Nella giornata di giovedì, i rendimenti dei titoli di Stato britannici a breve termine, sensibili alle variazioni dei tassi di interesse, hanno registrato un calo, mentre le azioni nel settore immobiliare hanno registrato un aumento.
Tale evento è stato causato dall’aumento dei tassi di interesse della Banca d’Inghilterra, che ha deciso di alzarli di 25 punti base. È importante notare che questo aumento rappresenta un rallentamento nel ritmo di restrizione monetaria rispetto all’incontro precedente.
In particolare, la Banca d’Inghilterra ha portato il suo tasso di interesse chiave a un picco di 5,25%, il livello più alto degli ultimi 15 anni. Prima della riunione, il mercato prevedeva con una certa probabilità un aumento di 50 punti base.
È interessante notare che, a differenza della Federal Reserve degli Stati Uniti o della Banca Centrale Europea, che hanno entrambe aumentato i tassi di interesse di un quarto di punto la scorsa settimana, il Comitato di Politica Monetaria della Banca d’Inghilterra ha fornito poche indicazioni riguardo alla possibilità di porre fine agli aumenti, a causa della sfida rappresentata dall’alta inflazione.
La decisione della BOE
Giovedì, la Banca d’Inghilterra ha indicato l’intenzione di mantenere i tassi di interesse elevati fino a quando non sarà riuscita a controllare l’inflazione nel Regno Unito. L’obiettivo dichiarato è di assicurarsi che i tassi siano “sufficientemente restrittivi per un periodo adeguato”, sebbene i dettagli su quanto lunga sarà questa misura non siano stati ancora specificati.
Secondo le previsioni di Capital Economics, a settembre si prevede un ulteriore aumento dei tassi di interesse, che dovrebbero raggiungere un picco del 5,5%, mantenendosi a questo livello per un anno.
Il governatore della Banca d’Inghilterra, Andrew Bailey, ha enfatizzato l’importanza di far rientrare l’inflazione nell’obiettivo del 2%, poiché riconosce che l’impatto dell’aumento dei prezzi è più gravoso per le persone a basso reddito. Va notato che in passato le previsioni sull’inflazione della Banca sono state spesso errate, con ben sei delle ultime otto volte in cui si sono dimostrate troppo ottimistiche.
Nonostante ciò, Bailey si dimostra più fiducioso riguardo alla prospettiva di una diminuzione dell’inflazione rispetto alle previsioni precedenti. Inoltre, si è espresso positivamente riguardo alla resilienza dell’economia, che si è rivelata migliore delle aspettative, e ha sottolineato che il tasso di disoccupazione è attualmente molto basso. Prima di dicembre 2021, i tassi di interesse erano stati inferiori all’1% per oltre dieci anni.
Guardando al futuro, Bailey ritiene che molto dipenderà dal mercato del lavoro e dai salari, osservando che i salari nel settore privato sono aumentati più del previsto negli ultimi mesi. La Banca d’Inghilterra ha aumentato i tassi di interesse con l’obiettivo di rallentare l’aumento dei prezzi, rendendo più costoso prendere a prestito denaro e riducendo di conseguenza la spesa delle persone.
Le conseguenze per la sterlina
La sterlina ha subito un significativo calo del 0,66%, toccando un nuovo minimo di un mese dopo l’annuncio dell’esito della riunione. Attualmente, il tasso di cambio si attesta a $1,266, con un decremento dello 0,4% nell’arco della giornata, riportandosi approssimativamente ai livelli precedenti all’annuncio.
Questo andamento negativo rappresenta un’inversione significativa rispetto alla prima metà dell’anno, quando la sterlina era stata la valuta principale con le migliori performance contro il dollaro, grazie alle aspettative che la Banca d’Inghilterra dovesse aumentare i tassi di interesse più degli altri paesi a livello globale.
Le aspettative di mercato riguardanti il picco del tasso di interesse della Banca erano arrivate al 6,5% a metà luglio, ma successivamente si sono ridotte al 5,75% dopo un forte calo dell’inflazione dei prezzi al consumo, riflettendo un andamento simile anche in altre parti del mondo, specialmente negli Stati Uniti. Dopo la decisione della Banca d’Inghilterra, i trader hanno previsto che i tassi di interesse raggiungeranno il 5,71% entro marzo.
Secondo Yvan Berthoux, esperto di forex presso UBS, è probabile che la sterlina continui a rafforzarsi sulla base dei differenziali di tasso tra gli Stati Uniti e il Regno Unito. Ha inoltre sottolineato che la politica monetaria dovrà rimanere più rigorosa nel Regno Unito rispetto agli Stati Uniti.