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Bath & Body Works batte le previsioni sugli utili del Q1

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Bath & Body Works Inc ha superato le aspettative di ricavi nel primo trimestre, poiché i prezzi più alti dei prodotti hanno compensato l’aumento dei costi e una ridotta domanda, facendo salire le sue azioni del 9% durante l’odierna giornata di mercato.

Per proteggere i margini di profitto dagli aumenti dei costi associati al trasporto, alle materie prime, alla manodopera e alla catena di approvvigionamento, rivenditori specializzati come Bath & Body Works hanno aumentato selettivamente i prezzi.

Tuttavia, questo ha portato i consumatori attenti al budget a stringere la cinghia sugli acquisti non essenziali, a causa delle crescenti paure di una recessione negli Stati Uniti. Questa tendenza è stata evidente anche dagli avvertimenti recenti di Home Depot Inc, catena di miglioramento per la casa, e di Target Corp che ha rivisto al ribasso le previsioni per il secondo trimestre.

Immagine di copertina, "Bath & Body, L'azienda supera le previsioni sugli utili del primo trimestre", sfondo di una candela e di alcuni sali da bagno.
I prezzi più alti hanno compensato i maggiori costi e la minor domanda.

Il report sui ricavi del primo trimestre

Bath & Body Works, Inc. ha riportato ricavi netti di $1,396 miliardi nel primo trimestre terminato il 29 aprile 2023, registrando una diminuzione del 4% rispetto ai ricavi netti di $1,450 miliardi nel primo trimestre terminato il 30 aprile 2022.

L’azienda ha riportato un utile per azione diluito di $0,35 nel primo trimestre del 2023, rispetto a $0,64 nello stesso periodo dell’anno precedente. Il reddito operativo del primo trimestre è stato di $181 milioni, rispetto ai $280 milioni dell’anno scorso, mentre il reddito netto è stato di $81 milioni.

Escludendo il guadagno derivante dall’estinzione anticipata del debito attraverso il riacquisto e il ritiro di obbligazioni senior della società, l’utile per azione diluito e rettificato del primo trimestre 2023 è stato di $0,33 e il reddito netto rettificato è stato di $76 milioni.

Secondo il CEO di Bath & Body Works, l’azienda ha raggiunto i ricavi attesi nel primo trimestre e l’utile per azione diluito è stato migliore delle previsioni grazie ad un aumento dei prezzi e alle iniziative di ottimizzazione dei costi.

Mappa politica dell' Ohio.
Il primo negozio di Bath & Body Works è nato in Ohio.

Su Bath & Body Works

Bath & Body Works è un’azienda statunitense specializzata nella produzione e vendita di prodotti per il corpo, profumi e accessori per la casa.

L’azienda è stata fondata nel 1990 a New Albany, Ohio. Il primo negozio dell’azienda ha aperto a settembre 1990 in un centro commerciale di Cambridge, Massachusetts. Nel 1997 è stata lanciata una seconda marca chiamata Bath & Body Works at Home. Due anni dopo, l’azienda ha introdotto White Barn Candle Company, una divisione specializzata nella vendita di candele profumate.

Nel luglio 2008, l’azienda ha annunciato l’apertura di sei negozi in Canada. Attualmente, Bath & Body Works gestisce oltre 1.900 negozi. Nel ottobre 2010, ha aperto i suoi primi negozi al di fuori del Nord America in Kuwait, grazie alla collaborazione con il gigante delle franchising M.H. Alshaya.

Una delle caratteristiche distintive di Bath & Body Works è la sua vasta gamma di profumi per il corpo. L’azienda offre una vasta selezione di profumi, dai leggeri e freschi ai più intensi e seducenti.

Oltre ai prodotti per il corpo, Bath & Body Works propone anche una linea di prodotti per la casa, tra cui candele profumate, diffusori per ambienti, profumatori per auto e prodotti per il lavaggio delle mani. Bath & Body Works ha una vasta clientela affezionata e una presenza online significativa. Oltre ai negozi fisici, i clienti possono acquistare i prodotti sul sito web ufficiale dell’azienda o tramite l’app mobile.

Nei primi anni di attività giornalistica si è dedicato principalmente al mondo delle crypto, in seguito è approdato su TradingOnline.com per occuparsi del settore tech e di innovazione.

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Investimenti

Stellantis: altri 1.100 licenziamenti negli USA. Riorganizzazione per il gruppo, che però puzza di crisi

Altri licenziamenti per Stellantis negli USA. Ora via 1.100 operai dall’impianto Jeep del Michigan.

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JEEP 1100 LICENZIAMENTI

Altri 1.100 addetti di Stellantis negli USA dovranno cercarsi una nuova occupazione. Il gruppo ha comunicato il licenziamento di addetti della fabbrica Jeep in Ohio, che arriva a poco meno di un mese da un licenziamento di identiche proporzioni in Michigan. Secondo quanto è stato riportato da CNBC, nella fabbrica si produce il pickup Jeep Gladiaor. Il licenziamento sarebbe frutto di una situazione economica difficile – anche negli States – con livelli di inventario piuttosto alti e soprattutto di ricavi in picchiata nel corso del 2024.

La notizia è stata confermata da Stellantis stessa – che in un comunicato ha annunciato anche la riduzione di un turno del ciclo produttivo, allineando così la produzione con le richieste del mercato per Jeep Gladiator, che è l’unico modello che è prodotto presso lo stabilimento di Toledo South.

Un anno di transizione

Per quanto sia difficile farlo, il comunicato fornito a CNBC cerca di indicare qualche motivo di ottimismo, indicando l’anno in corso come anno di transizione e di riorganizzazione delle operazioni negli Stati Uniti. Riorganizzazione che non ha toccato soltanto però la produzione, ma anche la dirigenza, con uno shuffle che ha completamente ridisegnato l’azienda anche ai massimi vertici, almeno negli USA.

I licenziamenti saranno avviati il 5 gennaio e il preavviso è dovuto agli obblighi di legge presenti negli Stati Uniti. Per il momento tutto tace dal sindacato, al termine di una stagione di scontri aspri anche con Stellantis, scontri che si sono conclusi con una vittoria che però, stando allo stato attuale del mercato dell’auto e ai conseguenti licenziamenti, comincia a lasciare il tipico amaro in bocca di un’occasione persa.

Continua il trend negativo non solo per Stellantis, ma per un settore auto che in occidente continua a fare enorme fatica e che probabilmente continuerà a faticare anche per il 2025.

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Investimenti

Reuters SHOCK: maxi multa per Apple da Commissione Europea. Prima violazione del DSA

Commissione Europea: arriva multa per Apple? Indiscrezioni di Reuters

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European Commission APPLE

Secondo notizie diffuse da Reuters, che cita fonti anonime ma informate dei fatti, Apple sarà la prima grande azienda ad essere multata in seguito alle norme incluse nel Digital Services Act, framework interno all’UE che impone restrizioni, lacci e lacciuoli e controlli ai giganti e ai meno giganti del web. Non è chiaro per il momento quali siano le motivazioni che porteranno alla sanzione, né al quantitativo di multa che verrà inflitta al gigante di Cupertino.

Si tratterebbe di una pietra miliare – così come la definiscono in genere i giornali americani – nell’applicazione di una norma che è stata già contestata dai grandi colossi del web, tutti di matrice statunitense o quasi. Per il momento non sono stati registrati commenti da parte di Cupertino e la notizia deve essere confermata anche da parte della Commissione Europea. Per il momento il titolo Apple non ha accusato il colpo successivamente alla diffusione della notizia, che rimane comunque ancora da confermare.

DSA: prima applicazione verso Apple?

Farebbe certamente doppia notizia. Mentre il mondo guarda con attenzione le evoluzioni elettorali negli USA, dall’Europa arriva un metaforico siluro ad una delle società più capitalizzate della borsa USA. Secondo indiscrezioni che per il momento rimangono tali e che sono state diffuse da Reuters, che però conferma di aver ricevuto la soffiata da fonti informate dai fatti e interni alla Commissione.

Con ogni probabilità la notizia verrà ufficializzata nei prossimi giorni, con i dialoghi tra l’azienda e la Commissione che dovrebbero essere già iniziati, almeno a rigor di logica. Interlocuzioni che però non avrebbero portato a risultati concreti o comunque positivi per Apple. Si attenderanno dunque sia entità della multa sia le motivazioni che avrebbero portato la Commissione ad agire, per quello che sarà un caso che certamente passerà alla storia, a patto che appunto si tratti di una questione concreta.

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Azioni News

Netflix sospettata di frode fiscale. Vengono perquisite le sedi in Francia e in Olanda

Per un sospetto di frode fiscale le autorità hanno perquisito le sedi di Parigi e di Amsterdam di Netflix.

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Netflix sospettata di frode fiscale. Vengono perquisite le sedi in Francia e in Olanda

Aperta un’indagine fiscale nei confronti di Netflix, i cui uffici sono stati perquisiti in Francia e nei Paesi Bassi a seguito di un’indagine preliminare per frode fiscale. A comunicare la notizia è stata una fonte giudiziaria francese.

A condurre l’indagine francese è il PNF, un’unità speciale che ha il compito di perseguire la criminalità finanziaria, specializzata nelle indagini nei confronti dei cosiddetti colletti bianchi ad alto rischio, che nella maggior parte dei casi coinvolgono le più importanti società a livello internazionale. L’indagine ha preso il via nel corso del mese di novembre 2022.

Netflix sono indagine in Francia e nei Paesi Bassi

Benché siano stati interpellati, almeno per il momento, i rappresentanti di Netflix in Francia e nei Paesi Bassi non hanno rilasciato delle dichiarazioni o dei commenti sulla vicenda.

Nel corso della mattinata gli investigatori specializzati hanno fatto irruzione all’interno degli uffici dell’azienda collocati al centro di Parigi. Nello stesso momento le autorità olandesi stavano perquisendo la sede europea dell’azienda, che è collocata ad Amsterdam.

Stando a quanto ha riferito una fonte francese citata da Reuters, la cooperazione tra le autorità francesi e olandesi è in corso da molti mesi e ha portato a queste perquisizioni. 

È importante sottolineare, ad ogni modo, che un’indagine preliminare in Francia non implica necessariamente delle accuse penali, ma soprattutto non porta necessariamente a un processo. Al momento non sono stati nemmeno chiariti i presupposti che avrebbero portato all’apertura dell’indagine. In altre parole, per il momento non ci sono ancora delle accuse precise nei confronti di Netflix, ma solo delle indagini. 

Le grandi aziende tecnologiche, come Netflix, che offrono i loro servizi online e abbonamenti oltre confine spesso incontrano difficoltà con le autorità fiscali europee.

Il sito web di notizie La Lettre ha riferito, l’anno scorso, che la filiale francese di Netflix è diventata oggetto di controllo da parte delle autorità fiscali per il suo basso fatturato, che secondo i media era in contrasto con il numero di utenti paganti nel paese.

Secondo La Lettre, tra il 2019 e il 2020, Netflix Services France ha pagato meno di un milione di euro in imposte sulle società, coinvolgendo un’unità separata registrata nei Paesi Bassi. la società ha interrotto la pratica nel 2021.

Reuters è riuscita ad esaminare i registri aziendali, dai quali sembrerebbe che le entrate della divisione francese di Netflix sono salite a circa 1,2 miliardi di euro nel 2021, dai 47 milioni dell’anno precedente.

Nel 2022, Netflix aveva accettato di risolvere una controversia fiscale con l’Italia pagando 55,8 milioni di euro.

Netflix riferito di aver aperto il suo ufficio di Parigi, situato proprio dietro l’angolo dall’Opera Garnier, nel 2020 quando impiega circa 40 dipendenti.

Netflix, molti manager se ne vanno

Nei giorni scorsi Netflix ha comunicato che il vicepresidente di Global Public Policy Dean Garfield e il Chief Communications Officer Rachel Whetstone stanno lasciando l’azienda.

Il co-ceo della piattaforma di streaming Ted Sarandos è alla ricerca di candidati per un ruolo di nuova creazione, chief global affairs officer, per supervisionare le politiche pubbliche e le comunicazioni.

Secondo una fonte interna all’azienda per il momento nessuno sarebbe stato ancora identificato per il nuovo ruolo. La fonte ha aggiunto che Garfield non ha esperienza nelle comunicazioni e che Whetstone non era interessato al ruolo, portando alle loro partenze previste.

Garfield, che è entrato a far parte di Netflix nel 2019, era stato precedentemente CEO dell’Information Technology Industry Council e aveva ricoperto posizioni presso la Motion Picture Association.

Whetstone, che ha quasi due decenni di esperienza di lavoro su questioni di comunicazione e politiche per aziende tecnologiche statunitensi come Google di Alphabet, Uber e Meta Platforms.

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Investimenti

Borse USA: in positivo i listini più importanti. NASDAQ a +0,80%, SPX500 a +0,41% in attesa delle elezioni

Wall Street: SPX500 e NASDAQ chiudono in positivo l’ultima settimana prima delle elezioni.

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WALL STREET PERFORMANCE

È tutto sommato un buon venerdì, l’ultimo prima delle elezioni presidenziali, per le borse USA. Buone le performance di Amazon e Intel, in scia di buoni dati trimestrali, per una performance NASDAQ che nonostante una leggera correzione nella seconda parte della seduta, chiude a +0,8%. Bene anche Standard & Poor’s 500, che invece chiude a +0,41%. Performance che valgono doppio in concomitanza di dati sul mercato del lavoro tutto fuorché entusiasmanti. Rimangono però diverse preoccupazioni per i principali listini: gli investitori non sono convinti della bontà dei piani – assai esosi – di investimenti per l’intelligenza artificiale.

Intelligenza artificiale che, come scritto più volte su TradingOnline.com, è ancora lontana dal poter offrire anche soltanto i primi ricavi. Oggi comunque è buona la prima, anzi, buona l’ultima prima di un appuntamento elettorale di grande incertezza tanto per il prossimo inquilino della Casa Bianca, quanto invece a livello economico e finanziario.

Poche certezze per i mercati, che però rimbalzano

Sarà che Intel è meno debole di quel che sembra – nonostante fosse considerata poco più di uno zombie – sarà che in realtà i dati del mercato del lavoro sono stati negativi principalmente per motivi esogeni (scioperi nel settore della logistica, uragano in Florida). Sarà ancora che difficilmente ci saranno dei cambiamenti importanti a prescindere da chi vincerà le prossime elezioni. Sta di fatto che i mercati reagiscono bene, almeno negli USA, all’interno di una giornata relativamente complicata e che si porta dietro gli strascichi di un periodo di relativa tensione, per quanto sempre in prossimità dei massimi.

Ora ci sarà da tenere il fiato sospeso almeno fino a mercoledì, giorno durante il quale i principali spogli dovrebbero essere finiti. Per ora però, vale la pena di ricordare che si tratta di una posizione in cui trovarsi che in molti non avrebbero potuto neanche sognare soltanto qualche settimana. Che Jerome Powell abbia tirato in modo corretto le somme?

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Azioni News

Apple acquisisce Pixelmator. Arriva la conferma da parte della App. Cifra ancora segreta.

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PIXELMATOR APPLE

Non solo trimestrali. Quella che si sta chiudendo oggi verrà ricordata come una delle più importanti settimane degli ultimi anni per Apple. Dopo aver presentato conti tutto sommato ok, il gruppo ha acquisito Pixelmator, popolare App per l’editing di foto, che entrerà a far parte della scuderia di Cupertino. L’acquisizione è stata confermata da Pixelmator sul blog ufficiale dell’azienda. Il rapporto tra le due aziende è da tempo eccellente, con Pixelmator che è stata più volte parte dello showcase di Apple di app per i suoi computer e i suoi dispositivi mobili.

Tutto il team che attualmente lavora a Pixelmator passerà a Apple, non appena arriverà l’ok dei regolatori coinvolti e da parte dell’antitrust, con ogni probabilità. Pixelmator non subirà cambiamenti almeno per il breve periodo, anche in termini di team. Non ci sono altri dettagli nel breve e conciso post con il quale Pixelmator ha annunciato l’avvenuta acquisizione.

Apple fa shopping

Apple si muove raramente in questo senso – se non per acquisti estremamente mirati nel mondo del software e – relativamente più di frequente – nel mondo dell’hardware. Non è chiaro se in futuro la suite di Pixelmator sarà integrata all’interno dell’offerta di App gratuite di Apple o se continuerà ad essere venduta separatamente.

Apple sta affrontando nel frattempo una giornata molto complicata in borsa, con una perdita che supera l’1,30% nella sessione odierna, successivamente alla pubblicazione di trimestrali in realtà migliori delle aspettative. Tutto questo mentre NASDAQ 100 si appresta invece a chiudere una giornata molto positiva, con un recupero superiore all’1%.

La notizia per il momento non è stata dunque computata dai mercati, con il titolo che ha seguito lo stesso trend che si è inaugurato all’apertura delle contrattazioni di oggi, le ultime della settimana. Il crescendo di tensioni continuerà fino a quando dalle urne USA uscirà il nome del prossimo presidente degli Stati Uniti d’America.

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