ottobre. Questo intervento rientra in un’azione annuale che potrebbe interessare dall’1% al 5% dell’intera forza lavoro della società. Considerando la dimensione totale del personale, l’1% equivale attualmente a circa 440 posti di lavoro. La direzione ha già stilato una lista di possibili esuberi, ma la cifra definitiva non è stata ancora determinata e potrebbe variare in base ai dipendenti che decideranno di lasciare prima dell’annuncio ufficiale. A giugno Goldman Sachs aveva già licenziato 123 direttori, molti dei quali operavano nell’investment banking. E questa non era la prima grande svolta del 2023: in precedenza, a gennaio, la banca aveva licenziato 3.200 persone e lo stipendio del CEO David Solomon era stato ridotto del 29%.

Il personale si aspettava probabilmente un altro anno difficile, visto che i profitti netti di Goldman hanno registrato un calo del 35% nella prima metà del 2023. Bisogna notare che in tutto questo stanno emergendo anche delle profonde differenze tra le varie banche d’investimento: mentre Barclays e Goldman Sachs entrano in modalità “austerity”, altrove si continua ad assumere. In particolare, Bank of America e Wells Fargo non hanno annunciato alcun round di licenziamenti nel corso di quest’anno. Nel caso di J.P. Morgan, invece, il CEO ha addirittura annunciato che la società rimane in piena campagna di assunzioni. Non è un caso: JP Morgan è stata la banca che, insieme a UBS, è uscita vincitrice del caos che ha travolto il settore nel corso del 2023. Dopo aver battuto le attese sui ricavi e sulla redditività nel primo semestre dell’anno, si conferma come il gruppo da battere in termini di risultati.

foto di una persona che consegna una lettera di licenziamento in ufficio
In un momento in cui i ricavi stentano a decollare, tagliare i costi sembra la soluzione più immediata per migliorare la redditività delle banche d’investimento

Barclays pensa anche alla vendita di alcune unità di business

Tagliare il personale potrebbe non bastare per convincere gli azionisti. Così Barclays ha iniziato a considerare anche altre misure per migliorare il rapporto costi/ricavi, un punto su cui il management ha insistito molto nel corso delle ultime presentazioni trimestrali. La strada più diretta per migliorare la redditività sembra essere quella di vendere alcuni rami aziendali, chiaramente puntando in primis a quelli meno profittevoli. Nel corso dell’ultima settimana è già arrivata una notizia importante: sembra che Barclays stia cercando dei partner interessati ad acquisire una parte importante del ramo della società che si occupa di soluzioni per i pagamenti nel Regno Unito, e avrebbe già iniziato a valutare alcune proposte.

Barclays valuterebbe questa divisione 2 miliardi di sterline, una valutazione trainata soprattutto dal grande portafoglio di clienti che la società vanta nella divisione che si occupa di carte di credito e di debito. Questa operazione è parte di una ristrutturazione più ampia, che riguarda tutto il business di Barclays collegato alle soluzioni di pagamento. Sarebbe sul tavolo anche la vendita di una quota importante di Barclaycard Germany, la divisione fintech collegata alle soluzioni per pagamento di consumatori al dettaglio in Germania. La società avrebbe già iniziato a vagliare l’interesse di potenziali acquirenti nel corso dell’estate, cercando di focalizzarsi su società specializzate nelle soluzioni di pagamento. In ogni caso, Barclays afferma, la vendita di queste unità di business non è una necessità e verrà portata a termine solo nel caso in cui arrivino delle offerte congrue.

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