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Bund, la curva di rendimenti mai così invertita dal 1992

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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I mercati stanno iniziando a scontare le previsioni di una recessione nell’Eurozona nel corso del 2023. I segnali arrivano soprattutto dal mercato dei bond, andando a guardare i rendimenti delle obbligazioni. La situazione è diventata ancora più evidente nel corso di venerdì, quando i dati deludenti sull’indice PMI hanno aumentato le speculazioni su una possibile crisi economica europea. Uno dei numeri da tenere sotto controllo per monitorare il rischio percepito dai mercati è il rendimento dei bond, soprattutto guardando alla differenza tra il rendimento delle obbligazioni governative a breve termine e quello delle obbligazioni governative a lungo termine.

Si guarda soprattutto ai Bund tedeschi, che aprono questa settimana in una situazione piuttosto particolare. Da tempo, infatti, la curva dei rendimenti dei Bund si è invertita: si parla di curva invertita quando il rendimento dei bond sul breve termine è più alto di quello a lungo termine. Solitamente questa condizione si manifesta quando i mercati si aspettano che, nel medio e lungo termine, i tassi di interesse siano nettamente più bassi rispetto a quelli attuali.

presentazione della notizia sull'inversione della curva dei rendimenti dei bond tedeschi
Lo spread tra BTP e Bund a 10 anni rimane attualmente intorno ai 160 punti base

Un’inversione mai raggiunta in trent’anni

I rendimenti dei Bund a 2 anni, considerati l’indicatore più attendibile sulle attese di politica monetaria, sono scesi di 11 punti base nella giornata di venerdì scorso. In base ai dati aggiornati, il rendimento è attualmente del 3.16% annuo. Il rendimento dei Bund a 10 anni, nello stesso momento, è del 2.35% annuo ed è calato di 13.5 punti base nel corso della giornata di venerdì. Solitamente si parla di “inversione” della curva dei rendimenti quando il bond decennale offre un rendimento annuo più basso rispetto a quello a due anni.

In base a questi dati, attualmente la curva sarebbe in negativo di 81 punti base. Per ritrovare una situazione del genere bisogna tornare indietro al 1992, anno in cui la Germania si trovò ad affrontare una delle recessioni più complicate della sua storia recente. Bisogna comunque notare che lo spread tra i Bund e i BTP italiani a 10 anni è leggermente calato, scendendo di 14 punti base e collocandosi a 162 punti base. Gli investitori scontano dunque un rischio particolarmente alto per la Germania, che mostra nei dati macroeconomici un calo notevole dell’attività manifatturiera.

grafico andamento rendimenti Bund a 2 anni
Il grafico mostra l’andamento dei rendimenti dei bond tedeschi a due anni

Aumenta il rischio percepito di recessione

Il calo nei rendimenti dei bond governativi è un segnale del fatto che i mercati si attendono dei tassi più bassi da parte della BCE rispetto alle attese precedenti. Questo può succedere perché ci si attende un calo più rapido del previsto dei tasso di inflazione, oppure perché ci si attende un calo del rischio associato ai bond di una certa nazione. Dal momento che la curva dei rendimenti è invertita e ha accentuato questa sua inversione, però, si può evincere che in questo caso la ragione siano attese più basse sui tassi di interesse.

La ragione principale per cui la BCE potrebbe volere rallentare sui tassi nel corso dei prossimi mesi è lo stato di salute dell’economia reale. Per quanto la missione principale della banca centrale rimanga combattere l’inflazione, alzare i tassi ha un impatto notevole sull’attività economica. Una recessione favorirebbe ulteriormente il calo dell’inflazione, ma costringerebbe la Banca Centrale Europea a scegliere se aggravare la situazione alzando i tassi ancora.

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