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Deforestazione, dati positivi nel Q1 2024: in Amazzonia calo del 40% anno su anno

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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I livelli di deforestazione nella foresta amazzonica sono scesi del 40% nel primo trimestre dell’anno, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A dare questo annuncio è il Ministro dell’Ambiente brasiliano, Marina Silva, riportando dei dati forniti dall’agenzia nazionale INPE. Dopo la notizia sul calo incoraggiante delle emissioni di CO2 in Europa nel 2023, questo è il secondo dato molto incoraggiante sul cambiamento climatico in meno di 10 giorni. Anche se prevenire le emissioni inquinanti è una priorità assoluta per combattere il riscaldamento globale, senza foreste sarebbe totalmente inutile: con l’ossigeno e l’assorbimento dell’anidride carbonica che offrono al Pianeta, sono un polmone ambientale insostituibile.

Secondo il WWF, la deforestazione è causa di oltre il 10% del cambiamento climatico mondiale e il Brasile, ospitando la foresta Amazzonica, custodisce un asset di rilievo globale che va protetto e tutelato. Il presidente Ignacio Lula da Silva ha fatto di questa preservazione una priorità assoluta, mentre il suo predecessore Bolsonaro era più favorevole a uno sfruttamento maggiore del territorio per l’agricoltura e l’attività di allevamento. Il governo attuale si sta dimostrando attento a mantenere la sua promessa, con dati molto positivi sia quest’anno che l’anno scorso.

presentazione della notizia su calo deforestazione nella foresta amazzonica
Nel 2016, per colpa della deforestazione, l’Amazzonia è passata a essere un inquinatore netto a livello globale

Continuano i progressi sulla preservazione delle Amazzoni

Lo scorso anno, i livelli di deforestazione nella foresta amazzonica brasiliana sono diminuiti del 50% rispetto all’anno precedente. Considerando l’abbassamento del livello iniziale, il fatto che si sia registrata un’ulteriore diminuzione nel primo trimestre del 2024 è ancora più significativo. I dati sono confermati dalle immagini satellitari, che mostrano come nei primi tre mesi di quest’anno si siano persi 492 chilometri quadrati di foresta. Rispetto allo scorso anno, il calo è del 41,8%. Nel frattempo continuano gli sforzi delle autorità per mantenere fede al programma di eliminare completamente il problema della deforestazione illegale entro il 2030.

I progressi sono senz’altro incoraggianti, ma non bisogna sottovalutare la portata del problema. Malgrado il dimezzamento dei livelli di deforestazione nel 2023, lo scorso anno si sono comunque persi 5.153 km quadrati di foresta amazzonica, equivalenti a quattro volte l’intera superficie del comune di Roma. Ora il governo brasiliano si dice pronto a investire $145 milioni in ulteriori azioni per prevenire la deforestazione, con un intervento mirato a 70 città brasiliane. Messe insieme, rappresentano l’80% della deforestazione avvenuta lo scorso anno e rappresentano quindi le prime aree di intervento per migliorare lo stato del problema.

foto della foresta amazzonica
La foresta amazzonica assorbe il 35% delle emissioni mondiali annue di CO2

Greenpeace ha qualcosa da ridire

Un nuovo report di Greenpeace non smentisce i dati riportati dal Ministero dell’Ambiente brasiliano, ma al tempo stesso è molto critica riguardo al modo in cui le banche continuino a finanziare i progetti agricoli senza verificare la loro compatibilità con le normative sulla deforestazione. Il report prende in considerazione un periodo di quattro anni tra il 2018 e il 2022, in cui apparentemente ci sarebbero stati finanziamenti totali per $8,6 miliardi a proprietà agricole che si trovano in violazione delle normative sulla tutela delle foreste. Ancora una volta si torna al tema della responsabilità del sistema finanziario, un motore immobile che ha il potere di aprire o chiudere i rubinetti della liquidità per i grandi progetti infrastrutturali. Se ne parla molto anche in relazione al finanziamento dei progetti per i combustibili fossili in altre aree del mondo, ma rimane un aspetto molto difficile da controllare per le autorità.

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